Sicilia, piano rifiuti: è ping pong tra Governo e Regione
Zero Waste: "Non riusciamo a capire perché il Ministro Prestigiacomo e il governo continuino a voler imporre come un disco rotto inquinanti ed inutili impianti di incenerimento. La frazione residua può essere ulteriormente recuperata e trattata in impianti a freddo i cui costi e i cui tempi di realizzazione sono estremamente più leggeri"
09 June, 2011
Comunicato stampa dell'associazione Zero Waste Italia:
Esempio concreto di come si sta sprecando tempo nell'affrontare problemi seri che necessitano soluzioni progettuali operative improntate all'innovazione sostenibile e alla concretezza. A parte il fatto che le vicende di Napoli non depongono certo a favore dell'attivismo minaccioso del governo. Qual'è la ricetta che il Governo e il Ministro Prestigiacomo hanno da proporre per la Sicilia? E’ la stessa che è stata proposta senza alcun successo nella realtà della Campania e di Napoli?
Ancora una volta la gestione dei rifuti non può essere posta in termini di delegittimazione delle istituzioni locali e di contrapposizione alle comunità.
Nessun piano può rivelarsi attuabile se non è stato in qualche modo condiviso da tutti i soggetti e gli attori sociali.
L'orizzonte a cui guardare è invece quello dell'attuazione delle buone pratiche che ormai in tutta Italia e in parte anche in Sicilia si stanno diffondendo.
Il piano che vogliamo e che appare l'unico effettivamente in grado di governare la questione dei rifiuti è quello che fa proprie le migliori esperienze volte al ridurre gli scarti, a sviluppare capillari raccolte differenziate, a realizzare necessari impianti compostaggio e di riciclaggio, a studiare la frazione residua e a trattare a freddo ciò che transitoriamente rimane.
Non riusciamo a capire come mai il Ministro Prestigiacomo e il governo continuino a voler imporre come un disco rotto inquinanti ed inutili impianti di incenerimento. La frazione residua può essere ulteriormente recuperata e trattata in impianti a freddo i cui costi e i cui tempi di realizzazione sono estremamente più leggeri rispetto alla realizzazione di impianti di incenerimento che richiedono tempi lunghissimi di costruzione.
Nel frattempo mentre si perde tempo in chiacchere e nell'esercizio di minacce cresce il numero dei comuni in Italia che non solo adottano le buone pratiche ma che in modo sempre più aperto cominciano il percorso verso Rifiuti Zero. Ad oggi sono 35 e a breve il loro numero è destinato ad aumentare.
La “Zero Waste Italia” ribadisce il no al ricorrente ritornello degli inceneritori a tutti i costi e cogliamo l'occasione per ribadire che il piano proposto, fermo restando alcuni indubbi aspetti positivi, non è comunque un piano che al momento sia sostenibile dalle realtà che lavorano nella prospettiva di Rifiuti Zero, in particolar modo non è accettabile ricorrere alla combustione di rifiuti in cementifici.