Il punto sui rifiuti – Avellino e Caserta contro i trasferimenti fuori provincia, intanto ripartono i camion per la Liguria
I presidenti Sibilia e Zinzi impugnano l'ordinanza di Caldoro che autorizza il trasferimento quotidiano di 800mila tonnellate di rifiuti napoletani negli impianti di San Tammaro e Savignano Irpino. Nelle prossime ore il pronunciamento del Tar del Lazio. Pronto, intanto, il bando per la costruzione del digestore di Tufino
02 August, 2011
Le Province non ci stanno. L'ordinanza del governatore Caldoro con cui è stato disposto il trasferimento dei rifiuti napoletani negli impianti di San Tammaro (Caserta) e Savignano Irpino (Avellino) è stata impugnata dinanzi al Tar del Lazio dai presidenti delle Province interessate, e tutti i protagonisti della vicenda sono stati convocati dal presidente del Tribunale amministrativo in persona, Giorgio Giovannini. Il provvedimento varato da Caldoro, il terzo di questo tenore nell'ultimo mese, prevede che fino al 9 agosto ciascuno dei due impianti in questione accolga 400 tonnellate al giorno di spazzatura proveniente da Napoli e provincia. Un'imposizione che gli amministratori provinciali non hanno gradito.
Il rischio, secondo Cosimo SIbilia, presidente della Provincia di Avellino, è che l'immondizia di Napoli finisca col riempire anche gli impianti irpini, gettando lo spettro dell'emergenza anche su un territorio che finora ne era stato immune. «Nel giro di un paio di mesi anche la terza vasca di Pustarza sarà colma – denuncia Sibilia - Da quel momento in avanti, anche la provincia di Avellino dovrà fare i conti con l'emergenza». Una preoccupazione condivisa dal collega casertano, che ha firmato insieme a lui il ricorso al Tar.
La decisione del Tribunale amministrativo è attesa per le prossime ore, e potrebbe basarsi sull'ordinanza del 27 luglio scorso, in cui lo stesso Tar del Lazio stabiliva che per poter autorizzare i trasferimenti fuori provincia, tutte le discariche del napoletano devono essere esaurite. Una condizione che, secondo i presidenti di Avellino e Caserta, non sussiste in questo momento. Il nodo principale sembra legato alla discarica di Terzigno, che secondo alcune dichiarazioni, poi ritrattate, della Sapna (Sistema ambiente Provincia di Napoli Spa), non sarebbe «piena», ma utilizzata per sversare i rifiuti del comuni vesuviani, in virtù di un accordo con i sindaci. «Allora – si chiede il legale della Provincia di Avellino, Giancarlo Viglione - le discariche sono piene o vengono utilizzate per i rifiuti di altri Comuni?».
La sostanza, in ogni caso, è sempre la stessa: nonostante siano anche ripresi i trasferimenti fuori regione (verso la Liguria), che dovrebbero permettere di svuotare il sito dell'ex Icm tra Barra e Ponticelli, sulle strade di Napoli resta ancora parecchia spazzatura, anche se i volumi arretrati sembrano il leggera flessione rispetto ai giorni scorsi. Secondo Raphael Rossi, presidente di Asia, restano per strada circa 850 tonnellate di rifiuti (ieri erano 1.000), difficili da smaltire perché «Gli stir sono quasi saturi». Una situazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi se il Tar decidesse di bloccare gli invii nelle province limitrofe.
La soluzione potrebbe venire dall'accordo, annunciato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris come ormai imminente, con un Paese straniero per il trasferimento via nave dell spazzatura in giacenza. Sulla destinazione dei rifiuti c'è ancora il più stretto riserbo, ma le voci parlano di uno Stato del nord Europa, forse Germania o Norvegia, dove i grandi progressi della differenziata degli ultimi anni fanno sì che gli impianti di smaltimento lavorino a regime ridotto. Proprio sul versante differenziata, intanto, la Provincia di Napoli ha annunciato l’assegnazione dei fondi per promuoverla: circa 1,5 milioni di euro per l’acquisto di automezzi, macchinari ed attvezzature in 58 Comuni virtuosi. Sempre per quanto riguarda la disponibilità finanziaria, De Magistris ha dichiarato di aver chiesto a Berlusconi «un provvedimento affinchè i due miliardi di euro che sono bloccati in Regione a causa del Patto di stabilità possano essere usati».
Qualcosa si muove, intanto, sul fronte degli impianti: è pronto per la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea il bando per la progettazione, realizzazione e gestione del digestore anaerobico di Tufino, che tratterà la frazione organica dei rifiuti. Le aziende interessate potranno candidarsi fino al prossimo 24 ottobre e la ditta vincitrice avrà in gestione l'impianto per 12 anni. Proseguono, infine, le ispezioni della Direzione investigativa antimafia negli impianti di stoccaggio e trasferenza della spazzatura. Ieri sono state controllate 3 imprese e 17 persone in località Caposigni a Terzigno, e altre 4 imprese in località Difesa a Roccarainola, nel nolano.