Quarto conto energia, anche l'Enel ricorre al Tar
Non si arresta la serie di iniziative amministrative contro il decreto Romani e il Quarto conto energia. Anche la società di distribuzione del gruppo Enel si è appellata al Tar del Lazio, contestando gli articoli del decreto che prevedono un indennizzo per i titolari degli impianti allacciati in ritardo alla rete elettrica. A febbraio la prima udienza
23 August, 2011
Enel distribuzione ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il cosiddetto decreto Romani (il Dm 5 maggio 2011), appellandosi in particolare contro la parte del provvedimento che ha ridefinito gli incentivi per gli impianti fotovoltaici. Il ricorso, più nel dettaglio, riguarda gli articoli 7 e 20 del decreto, che riguardano la disciplina degli indennizzi automatici in caso di mancato o ritardato allaccio degli impianti fotovoltaici alla rete elettrica. Il Quarto conto energia, infatti, per esplicita volontà del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, stabilisce che in caso di ritardo dell'allaccio alla rete imputabile alla società di distribuzione dell'energia sia proprio il distributore a versare un indennizzo al titolare dell'impianto.
Quella di Enel distribuzione, comunque, non rappresenta la prima iniziativa amministrativa contro il nuovo sistema di incentivazione delle rinnovabili. Almeno un centinaio di aziende del settore, infatti, hanno già impugnato il decreto dinanzi al Tar, mentre altre 150 imprese hanno incaricato l'associazione Sos rinnovabili di avviare un'azione legale collettiva. Le prime sentenze del Tribunale amministrativo sono attese per l'inizio del 2012. Il 23 febbraio prossimo, infatti, è in programma la prima udienza. Anche gli investitori stranieri attivi in Italia nel settore fotovoltaico, riuntiti nel gruppo Photovoltaic operators investors, hanno presentato un ricorso contro lo Stato italiano chiedendo un risarcimento di 500 milioni di euro per i danni causati dalle nuove norme in materia di incentivi.
Le aziende del fotovoltaico, inoltre, hanno chiamato in causa anche la Corte di giustizia Ue, accusando il Decreto Romani di limitare la crescita del fotovoltaico, al contrario di quanto prevede la direttiva che dovrebbe recepire. Presentati appelli anche alla Corte dei Conti, poiché secondo gli operatori del settore il provvedimento comporterebbe il rischio di pesanti esborsi da parte dello Stato. Tra le tante iniziative di protesta, infine, una segnalazione all'Antitrust, motivata dalla presunta “anticoncorrenzialità” del Quarto conto energia, accusato di favorire gli affari dei grandi gruppi industriali a danno delle piccole imprese.