Milano: Expo 2015, i malumori sulla firma dell'accordo di programma
C'è l'accordo sull' acquisto e sull destinazione delle aree Expo. Approvato dalla Giunta l'accordo di programma andrà in consiglio comunale. Le obiezioni dei promotori dei referendum ecomilanesi, che temono non venga rispettato l'impegno a farne un parco permanente. Le obiezioni del centro sociale Sos Fornace: non ci hanno risposto neanche sulla bonifica.
13 July, 2011
Un accordo che non è condiviso da tutti. O, quantomeno, che non convince fino in fondo. Il giorno dopo la firma sull'accordo di programma (che dispone la destinazione successiva all'Expo delle aree che verrano usate per l'esposizione universale del 2015) i malumori ci sono.
Il documento, che include una variante urbanistica, prevede per il dopo manifestazione un indice di edificabilità dello 0,52, che il 56% dei terreni sia destinato a parco e che sia realizzato un quartiere residenziale di almeno 30 mila metri quadri. Inoltre il Comune venderà circa il 60% dei suoi terreni destinati a ospitare il sito ad Arexpo, una società pubblica creata appositamente dalla Regione Lombardia per acquisire i terreni del sito e coordinare lo sviluppo nel dopo manifestazione, incassando 5 milioni di euro (a fronte di una valutazione di 164,9 euro al metro quadro). Inoltre il comune entrerà quale socio proprio in Arexpo.
L'accordo infatti non garantirebbe, secondo il comitato promotore dei referendum ecomilanesi del mese scorso, la conservazione integrale del parco agroalimentare dopo il 2015 (come richiesto proprio da un dei quesiti referendari, approvato con il 95% dei "Sì").
Edoardo Croci, uno dei promotori dei referendum cittadini, ha affermato in una nota che "l'accordo non soddisfa le garanzie richieste. Oltre all'elevato indice di edificabilità, costituisce un elemento di preoccupazione l'indeterminatezza del piano complessivo sul futuro dell'area Expo, anche per quanto riguarda la tipologia degli insediamenti, la distribuzione dei volumi e la creazione di un vero e proprio parco e delle relative connessioni con gli ecosistemi delle aree verdi e delle acque.
Un altro dei promotori, il radicale Marco Cappato, ha dichiarato: "Valuteremo con attenzione i dettagli di un accordo per sua natura molto complesso. Posso intanto dire che, contrariamente a quanto afferma il Presidente della regione Lombardia Formigoni, non mi pare che l’accordo di per sé fornisce garanzie per impedire che Expo si trasformi in una grande operazione di speculazione edilizia, a vantaggio di pochi gruppi di potere". "Pisapia - continua Cappato - poteva prendersi qualche settimana in più per coinvolgere proposte e idee nella direzione della valorizzazione ambientale".
La firma dell'accordo ha anche messo in difficoltà l'assessore Stefano Boeri, che l'ha messo per iscritto sul suo profilo di Facebook: "Una giunta in cui credo moltissimo che deve decidere su un accordo di programma che non condivido". Boeri ha comunque votato in giunta comunale la delibera che recepisce l'accordo.
Insoddisfazione espressa anche dal centro sociale Sos Fornace di Rho, che sul suo sito internet ha scritto un articolo dal titolo "Expo 2015: il vento del cambiamento porta una colata di cemento". "Rimane il silenzio assordante di tutti sulla questione dell’inquinamento dei terreni del sito Expo, da noi sollevato alcune settimane fa", si legge nell'articolo, che prosegue: "Sul 40% dei terreni non è stata fatta alcuna analisi, in quanto uno dei privati, a detta della società Expo, non avrebbe autorizzato i carotaggi. Una volta chiusa la partita dell’acquisizione delle aree, se si scoprisse che quei terreni sono inquinati, gli ingenti costi di bonifica spetterebbero alla società di Expo 2015, cioè si farebbe con denaro pubblico, per la gioia dei privati che, una volta chiuso l’affare, avrebbero solo da incassare…".
Le aree sulle quali sorgerà l'Expo
L’area che costituisce oggetto dell’Accordo di Programma ricade nei territori del Comune di Milano, nella zona a nord-ovest della città e del Comune di Rho. Ha un’estensione complessiva di circa 1.100.000 metri quadri ed è composta soprattutto
da aree non edificate a destinazione agricola e in stato di sottoutilizzo, le cui proprietà risultano così
articolate: Fondazione Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano (per circa 520.000 mq), società Belgioiosa S.r.l. (per circa 260.000 mq), società Poste Italiane S.p.A. (per circa 80.000 mq), Comune di Rho (per circa 120.000 mq), Comune di Milano (per circa 51.000 mq).
L’area è attraversata da alcuni elementi del reticolo idrico secondario (rogge e derivatori secondari del canale Villoresi) e dal torrente Nirone/Fugone/Merlata/Guisa, lungo il cui corso è identificato un ambito di rilevanza paesistica, in corrispondenza della Cascina Triulza. All’interno del perimetro dell’AdP ricade il Centro di Meccanizzazione di Poste Italiane.
Qui sotto, la cartina delle aree dove sorgerà Expo.