Odissea Malagrotta-bis, decisione di nuovo rinviata
La commissione Ambiente del Consiglio regionale dovrebbe indicare un sito nelle prossime due settimane. Solo allora associazioni, comitati e sindacati accetteranno di intervenire alle audizioni, inizialmente previste per il 31 maggio. Intanto, anche il Piano rifiuti è da rifare
31 May, 2011
Ancora una volta, tutto rimandato. Dopo lo scarica-barile da parte di Alemanno e i continui rinvii, il sito per la discarica che dovrà sostituire Malagrotta doveva essere indicato in questi giorni dalla Regione, ma la decisione è stata di nuovo prorogata. Il 31 maggio dovevano infatti iniziare le audizioni in commissione Ambiente del Consiglio regionale sul Piano rifiuti. In calendario, erano previsti interventi di associazioni e comitati (tra tutti, Wwf e Comitato Malagrotta), sindacati come la Cgil e sindaci. Ma tutto è slittato. «Ci siamo incontrati, ma abbiamo deciso di comune accordo di avviare le audizioni nel momento in cui la commissione Ambiente indicherà un sito, altrimenti ci sembra inutile, parliamo sul niente», spiega il presidente del comitato Malagrotta Sergio Apollonio. In questi mesi, sono molte le ipotesi che si sono succedute sul luogo dove sorgerà la nuova discarica della Capitale. «Noi però non abbiamo mai ricevuto nessuna comunicazione ufficiale sulle ipotesi in ballo, abbiamo sempre saputo tutto dai giornali», rivela Apollonio. Questa volta, la decisione potrebbe arrivare tra due settimane. «A quel punto, avrà un senso esprimere un parere». Anche se, tra gli abitanti di Valle Galeria, area dove si trovano anche gli altri due siti, Monti dell’Ortaccio e Testa di cane, più volte indicati come papabili, c’è un timore: «Non vorrei che si aspettasse che la situazione si trasformi in emergenza, per poi prendere il primo buco disponibile. Che sarebbe Testa di cane, di proprietà di Cerroni come Malagrotta e Monti dell’Ortaccio». Ma con un problema in più: «Viste le dimensioni, permetterebbe di accogliere i rifiuti di Roma solo per tre anni».
E ancora altre nuove ipotesi fanno capolino: Pian dell'Olmo, sempre nel Comune di Roma, ma vicino a Riano, Quadro Alto, nel Comune di Riano, e Castel Campanile, a Palidoro, nel Comune di Fiumicino. Tutti siti indicati dallo stesso Manlio Cerroni in una lettera inviata il 30 maggio scorso al sindaco Alemanno e ai presidenti della Regione Polverini e della Provincia Zingaretti.
Alla situazione di stallo sul dopo-Malagrotta, si aggiunge in questi giorni anche la bocciatura del Piano regionale rifiuti da parte degli stessi uffici regionali, che lo hanno sottoposto alla procedura di Vas, la valutazione ambientale strategica. Sono trenta le prescrizioni, riguardanti altrettanti punti critici da cambiare. «Secondo la procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) – rivela Legambiente Lazio – il piano andrà adeguato “alle prescrizioni normative vigenti, con le conseguenti modifiche in termini di ripartizione dei flussi coinvolti” e correlando “agli stessi, specifiche strategie e azioni attuabili”; dovrà “fornire, con maggiore dettaglio, il ruolo degli Enti Territoriali nel governo dei processi di gestione dei rifiuti”; dovrà “prevedere specificatamente le risorse finanziarie necessarie alla sua attuazione per tutto l'orizzonte temporale di esercizio”; ancora dovrà “quantificare le scorie da termovalorizzatore”; il piano regionale rifiuti “dovrà prevedere degli strumenti di dettaglio finalizzati alla definizione delle modalità di raccolta previsti, con particolare attenzione ai servizi di raccolta differenziata di tipo domiciliare, e dulcis in fundo, i siti d'importanza comunitaria (SIC), le zone speciali di conservazioni (ZSC) e le zone di protezione speciale (ZPS) sono “da considerarsi fattori escludenti” nella localizzazione di nuovi impianti e discariche».
«Il piano rifiuti va riscritto, l'abbiamo detto sin dall'inizio: non si può compilare un libro dei sogni che non tiene nemmeno conto degli obiettivi di legge, senza azioni e finanziamenti, e prevede pure un “piano B” fatto di discariche e inceneritori, se non si raggiungessero gli obiettivi fissati. Ormai siamo ben oltre il ridicolo, addirittura convocati in audizione senza che gli stessi commissari avessero conoscenza delle prescrizioni e delle modifiche in corso. Sui rifiuti serve una politica pubblica seria e rigorosa, che non rincorra le esigenze dei privati, ma governi il settore puntando davvero su riduzione, riuso e riciclaggio, senza strampalate teorie assurde o raccolte duali come quelle della Capitale che non funzionano affatto, ma con la concretezza che ha fatto raggiungere risultati eccellenti per la differenziata a molti Comuni in Italia e anche a qualcuno nel Lazio», ha commentato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, presente presso la sede della Regione alla Pisana al momento in cui l’audizione è stata rinviata.
"Piano regionale rifiuti, tutto da rifare" - da Repubblica.it del 31.05.2011
"Rifiuti, quattro siti per il dopo Malagrotta" - da Repubblica.it del 02.06.2011