Rivolta a Mirafiori: "No al limite dei 30"
Lavori in corso a Mirafiori per rallentare il traffico. Le critiche: "Soldi sprecati, il limite peggiorerà la viabilità e non sarà rispettato" - da La Stampa del 22.12.2008
22 December, 2008
Delia Cosereanu
"Chi va piano... non arriva al lavoro". È lo slogan della campagna di protesta dell'associazione Progetto Torino e sostenuta dal gruppo di studenti Minoranza Rumorosa, contro la trasformazione del quartiere Mirafiori Nord in «zona 30». Alla loro voce si aggiunge quella di alcuni residenti del quadrilatero interessato al progetto, l'area compresa tra i corsi Orbassano, Siracusa, Sebastopoli e via Guido Reni, dove è già avviato l’allestimento stradale in vista dell’obbligo di non superare il limite dei 30 all’ora. Rotonde, incroci rialzati, restringimenti della carreggiata, che dovrebbero finire ad aprile del 2009. Ma i residenti sembrano tutt’altro che felici.
Giovanni Di Martino, segretario di Progetto Torino, è uno dei 300 firmatari della petizione inviata all'assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero, al sindaco Sergio Chiamparino e al presidente della II Circoscrizione Andrea Stara, per esprimere «il totale dissenso verso una decisione presa senza tenere conto alcuno di quella che è la reale situazione e di quelli che sono i reali problemi» della circoscrizione. Secondo Di Martino le priorità sarebbero altre: «Non ci sono parcheggi, è un problema enorme soprattutto da quando è stato riaperto lo stadio comunale. Inoltre, per un'area ad alta densità di abitanti, e dunque di traffico, il limite di velocità non farà altro che peggiorare la viabilità».
D'accordo con lui, Antonio Santomauro: «Se con il limite di 50 chilometri orari si creano delle file interminabili, qui in via Filadelfia, figuriamoci cosa succederà con la “zona 30”». A pochi metri dalla nuova rotonda, all'incrocio tra via Filadelfia e via Castelgomberto, Matteo Bellavia, titolare del bar di piazza Basilicata, indica un bus che va dritto senza rispettare il senso rotatorio. «Hanno costruito questa rotonda alla stessa altezza della strada, così, non solo le macchine non rallentano, ma se ne fregano del senso rotatorio. Soldi sprecati».
Secondo il presidente Andrea Stara, invece, bisognava pensare innanzitutto all'emergenza incidenti: «Il bilancio degli ultimi 5 anni sulle strade coinvolte nel progetto - dice - è tragico: un pedone morto, tre prognosi riservate e 103 feriti con un costo sociale di 872 mila euro l'anno».
I residenti non negano la pericolosità delle intersezioni della zona, soprattutto tra via Boston e via Castelgomberto, dove si sta per realizzare un incrocio rialzato. All'angolo tra le due vie un bar presenta i segni dell'ultimo incidente, la vetrata spaccata. Il titolare, Pietro Russo, dice: «È vero che questo è un luogo pericoloso e bisognava fare qualcosa, però il limite a 30 non cambierà molto. L'ultima volta che si sono scontrate due macchine, andavano a 130. E il limite era 50. Anche se lo abbassano, la gente non rispetterà le regole». Una delle cause principali dei frequenti incidenti sarebbero i segnali stradali mal posizionati. «Qui non si capisce chi ha la precedenza - dice Irene Orsini -. Sarebbe stato meglio mettere un semaforo. Tutti si fermano con il rosso. Così, invece, faranno solo un salto su questa pedana senza rallentare».
Intanto, il progetto finanziato da Regione (350 mila euro), Comune (410 mila) e Circoscrizione (50 mila euro un programma di riqualificazione del verde e di abbattimento delle barriere architettoniche) prosegue. «Sappiamo che la nostra è una protesta simbolica - ammette Giovanni Di Martino - perché ora non si può cambiare niente. Dovevano coinvolgere i cittadini prima di prendere un'iniziativa con i nostri soldi». Andrea Stara ribatte: «Rispetto alle titubanze iniziali, adesso c'è un alto gradimento tra i cittadini».