Via Riberi, interviene il Comune
Il progetto per un nuovo edificio a fianco della Mole suscita reazioni preoccupate e allarmi. Interviene l’assessore all’Urbanistica - da Torinoclick del 04.05.2011
04 May, 2011
Rossella Alemanno
Non c’è giornale cittadino che non abbia, almeno una volta, toccato l’argomento del nuovo palazzo che sorgerà accanto alla Mole Antonelliana; e non si sa con quanta cognizione di causa si sia arrivati a promuovere sondaggi sul web, invitando i torinesi a schierarsi pro o contro il ‘mostro’. Così, almeno, viene definito dalla maggior parte dei sondaggisti l’edificio palazzo disegnato dallo studio Negozio Blu Architetti Associati (che sarà costruito all’angolo tra via Riberi e via Gaudenzio Ferrari) per conto del committente privato che lo acquistò all’asta bandita dal Comune nel 2008.
I progettisti accusano blogger e giornali di rappresentare l’edificio attraverso “brutte ricostruzioni e fotomontaggi fatti con pezzi di prospetti schematici (…) tratti dal progetto e colorati di giallo fosforescente. L’effetto è quello di un’icona caricaturale (…) che pregiudica qualsiasi successiva considerazione di merito”.
Mentre, sempre dalla relazione del Negozio Blu, l’attuale soluzione nasce da un’interlocuzione con la Soprintendenza, che intervenne in fase di stesura del progetto, e ai quattro piani costruibili, che sarebbero stati concessi all’aggiudicatario secondo le schede di Prg vigenti, preferì “tener conto del rapporto tra gli edifici e la Mole Antonelliana, le vedute prospettiche e gli scorci esistenti dalle vie circostanti”.
Gli architetti si sono dunque messi all’opera, riducendo la manica su via Riberi, per una lunghezza di circa 20 metri, a soli 2 piani di altezza, mentre la parte di edificio sull’angolo avrebbe rispettato il filo del cornicione dell’edificio vicino, di via Riberi (cinque piani). Al di sopra si è così sviluppato un grande tetto con volta a botte che contiene due livelli abitativi. Ecco svelato “l’enigma dei sette piani….”
Un problema di tutela, non certo lo scempio voluto da qualche capriccioso palazzinaro. Per chiarire la posizione della Città, è intervenuto anche l’assessore all’Urbanistica, che ha preso carta e penna e ha inviato una missiva ai principali quotidiani cittadini, in cui spiega che il Comune di Torino, con “la variante urbanistica non modificava in alcun modo le regole d’intervento fissate in materia di altezze massime e di allineamenti delle costruzioni, non solo dal piano regolatore del ’95, ma da tutti i piani del Novecento”. E che il cono visuale di cui parla la Soprintendenza non è “storicamente costituito, ma semplicemente riscontrato nei fatti, e tuttavia ritenuto degno di salvaguardia”. L’assessore prosegue: “Tengo a sottolineare che i Piani Regolatori che si sono succeduti nel Novecento hanno sempre trattato gli isolati adiacenti la Mole in termini ordinari, secondo le regole che hanno costruito la città storica: altezza stabilita in rapporto alla larghezza delle vie, e prescrizione di costruzione in cortina continua sul fronte strada. La Mole Antonelliana è stata realizzata su un isolato urbano ordinario, non su una piazza o in una spianata, e come parte del tessuto urbano è sempre stata vissuta. Il fatto che l’angolo in questione non sia stato già costruito in passato secondo tali regole, è un puro accidente della storia e nulla ha a che fare con la preservazione di visuali o che altro”. Quindi, conclude l’assessore, “nessun abominio: semplicemente la sostituzione di edificazione obsoleta in un lotto urbano, secondo le regole di costruzione della città storica”. E riprendendo la questione del rapporto con la Soprintendenza, apre uno spiraglio a possibili soluzioni: “Ove la stessa Soprintendenza ritenesse più opportuno ritornare a una soluzione ordinaria di cortina continua e di altezza omogenea e più contenuta sul fronte di via Riberi e nel risvolto su via Gaudenzio Ferrari, l’Amministrazione accoglierebbe senza riserve tale ripensamento, trasferendolo in capo agli operatori privati attualmente titolari del bene”.