Fotovoltaico, salta la firma del Quarto conto energia
Fumata nera per il tavolo tecnico tra i ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo, che avrebbe dovuto licenziare definitivamente il testo del decreto sui sussidi all'energia fotovoltaica. Insanabile, a quanto pare, una divergenza sul momento in cui dovrebbe partire l'erogazione degli incentivi. Gli operatori sperano che il Consiglio dei ministri venga a capo della questione al più presto
30 April, 2011
Salta l'accordo sul Quarto conto energia tra i ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico. La firma del decreto che disciplina il nuovo regime di incentivi per gli impianti fotovoltaici era attesa per venerdì 29 aprile (penultimo giorno utile per l'emanazione del provvedimento secondo il decreto Romani del 3 marzo 2011, ndr), ma, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore all'indomani del tavolo tecnico tra i due ministeri, resterebbe ancora da appianare una divergenza sul momento in cui dovrebbe partire il riconoscimento della tariffa incentivane. In pratica, il testo predisposto dai tecnici del ministero dello Sviluppo stabilisce che l'incentivo vada erogato solo dal momento in cui i pannelli fotovoltaici cominciano effettivamente a immettere energia nella rete elettrica, ma non impone alle società distributrici come Enel e Terna un tempo massimo per completare l'allacciamento degli impianti.
Sarebbe proprio questo punto a non convincere la Prestigiacomo, che, accogliendo un suggerimento avanzato dalle Regioni (che nella Conferenza del 28 aprile hanno bocciato lo schema di decreto predisposto dal governo, ndr), ha proposto sì di far partire gli incentivi dal momento dell'allacciamento, ma in ogni caso entro due mesi dal completamento dell'impianto, dimostrato da apposita certificazione. In pratica, il ministro dell'Ambiente vorrebbe garantire ai proprietari dei pannelli che in caso di ritardi nell'allacciamento da parte della società elettrica, che in effetti si verificano abbastanza spesso, gli incentivi saranno erogati lo stesso.
Allo Sviluppo Economico, d'altro canto, non va giù l'idea che i consumatori paghino in bolletta sussidi per impianti che, di fatto, non producono ancora energia. Il ministro Romani, inoltre, teme che una situazione del genere possa incoraggiare fenomeni speculativi o addirittura truffaldini, con titolari di impianti che, una volta certificato il completamento dell'opera, potrebbero trascurare l'allacciamento alla rete. Una divergenza che il lungo confronto del 29 aprile non è riuscita a ripianare. Il rinvio della firma ha suscitato la reazione di Legambiente, che ha chiesto ai ministri di accelerare l'iter per l'emanazione del Quarto conto energia. La speranza degli operatori delle rinnovabili è che il Consiglio dei ministri convocato per martedì 3 maggio riesca a venire a capo della questione, consentendo finalmente l'emanazione del decreto e la fine del lungo periodo di incertezza che ha determinato il blocco totale del settore.
Il comunicato di Legambiente.