Dal caffè alle email. Le dieci (facili) regole dell'ufficio ecologico
Via le stampanti laser, usare le scale. Un software spegne automaticamente tutti i computer dopo l'orario di lavoro - da Il Corriere.it del 19-05-2011
19 May, 2011
di Agostino Gramigna
«Non è che posso rinunciare all'ascensore, lavoro al decimo piano. Vado a piedi tutto il giorno? Però, sarebbe una buona idea». L'idea che piace tanto al dipendente di un'azienda milanese (preferisce l'anonimato per non essere etichettato come «pigro»), ma che non può mettere in pratica, sarebbe quella di fare le scale per evitare di consumare energia. Provate a immaginare di moltiplicare il numero degli ascensori per quello degli uffici in Italia: quanta energia si risparmierebbe? Tonnellate di CO2 dicono gli esperti dell'ambiente. Forse è per questo che si moltiplicano come funghi le «campagne» istituzionali per creare anche in ufficio l'ambiente ecologico ideale (e risparmiare soldi). Tanto che l'iniziativa di un'organizzazione no-profit come Gap (Global Action Act) ha richiamato l'attenzione del Wall Street Journal. Che ha pubblicato il suo decalogo, vale a dire una lista di dieci semplici regole per rendere ecologico il luogo di lavoro. Tra queste figura, appunto, l'ascensore.
In Germania, durante la settimana verde istituita da un'azienda (la «Settimana ecologica» è uno dei dieci punti del decalogo), 99 dipendenti hanno evitato l'ascensore: in un giorno hanno risparmiato 660 viaggi. In India, seguendo il decalogo, gli impiegati di una ditta di software si sono sbarazzati dei bicchieri di carta, hanno ridotto del 70% la stampa di fogli, hanno incoraggiato il 47% del personale a scalare nove rampe di scala ogni giorno e hanno ridotto il consumo di aria condizionata del 20 per cento.
La signora Barbara Grazzini è il referente italiano di Gap (la sua società di servizi, «InEuropa», lavora per Gap). Dice di aver sponsorizzato il decalogo negli uffici già nel 2009 e nel 2010. Il dato interessante, aggiunge, è che le dieci regole non sono fissate dall'alto, da un qualunque guru dell'ambientalismo, ma sono il frutto di un lavoro spontaneo che nasce dal basso. Spiega: il Gap recluta i dipendenti che hanno a priori una certa sensibilità per l'ambiente. Si forma la «squadra» Gap che inizia col monitorare la salute del proprio ufficio (quanta carta si consuma, quanti bicchieri di plastica, computer lampadine, etc) e a fare «proseliti». Quel tipo di proselitismo considerato fastidiosissimo da chi non è (a priori) un dipendente eco modello, farcito di imperativi categorici: «Spegni il computer, non dimenticare di utilizzare la stampante, vai a piedi, non buttare il tappo di plastica, ricicla...». La signora Grazzini ha messo in pratica alcune regole del decalogo. Per esempio ha fatto il «Corso di guida ecologica», frutto di una direttiva comunitaria. «Sono stata bocciata», racconta. Nel senso che il test effettuato ha confermato che ho una guida irruenta: frenate eccessive, accelerazioni brusche, tutte cose che contribuiscono a consumare più energia». Recita infatti la decima regola del decalogo: «Guidare in modo eco-friendly riduce l'impatto del CO2».
Ma sono i computer, le stampanti e le macchinette del caffè i «principi del male» in ufficio. I dati, argomenta Andrea Poggio, vice direttore di Legambiente che per l'associazione cura il sito, ci dicono che sono una delle cause di maggior incidenza sulle emissioni di CO2. Poggio va subito al dunque: «Non usare stampanti laser, meglio quelle a getto d'inchiostro. Stop alle macchine del caffè eternamente accese, occorre programmare lo spegnimento». Poggio indica anche un modello: Banca Intesa. «Ha applicato a tutte le sue filiali un software che a una certa ora spegne in automatico i computer». E con le bottiglie e i bicchieri di plastica del decalogo? La ricetta di Legambiente è semplice: «Uno il bicchiere di vetro se lo porta da casa».
Certo non tutto è così semplice. Per produrre compost è vero che basta un vaso sul balcone o sulla scrivania. Ma come la mettiamo con il cattivo odore dovuto alla sua fermentazione? «È sufficiente non far mancare l'ossigeno», dice Poggio che da ambientalista sponsorizza la bici aziendale (il consorzio Comieco la mette a disposizione dei dipendenti) e «Bike sharing», un altro punto del decalogo. Come pure l'utilizzo del foglio fronte e retro nelle stampanti, la cancellazione delle email superflue e i tetti verdi: piante, erba, fiori, insomma. Pare che a Londra sul tetto di un ufficio di 850 mq il verde abbia ridotto di 11,5 tonnellate l'anno le emissioni di CO2.