Fotovoltaico, la Regione Sicilia chiede di abolire il Registro dei grandi impianti
Dopo l'ammissione di aver commesso degli errori nella compilazione della graduatoria, il Gse deve fronteggiare anche l'attacco del governatore Lombardo, furioso per il limitato numero di impianti siciliani ammessi agli incentivi. Secondo il presidente della Regione Siciliana, il problema sta nei criteri troppo rigidi per l'iscrizione al Registro, che dovrebbe addirittura essere cancellato
21 July, 2011
Cancellare il Registro dei grandi impianti fotovoltaici previsto dal Quarto conto energia. È la richiesta di Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia, che accusa il Gse di aver penalizzato la sua regione nella compilazione della lista degli impianti di grossa taglia ammessi agli incentivi. Il Gestore dei servizi energetici, in realtà, ha già ammesso alcuni errori materiali nella stesura dell'elenco, e sta lavorando alla riformulazione della graduatoria. Lombardo, in ogni caso, contesta la stessa impostazione del Registro e non condivide la scelta dei requisiti per l'iscrizione. A scatenare le sue ire è stato soprattutto il confronto con la Puglia. La graduatoria Gse, infatti, assegna alla Puglia il 60% della potenza incentivata, mentre alla Sicilia è andato solo l’8%. Un disparità di trattamento che, secondo il presidente siciliano, dipende dalla regolamentazione più severa in vigore nella sua regioni, che rappresenterebbe una garanzia maggiore del rispetto delle leggi, ma rallenterebbe inevitabilmente l'iter burocratico per l'iscrizione degli impianti nel Registro. «In Puglia – spiega il presidente della Regione – è sufficiente la presentazione di una Dia (Dichiarazione di inizio attività) per qualsiasi impianto fotovoltaico, di qualsiasi tipo e potenza. In Sicilia, al contrario, esiste una regolamentazione che tiene conto delle tipologie di impianti, delle potenze prodotte, dell’impatto ambientale e di diversi altri fattori».
Sarebbe stata dunque la burocrazia più agile, e quindi la maggiore rapidità nella presentazione delle domande di iscrizione, a favorire l’ingresso in graduatoria di un gran numero di impianti pugliesi, ma Lombardo non ci sta. «Una simile scelta – commenta – disegna uno scenario nel quale si incentiva un’imprenditoria incontrollata e si penalizza chi ricorre alle energie rinnovabili, e in particolare al fotovoltaico, tutelando il territorio, garantendo la trasparenza e promuovendo lo sviluppo dell’imprenditoria sana». Per risolvere quella che ritiene una grave anomalia, il governatore non vede altra soluzione che riformare, se non addirittura cancellare, il Registro dei grandi impianti introdotto dal Quarto conto energia. I criteri per l’accesso alla graduatoria, per Lombardo, sarebbero infatti troppo rigidi, tanto da mettere a rischio il funzionamento stesso del nuovo regime di incentivi, «soprattutto per i progetti già avviati o in fase avanzata».
Per far valere le proprie ragioni, la Sicilia è pronta a fare la voce grossa. Se la situazione non dovesse cambiare, infatti, Lombardo intende ricorrere nelle sedi amministrative contro il decreto Romani e il Conto energia, sollevando gli stessi dubbi di incostituzionalità già avanzati da alcune aziende del settore. «Alla luce del definitivo abbandono del nucleare sancito dal recente referendum – conclude Lombardo – chiediamo al Ministero di intervenire per rivedere i criteri utilizzati e incrementare le risorse per l’incentivazione alle energie alternative». E, soprattutto, abolire il Registro dei grandi impianti.