Raccolta estesa a piatti e bicchieri di plastica. Tornavacca (Esper): “Elemento positivo ma vigilare su pulizia materiale”
Il commento di Attilio Tornavacca, direttore generale di Esper, sulla proposta Corepla di estendere la raccolta differenziata a piatti e bicchieri di plastica monouso: “E’ un elemento positivo ma bisogna vigilare sulla pulizia dei materiali”
11 July, 2011
Corepla, nel suo ultimo consiglio di amministrazione, ha deliberato la proposta di allargare la raccolta a piatti e bicchieri di plastica monouso. Abbiamo chiesto un commento ad Attilio Tornavacca, direttore generale di Esper (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti).
Dott. Tornavacca, come giudica la proposta di Corepla?
E’ sicuramente un elemento positivo perché spesso la comunicazione che viene data sulla separazione della plastica genera equivoci rispetto agli oggetti che devono essere conferiti all’interno della raccolta differenziata: sovente finiscono nel circuito della raccolta oggetti in plastica (es. giocattoli) che non possono essere avviati al riciclo.
C’è però un problema legato alla pulizia dei materiali. Per piatti e bicchieri questo rappresenta una criticità. La stessa Corepla indica che i materiali vanno conferiti se puliti altrimenti potremmo trovarci di fronte a materiali impuri che vengono inseriti nella raccolta differenziata ma che al momento dei controlli potrebbero essere considerati scarti, non perché fuori dagli accordi Anci-Conai, ma per la presenza di residui organici.
L’eventuale allargamento della raccolta a piatti e bicchieri di plastica è quindi una notizia positiva ma bisogna vigilare affinché le amministrazioni comunali non si trovino ad affrontare difficoltà per rientrare nelle percentuali limite per le impurità, che sono già scese rispetto al passato.
Oggi esistono diversi progetti che promuovono l’utilizzo di stoviglie lavabili nell’ambito di feste e sagre. La proposta Corepla potrebbe disincentivare queste “buone pratiche”?
Il rischio in effetti c’è. Questa situazione andrebbe affrontata com’è successo per i sacchetti di plastica, indirizzandosi verso prodotti riutilizzabili o in materiali biodegradabili (biopolimeri) o in carta. Tentare di ridurre l’utilizzo delle stoviglie usa e getta non tocca però a Corepla ma toccherebbe al legislatore nazionale.