Smog nei capoluoghi italiani: per l'Istat l'aria nel 2010 è migliore
L’analisi annuale dell’Istat sugli indicatori ambientali, pubblicata il 26 luglio, segnala un miglioramento nella valutazione della qualità dell’aria nelle città capoluogo oggetto di rilevazione. Benché emergano dei segnali positivi rispetto al vecchio scenario, permangono nel 2010 situazioni di criticità. 51 i comuni che hanno superato le 35 giornate di sforamento del valore limite di 50 mcg/mc. La quota maggiore dei superamenti (63,3%) si registra in corrispondenza di stazioni con livelli di traffico medio-alti. Napoli in vetta alla classifica con 75 giorni in meno di superamento rispetto al 2009, mentre Bologna detiene il primato inverso con 13 giornate in più
29 July, 2011
Alla fine del 2010 continua a diminuire, nei comuni ove il PM10 è monitorato, il numero medio di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana, attestandosi a 44,6 giorni, quasi dieci giorni in meni rispetto ai 54,1 giorni registrati nel 2009.
Hanno contribuito alla riduzione sia fattori meteo-climatici, sia la maggiore diffusione di auto meno inquinanti, la limitazione della circolazione in molti comuni, nonché le modifiche apportate dalle amministrazioni comunali alla viabilità urbana.
Per il numero di giornate di superamento dei limiti del PM10 troviamo nelle prime tre posizioni con i più consistenti miglioramenti della qualità dell’aria da PM10 i comuni di Siracusa, Avellino e Napoli, mentre nelle ultime si collocano i comuni di Benevento, Rimini e Cagliari;
Perdono numerose posizioni il comune di Messina (-23 posizioni), a causa dell’interruzione delle misurazioni con centraline fisse degli inquinanti atmosferici, e di Cagliari (-15 posizioni), che registra un sensibile peggioramento del numero di superamenti dei limiti previsti per il PM10, giunto a 98 giorni, 39 in più dell’anno precedente.
Sono comunque 51 i capoluoghi in cui nel 2010 è stata superata la soglia delle 35 giornate oltre le quali sono sempre necessarie misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di materiale particolato, a cominciare dalla limitazione del traffico urbano.
Benché emergano dei segnali positivi in termini di valutazione della qualità dell’aria, permangono nel 2010 situazioni di criticità.
La quota maggiore (63,6%) dei superamenti del valore limite per la protezione della salute umana è registrata in corrispondenza di stazioni di tipo traffico, ovvero di punti di campionamento rappresentativi dei livelli d’inquinamento determinati prevalentemente da emissioni provenienti da strade limitrofe caratterizzate da flussi di traffico medio-alti. Ciò sta a indicare che i trasporti
stradali costituiscono la principale sorgente antropica da cui ha origine il PM10.
I giorni di superamento dei limiti, per il particolato con diametro minore di 10 μm, si riducono nel
2010 anche nelle città con più di 250 mila abitanti. Tra le città con riduzioni dei giorni di superamento, Napoli registra 75 giornate in meno rispetto al 2009, Genova 39, Bari 38, Roma 28 giornate, Verona 23, Firenze 22, Milano 21, Torino 20 e Catania 16. Tra le grandi città in controtendenza figurano Bologna (+13 giornate), Venezia (+7) e Palermo (+3).
Da segnalare comunque che Genova, Catania e Bari non oltrepassano la soglia dei 35 superamenti annui.
La valutazione della qualità dell’aria viene effettuata tramite apposite stazioni fisse, coordinate e gestite da un unico centro operativo in base a criteri omogenei, in cui sono installati strumenti automatici (analizzatori), ognuno dei quali consente di misurare la concentrazione di uno specifico
inquinante.
Nel 2010, per l’insieme dei comuni capoluogo di provincia, si rileva un valore di 2,1 centraline fisse di monitoraggio della qualità dell’aria per 100 mila abitanti, con una riduzione del
3,2% rispetto all’anno precedente.
Ad Aosta e Mantova si registrano, nello stesso anno, i valori più alti (rispettivamente 11,4 e 10,3 centraline per 100 mila abitanti); la disponibilità più bassa si osserva a Milano (0,6 centraline per 100 mila abitanti), Bologna (0,5) e Roma (0,5).
Dal 2009 al 2010 diminuiscono (da 12 a 10) i comuni capoluogo di provincia non dotati di centraline fisse o con
analizzatori non funzionanti; gli unici nuovi siti fissi per la misurazione continua degli inquinanti sono stati installati a Barletta e Iglesias.