Vendola e la Lega dietro la nuova emergenza rifiuti a Napoli?
Quali sono le cause di questa emergenza rifiuti di metà giugno 2011 a Napoli? Dalla sospensione dei trasferimenti dalla Campania alla Puglia al no sul decreto rifiuti della Lega Nord. Ripercorriamo alcune tappe che hanno portato alla situazione attuale a Napoli e provincia
20 June, 2011
Un contributo all’alleggerimento dell’emergenza rifiuti in questi mesi sarebbe dovuto arrivare dall’Operazione Solidarietà Campania: un protocollo di intesa sottoscritto il 3 dicembre 2010 da Regione Puglia e Regione Campania per il trasporto e lo smaltimento di 45.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi (definizione data ai riifuti campani) provenienti dagli impianti STIR campani presso impianti di discarica della Puglia. Ad oggi il totale rifiuti trasferiti è fermo a 1.131 tonnellate.
Un’operazione avviata a rilento e sospesa ben presto. L’Operazione si è infatti fermata a febbraio 2011 dopo una segnalazione dei carabinieri del NOE e le proteste delle associazioni ambientaliste che hanno portato alla luce presso la discarica Italcave conferimenti irregolari di rifiuti (al di fuori degli accordi sanciti dal protocollo) con camion provenienti dalla Campania che perdevano percolato generando cattivi odori.
La Regione Puglia emanò una diffida nei confronti del gestore della discarica chiedendo la sospensione dei conferimenti al di fuori da quanto previsto dal protocollo. La società decise di ricorrere al TAR del Lazio chiedendo di sospendere il provvedimento della Regione. Il 25 marzo 2011 il TAR accoglie la domanda di sospensione. Il 31 maggio la sentenza del TAR che ribalta quanto deciso a marzo: “Il 31 maggio scorso – si legge in un comunicato della Regione Puglia - il TAR ribaltando le conclusioni dell’Ordinanza si è definitivamente espresso sul ricorso riconoscendo in pieno le posizioni della Regione Puglia. Il TAR Lazio nell’articolato dispositivo afferma che “la Società avrebbe dovuto accogliere i conferimenti di rifiuti esclusivamente nei limiti e con le modalità previste dal Protocollo di Intesa”. “Quanto espresso dal TAR – continua il comunicato - conferma la correttezza delle posizioni della Regione Puglia soprattutto con riferimento ad una normativa quale quella oggetto di esame particolarmente complessa e conferma altresì la bontà delle cautele individuate per consentire il conferimento dei rifiuti dalla Regione Campania”.
Partendo dalla vicenda Italcave e Regione Puglia, il TAR del Lazio ha riesaminato la possibilità di smaltire i rifiuti fuori Regione ed è arrivato alla conclusione che ciò non è possibile senza specifici e complessi accordi istituzionali.
La sentenza del TAR ha quindi suscitato la preoccupazione dal presidente della Regione Campania. Stefano Caldoro, l’11 giugno aveva chiesto al Governo «un decreto legge ad horas per l'interpretazione autentica della sentenza del Tar del Lazio» sui trasferimenti fuori regione dei rifiuti. Secondo Caldoro questa sentenza renderebbe molto difficile governare i flussi. «La sentenza ha innovato le sentenze dei Tar locali che hanno sempre autorizzato il trattamento di rifiuti tra impianti. Nel nostro caso si parla di 1400 tonnellate al giorno. Secondo il Tar del Lazio questi conferimenti vanno fatti con intese istituzionali, con tutte le difficoltà che ne conseguono in termini di tempo. Siamo - ha osservato Caldoro - in una situazione drammatica. Oggi sono preoccupato più di quanto lo fossi venti giorni fa»
Inizialmente il governo sembrava pronto ad accogliere le richieste di Caldoro con un decreto che prevedeva l’equiparazione dei rifiuti solidi urbani ai rifiuti speciali. Il decreto è stato però fermato dalla Lega Nord nel Consiglio dei Ministri del 14 giugno. La Lega avrebbe criticato la scelta predisposta nel documento in quanto «la trasformazione formale dei rifiuti solidi urbani in rifiuti speciali, oltre a consentirne il trasferimento senza il via libera delle Regioni, comporta un costo ulteriore per i cittadini ed indirettamente per lo Stato». In particolare, il ministro Calderoli avrebbe espresso la totale «contrarietà» all'ipotesi, chiedendo di poter vedere «la relazione tecnica» per verificarne la copertura finanziaria.
"La macchina della munnezza", De Magistris non ci sta e urla al sabotaggio - da Il Fatto Quotidiano.it del 21.06.2011
3 commenti
Scrivi un commentoRoberto Tarantino
23.06.2011 06:06
Stai a vedere che è colpa di tutti tranne che dell'autore. La Puglia si è presa fin troppa munnezza, non ricevendo nulla in cambio, ha fatto qualcosa di molto più intelligente degli amministratori e governatori campani, ha trasformato la munnezza in materiale riciclato da produzione. Al nord hanno preso meno rifiuti ma li hanno presi.
parliamo piuttosto dell'inefficienza delle politiche ambientali nazionali, con particolare riferimento alla situazione di Napoli, ed evitiamo di confondere il resto della Campania con Napoli, visto che in Campania ci sono ben TRE province tra le più efficienti in tema di rifiuti. Cos'hanno fatto gli amministratori locali ed ex governatore? Si sono resi colpevoli di enormi danni ambientali e danni alla salute, facendosi corrompere dalla camorra
cosimo
22.06.2011 07:06
a Napoli devono imparare a gestire la propra monnezza e la propria camorra. Per 20 anni hanno chiesto aiuto e i soldi sono finiti in assunzioni per posti che costano ma che non producono risultati. Se sono messi alle strette si decideranno a fare le cose che vanno fatte senza ribaltare il problema al resto dell'Italia perchè è più comodo e vantaggioso cosi
piera esposti
21.06.2011 15:06
Il titolo su Vendola è chiaramente provocatorio, leggendo il vostro articolo si capisce che anzi la Puglia ha provato ad aiutare