“L’inceneritore non basta. Differenziata al 50%”
Il piano di Fassino: “Un risultato da raggiungere in tre anni” - da La Stampa (Cronaca di Torino) del 09.06.2011
09 June, 2011
Andrea Rossi
Nessuno pensi di mettere in discussione la costruzione dell’inceneritore del Gerbido, sia chiaro. Però Piero Fassino è convinto che la soluzione del problema rifiuti non passi soltanto dal maxi impianto che brucerà 421 mila tonnellate d’immondizia l’anno. Il motivo è presto detto: nel termovalorizzatore confluiranno soltanto i due terzi del pattume non differenziato raccolto a Torino e nei comuni intorno. Restano 200 mila tonnellate. Troppe. Ecco perché il sindaco ieri, incontrando il presidente della Provincia Antonio Saitta, ha fissato l’obiettivo: l’asticella della raccolta differenziata va innalzata. «Vogliamo arrivare al 50 per cento nel prossimo triennio», ha confidato Fassino.
I rifiuti sono stati è stato uno dei principali argomenti analizzati nel corso della riunione con Saitta. «Abbiamo l’obiettivo comune di aumentare la differenziata in molti centri del torinese», dice il presidente della Provincia. «Anche a Torino, dove pure si è arrivati al 42 per cento, un livello ottimo, si può fare un salto di qualità». Un balzo al 50 per cento per Torino significherebbe spostare 40 mila tonnellate ogni anno dalle discariche agli impianti di riciclo.
Poco prima d’incontrare Saitta, Fassino ha visto il presidente della Regione Roberto Cota, siglando una sorta di patto di non belligeranza sui temi strategici che interessano Torino e il Piemonte. «Trovare le convergenze su quel che ci unisce ci aiuterà a trovarle anche su quel che ci può dividere», spiega il sindaco, Parole sottoscritte in pieno dal governatore. Oltre un’ora di colloquio: prima con il rettore dell’Università Ezio Pelizzetti e il direttore amministrativo Loredana Segreto, per fare il punto sul progetto Città della salute. Poi un vertice a due, una carrellata dei temi su cui Regione e Comune dovranno, per forza di cose, lavorare fianco a fianco: sviluppo e lavoro, Welfare, trasporti, infrastrutture, cultura, istruzione.
Cota e Fassino si sono lasciati con l’impegno di vedersi periodicamente per esaminare i dossier più importanti. Questione di metodo, ma non solo. Subito dopo la vittoria Fassino era stato chiaro: là dove si possono trovare intese tra le istituzioni io ci sarò, mettendosi nel solco di Chiamparino, che con Cota ha sempre mantenuto rapporti cordiali e siglato non poche intese. «I piemontesi vogliono che le istituzioni collaborino», spiega il presidente della Regione. «Non possiamo permetterci di remare in direzioni diverse». Stessa linea di Fassino: «Quando i problemi sono comuni bisogna cercare di trovare soluzioni comuni».
Il primo patto i due l’hanno siglato sulla Città della Salute. Cota ha consegnato a Fassino il progetto della cittadella della medicina e della ricerca che dovrebbe sorgere a ridosso di corso Spezia. «L’obiettivo è cominciare i lavori a fine 2012», spiegano sindaco e governatore. «Città della Salute dovrà essere un volano per lo sviluppo del territorio, consacrando Torino come città d’eccellenza nei settori della medicina e della ricerca».