Sacchetti: Italia messa in mora dalla UE già il 6 aprile. La bozza del disegno legge
Nonostante le rassicurazioni fornite dal Ministero dell’Ambiente sulla possibilità che l’Unione Europea aprisse una procedura di infrazione contro l’Italia, la mancata notifica delle misure attuative ha spinto la Commissione a inoltrare all’Italia la notifica di costituzione in mora, in attesa di chiarimenti dal Ministero entro giugno. On line il testo della costituzione in mora e il progetto pilota del Ministero dell'Ambiente
21 April, 2011
Era già stata notificata il 6 aprile scorso la comunicazione di costituzione in mora relativa al divieto di commercializzazione delle buste di plastica non biodegradabili, nonostante il silenzio del Ministero.
Il vertice di Bruxelles del 14 marzo scorso sembrava aver escluso questa possibilità e il Commissario Janez Potocnik si era invece complimentato con l’Italia per il provvedimento anti shoppers. Ad essere in discussione non è però il bando in sé, ma la mancata notifica delle misure attuative prima dell’entrata in vigore del bando.
Il Ministero dell’Ambiente ha inviato il 1° aprile una proposta di legge – ancora in forma di bozza – che dovrebbe chiarire i regolamenti attuativi che permetteranno al bando di essere applicato senza ulteriori incomprensioni: un disegno di legge che tuttavia arriva con molto ritardo, a tre mesi dall’effettiva entrata in vigore del divieto, e che si porta dietro ancora diverse lacune e perplessità.
La bozza prevede infatti, come già anticipato, l’esclusione dal bando dei sacchetti non biodegradabili con spessore superiore ai 400 micron – un limite già duramente contestato dai produttori, tanto che si è pensato ad un errore. Le stesse buste dovranno essere fornite di manici e chiusure che le rendano effettivamente riutilizzabili.
Nel disegno di legge si parla anche per la prima volta di sanzioni: dai 2.000 ai 120.000 euro, cifre altissime che è facile prevedere genereranno nuove polemiche.
La comunicazione di costituzione in mora firmata dal Commissario Potocnik si conclude invitando il governo a trasmettere osservazioni sulla mancata notifica dlle misure entro due mesi dal ricevimento della missiva – datata 6 aprile.
“Dopo aver preso conoscenza di tali osservazioni entro il termine fissato – scrive Potocnik – la Commissione si riserva il diritto di emettere, se del caso, il parere motivato previsto dall’art. 258 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea”.