Il Po spazzatura: puzza e rifiuti nel centro città
Infestato da alghe e zanzare, la delusione dei turisti. I residenti protestano: non possiamo aprire le finestre - La Stampa del 26.08.2011
26 August, 2011
di Emanuela Minucci
Il pullman a due piani zeppo di turisti indugia sul ponte della Gran Madre. La vista è mozzafiato. Troppo bello? No, puzzolente. Perché in riva al Po, ormai da troppe settimane, la vista la annusi per forza. I miasmi che arrivano dal fiume in secca invaso da alghe e parassiti ti bucano le narici. E questo sarebbe uno degli angoli più suggestivi di Torino?
Zanzare all’alba
Il turista tedesco chiede di scendere dal bus per fare un filmino con l’iPhone. Non è un film denuncia da spedire al Festival Cinema Ambiente, quindi non si soffermerà sui cumuli di sporcizia vomitati dai Murazzi e accumulati lungo le gradinate e sui pilastri del ponte. Il giovane di Amburgo, nonostante le sue buone intenzioni, verrà punito comunque da decine di zanzare e moscerini che stazionano a nuvole attorno ai lampioni e a pelo d’acqua fin dal primo mattino.
Poltiglia verdastra
Che sta succedendo al Po? Che cosa penseranno i malcapitati viaggiatori a bordo dei battelli Valentino e Valentina, costretti a fare lo slalom fra poltiglia verdastra e maleodorante? Ma soprattutto, quanto di questo fiume ridotto a palude finirà nelle foto ricordo dei turisti? «Ho trovato una città molto pulita - spiegava ieri, stranita, François Sorel in arrivo da Lione - ma la vista di questo fiume quasi in secca e così tanto puzzolente mi ha molto deluso. Ero già venuto a Torino a gennaio, e il fiume era bellissimo, non capisco che cosa sia successo».
«Tutta colpa dell’afa»
Il problema delle alghe, come spiegano sia al settore Ambiente del Comune sia all’Autorità di bacino, è un problema climatico: «Si ripresentano ogni anno, con il gran caldo e in questi giorni di afa africana a pelo d’acqua si è sviluppata un’autentica giungla». E poi a gennaio, va da sé, si bevono meno lattine di birra e passano più spazzini.
Il blitz dell’assessore
Saranno state parecchie disgrazie a congiurare, ma ieri mattina al capezzale del Po malato sono arrivati sia l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta sia i supertecnici dell’assessore Lubatti (che, oltre al Traffico, ha la delega a ponti, canali e fognature). L’Amiat è stata avvertita e ha cominciato a tagliare un po’ di alghe. Oggi l’operazione pulizia continuerà, con spazzini imbragati che scenderanno sotto il ponte per ripulirne le basi.
La rabbia dei residenti
E mentre oggi «La Stampa» denuncia questo buco nero (meglio, limaccioso) nel cuore del centro, ieri alcuni residenti di Lungo Po Cadorna si dicevano esasperati: «Abbiamo provato da giorni a telefonare all’Amiat - spiegava arrabbiatissima Lucia Romualdo, 49 anni, residente in via Matteo Pescatore -, con questo caldo torrido non possiamo neppure più aprire le finestre perché entrano sciami di moscerini e zanzare. È peggio di tutti gli altri anni: secondo me quest’anno il Comune, a corto di fondi, non ha fatto neanche la disinfestazione».
Mancano i fondi
Che Palazzo Civico abbia qualche problema di bilancio è cosa nota, ma l’assessore Lavolta assicura che la disinfestazione è stata fatta identica agli altri anni. «E anche nel 2003, insieme con l’invasione delle alghe, ci fu quella degli insetti, è una questione climatica». Sarà, ma intanto a pelo d’acqua galleggiano lattine, palloni sgonfi, e persino una tutina da neonato. Sarà colpa del buco nell’ozono, ma sul Po, quest’anno, insieme con le alghe fiorisce anche il rifiuto vulgaris, quello che dovrebbe finire nei cassonetti .
E la diga?
E dire che quest’anno, a rendere la secca del Po meno secca, c’è la costosissima diga da 2 milioni di euro voluta dall’ex assessore Maria Grazia Sestero: «Per fortuna che c’è - spiegavano ieri i tecnici del Comune - perché provvede ad alzare il livello dell’acqua e quindi a diminuire gli effetti collaterali da abbassamento del letto con tutte le loro conseguenze».
Chi elimina le alghe?
Il Comune, anche volendo, non può rimuovere totalmente le alghe. Si deve limitare, come un abile coiffeur, a spuntarle. Motivo? Si tratta comunque di una «proliferazione naturale» e se ne deve quindi occupare l’Autorità di Bacino. Contattarla è facile almeno quanto pescare un salmone reale ai Murazzi.