Piste ciclabili in città. Slalom tra buche e rifiuti
La giungla sulla pista di Magliana. I bikers: "Troppi rischi". A rovi e incuria si somma l'arroganza degli automobilisti che parcheggiano sul passaggio - da Repubblica.it del 28.05.2011
30 May, 2011
di Cecilia Gentile
Una giungla. Fatta di canne, rovi, siepi venute su senza controllo. Muri di vegetazione che si parano all'improvviso davanti ai ciclisti che percorrono la ciclabile della Magliana. Niente di tragico, fa parte del ciclo della natura. Basterebbe intervenire in tempo con le falciatrici. Ma i ciclisti, si sa, sono pazienti, e la bonifica delle piste può aspettare. Così loro, per schivare la giungla, cambiano repentinamente corsia, con il rischio di un frontale, perché la visuale è coperta.
Ma fosse solo quello. Lungo il tratto della ciclabile di Roma sud che va da via del Cappellaccio a Porta Portese, passando per la Magliana e Testaccio, è un susseguirsi di voragini, buche, avvallamenti, staccionate rotte, discariche abusive. Al degrado si aggiunge l'arroganza degli automobilisti che passano indisturbati sulla ciclabile e ostruiscono il passaggio parcheggiando la macchina in sede protetta. Tanto sanno che nessuno lì multerà e rimarranno impuniti. I vigili non controllano queste infrazioni. E forse neanche le considerano tali. "Tutta la pista è tagliata da solchi trasversali profondi - protesta Albino Morghen - Ce n'è uno molto pericoloso in via del Cappellaccio. Sul tratto di lungotevere degli Inventori è pieno di buche. Eppure questo è un bene pubblico, dovrebbe essere tutelato".
Anche su via della Magliana, dove la pista è disegnata su un ampio marciapiedi, i rovi e le siepi coprono intere corsie. "Siamo costretti allo slalom - dice Claudio Morandi, che va in bicicletta a portare da mangiare ai gatti della colonia felina - e dobbiamo anche essere insultati dagli automobilisti maleducati, che non solo non si fermano quando attraversiamo, ma ci trattano anche come rompiscatole". "Sul ponte della Magliana - racconta Lorenzo Christy, nato in Oregon ma da qurant'anni in Italia - è stato rifatto il manto stradale, ma in modo pessimo. La pista è piena di ondulazioni, molto fastidiose".
Per gli abitanti della Magliana, che non hanno parchi, la pista è una indispensabile valvola di sfogo. Ci vanno proprio tutti: ciclisti, pattinatori, mamme con il passeggino, pensionati, giovani. Il municipio XV ha fatto dotare di lampioni il tratto urbano della pista, per far sì che possa essere usata e frequentata anche la sera. Ma la manutenzione, che dipende dal Campidoglio, è un vero disastro.
"Non possiamo neanche sederci sulle panchine", protestano Giovanna Guidarelli e Salvatore Cacace, che hanno portato i loro cani a passeggiare nei prati lungo la ciclabile fra Testaccio e Porta Portese. Ma più che di prati bisognerebbe parlare di foreste, perché l'erba è cresciuta ormai fino ad altezza coscia e le panchine sono immerse nelle spighe che continuano a salire, alcune sono addirittura coperte dall'erba. Intorno buche e rifiuti. La cosa strana è che poco più in là, dove sono gli attrezzi di legno per la ginnastica, il prato è stato rasato. Quale sia il criterio dell'intervento rimane un mistero.
Per non parlare dell'accesso alla ciclabile da Ponte Testaccio. È terra di nessuno. Buche nell'asfalto, sampietrini sconnessi, nessuno scivolo, cassonetti con corredo di rifiuti a terra, segnaletica scomparsa. Era così quando la ciclabile è stata realizzata, nel 1998. È rimasto così tredici anni dopo.