Rinnovabili, le aziende tremano per la Robin tax
Il Governo punta a incassare circa 3 miliardi e mezzo in tre anni estendendo la tassa sul reddito delle società anche alle piccole imprese energetiche. L'aliquota, inoltre, dovrebbe essere aumentata di quattro punti. Gli operatori delle rinnovabili, già fiaccate dall'incertezza normativa degli ultimi mesi, temono che la nuova imposta possa rappresentare il colpo di grazia per il settore
22 August, 2011
Si chiama Robin tax, in onore del leggendario arciere che rubava ai ricchi per dare ai poveri. L'imposta, nata tre anni fa per tassare gli extra profitti delle società petrolifere, potrebbe ora rivelarsi un vero e proprio boomerang per le aziende del settore delle rinnovabili. La manovra bis da 45 miliardi elaborata dal governo per fronteggiare la crisi, infatti, prevede che la tassa venga estesa anche agli operatori energetici più piccoli. Se la misura venisse confermata, l’imposta addizionale Ires (Imposta sul reddito delle società) potrebbe essere incrementata di quattro punti, passando dal 6,5% al 10,5%, e la sua applicazione potrebbe essere estesa a tutte le imprese energetiche con ricavi superiori a 10 milioni , incluse quelle che operano nel settore delle rinnovabili.
Finora, invece, la Robin tax veniva applicata solo alle imprese con ricavi che superano i 25 milioni, e, per quanto riguarda le fonti verdi, interessava solo l'energia idroelettrica. Se il governo dovesse confermare le intenzioni iniziali, la misura dovrebbe essere applicata già ai redditi del 2011. Il governo punta, con l'estensione e l'inasprimento dell'imposta, di incassare in tre anni oltre tre miliardi e mezzo di euro, ma gli operatori del settore sono già sul piede di guerra.