Un’app per non sbagliare la differenziata: arriva da un diciottenne
Eco dalle città intervista Francesco Cucari (18) ha creato e reso disponibile on line un’applicazione per smartphone dedicata a tutti quelli che vogliono fare una raccolta differenziata di qualità: una sorta di rifiutologo in grado di risolvere tutti i dubbi dei cittadini in modo rapido, comodo, e (per ora) gratuito
24 August, 2011
C’è chi ci mette diciotto anni a capire dove buttare il tetrapak e chi a 18 anni mette on line un’app per smartphone con un dizionario dei rifiuti che conta già oltre 500 voci. Un “dove lo butto” aggiornatissimo e facile da consultare, soprattutto per tutti quelli che sono consapevoli di avere un rifiutologo pieghevole da qualche parte, però appunto, una qualche parte non meglio identificata. Incuriositi dall’idea abbiamo telefonato a Francesco (Cucari, di Rotondella, Basilicata, ultimo anno di liceo scientifico).
Ciao Francesco, ci racconti come ti è venuta l’idea di un'app per i rifiuti?
Nel mio paese hanno da poco introdotto un sistema di raccolta differenziata porta a porta e abbiamo assistito alla moltiplicazione dei bidoni! Ho notato subito che la gente faceva fatica a capire dove buttare le cose, sentivo spesso ripetere “E questo dove si butta?”. Così ho pensato di realizzare un’applicazione che suggerisse alle persone la risposta giusta. La mia app per ora è gratuita, ed è scaricabile dal sito di Android (piattaforma Google) dal 17 agosto.
Come saprai il conferimento dei rifiuti non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Come hai fatto ad aggirare il problema e fare in modo che l’app funzioni per tutti?
Ho fatto parecchie ricerche, confrontando fonti diverse: le indicazioni delle aziende di raccolta e smaltimento, come l’Ama, l’Amsa, l’Asia, ma anche consorzi di bacino in tutta Italia. Ho consultato anche parecchi dizionari, e in linea di massima devo dire che non ho avuto problemi. Certo, la tipologia di raccolta varia da un Comune all’altro, ma non ho riscontrato grosse contraddizioni. Più che altro in molti comuni si trova la raccolta multi materiale, quindi può capitare che un pezzo di polistirolo, che va nella plastica, in un paese vada assieme alle bottiglie di vetro e in quello vicino ci sia un’apposita campana per la plastica. Per questo la mia applicazione fornisce come indicazione sempre solo la tipolgia, che poi è quella della destinazione finale, non il cassonetto. Le risposte possibili corrispondono ad otto categorie di rifiuti: umido, plastica, vetro, lattine, carta, secco indifferenziato, materiale pericoloso, materiale ingombrante.
Secondo te quali sono gli errori che la gente fa più spesso, magari anche fra le persone che conosci?
Mah… nella mia famiglia siamo sempre stati tutti molto attenti, quindi è un po’ difficile valutare la cerchia più ristretta. Certo, i miei amici per esempio buttavano il bicchiere di plastica nella plastica, e non si deve, però non è che facciano errori madornali. In generale direi che il problema è più che altro la pigrizia. Magari uno è per strada con una lattina in mano e quando la finisce non ha voglia di andare a cercarsi il cassonetto dell’alluminio, se trova prima quello dell’indifferenziato lo butta lì punto e basta.
Ok, facciamo una prova virtuale: secondo la tua app lo scontrino dove va a finire?
Lo scontrino…mmm… indifferenziata!
Il piatto di plastica?
Vediamo…indifferenziata anche questo.
Il sacchetto di plastica biodegradabile?
Nell’umido organico.
Ma se non è compostabile?
?
Sì, sai che adesso ci sono parecchi tipi di sacchetto e molti di questi sono biodegradabili, ma non possono andare negli impianti di compostaggio. Tu non hai “differenziato” anche i vari tipi di sacchetto, vero?
Mmm…no. E’ anche per questo che per ora l’app è gratuita… Voglio testare le reazioni della gente e migliorarla, ascoltando i vari suggerimenti. L’interfaccia è molto semplice, tu scrivi la parola e se non è presente nel dizionario puoi mandare istantaneamente un sms o una mail allo sviluppatore per segnalarlo. Così il dizionario cresce!
Ti ha aiutato qualcuno?
No, ho fatto tutto da solo, senza contributi. Non lo sapevano nemmeno i miei amici, è stata una sorpresa. Certo, se qualche consorzio, o un’azienda, fosse interessato al mio progetto, magari anche per implementarlo, io sarei felicissimo. Insomma, io la butto in aria, sperando che qualcuno raccolga…
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito di Francesco: app.jaikappa.it.