Taglio emissioni, il Parlamento Ue respinge la proposta di portare il target al - 30%
Respinta la proposta di risoluzione del relatore olandese Bas Eickhout, che chiedeva di rendere più ambizioso l'obiettivo di riduzione dei gas serra al 2020. Sulla decisione degli europarlamentari ha evidentemente pesato la contrarietà della Polonia, sfavorevole anche ad un innalzamento del taglio al 25%
07 July, 2011
Il veto di Varsavia, evidentemente, ha ottenuto il suo scopo. Il Parlamento europeo ha bocciato la proposta di risoluzione a firma dell'olandese Bas Eickhout, del partito dei Verdi, che chiedeva di innalzare dal 20 al 30% (rispetto ai livelli del 1990) la percentuale di gas serra da tagliare entro il 2030. La proposta ha incassato 347 voti contrari, 258 favorevoli e 63 astensioni, nonostante si trattasse di un provvedimento non vincolante, ma soltanto di un segnale politico nella direzione di target ambientali più ambiziosi all'indirizzo della Commissione Ue e dei governi nazionali.
A sostenere l'inasprimento degli obiettivi, oltre ai Verdi europei, ci sono da tempo Paesi come il Regno Unito, la Francia e la Germania, ma anche la stessa commissaria europea all’Azione per il clima, Connie Hedegaard. Secondo il “fronte del sì”, questo sarebbe il momento più opportuno per adottare un target più severo, perché la crisi economica che ha investito l'Europa ha già determinato un calo delle emissioni. La strategia energetica Ue a lungo termine, inoltre, prevede che si giunga a un taglio dei gas serra dell'80% entro il 2050, un obiettivo che richiede step intermedi più coraggiosi di quelli del “pacchetto clima 20-20-20”.
D'altro canto, la misura è osteggiata da alcuni governi, come quello polacco, che recentemente aveva posto un esplicito veto all'ipotesi di innalzare l'obiettivo di riduzione della Co2 anche solo al -25%. Anche alcuni settori industriali particolarmente energivori, come le acciaierie e il comparto della lavorazione del vetro, si sono schierati da sempre contro il provvedimento, giudicandolo rischioso per la competitività economica dell'Unione europea. Preoccupazione evidentemente condivisa dagli europarlamentari, che hanno bocciato la proposta di Eickhout. Il relatore olandese, dal canto suo, non ha perso le speranze. «Questa volta – ha commentato – i conservatori hanno appoggiato la lobby industriale, ma sono sicuro che alla fine aderiranno anche loro alla prospettiva per il 2050». Intanto, però, il 2020 si avvicina a grandi passi e gli impegni dell'Europa restano fermi al -20%.