La nuova Ztl, l'assessora Donati: «Mai più politici nelle preferenziali»
La responsabile della Mobilità: «A settembre si comincia, controlli a sorpresa sui taxi. E sconti a nessuno» - dal Corriere del Mezzogiorno del 26.08.2011
26 August, 2011
Simona Brandolini
Anna Donati sa di essere un'assessora con le ore contate. Nel senso che tempo una settimana Napoli ripiomberà nel meno creativo dei caos possibili, quello causato da un esercito di automobilisti in coda, in attesa, il più delle volte, di sistemare la propria auto sotto il proprio naso. E lei, che ha la delicata delega della Mobilità, non dormirà sonni tranquilli.
Dunque da dove riprenderà?
«Semplice, attuando i provvedimenti di luglio».
Assessore a Napoli di semplice non c'è nulla.
«Condivido, ma, come dire, il solco è tracciato e indietro non si torna».
Quindi partirete dalla mega Ztl del centro storico?
«Una grande sfida: in via Foria, Duomo, via Toledo, dalle 7 alle 18 potranno entrare solo residenti, mezzi pubblici, di soccorso e disabili. Nessun altro. Si parte il 22 settembre con il blocco di via Toledo verso piazza Dante. Entro il 20 ottobre tutta l'area sarà a traffico limitato, anche via Duomo non sarà più la scorciatoia che è ora».
Ma perché, oggi non è così?
«Assolutamente no. Attualmente la Ztl parte alle 10 di mattina, quando lavoratori e studenti, che rappresentano il 50 per cento della mobilità, sono già belli e che entrati. Dunque stop a tutti».
Scusi il restante 50 per cento, chi sono?
«Per chi si occupa di traffico sono la vera rogna: quelli che si muovono per servizi o tempo libero, difficilissimo gestirli».
Ma siete convinti.
«Convinti e consapevoli che dobbiamo diminuire una pressione insostenibile che crea poi i comportamenti scorretti che tutti conosciamo».
Come si accederà a questa zona off limits?
«I varchi sono a ridosso della metro. C'è la linea R2, che va da Garibaldi al Municipio e dal 10 settembre partirà una linea dedicata, su gomma, che farà il giro del perimetro dell'area, la C55».
Come farete a controllare?
«In una prima fase ci saranno i vigili e stiamo predisponendo un sistema di videocontrollo in via Pessina e via Duomo. Laddove c'è, cioé in piazza del Gesù, abbiamo verificato che funziona e soprattutto evita i contenziosi visto che si fotografa la targa».
Tutti favorevoli?
«I cittadini sì, i commercianti volevano addirittura la pedonalizzazione, qualche problema l'abbiamo con i carrozzieri».
I carrozzieri?
«Già: credono che non faranno più affari. Ma non è così visto che dovrebbero servire il territorio di appartenenza. Ma non ci saranno deroghe. De Magistris ci ha fatto la campagna elettorale su questi temi e non si torna indietro. Napoli dal 15 settembre sarà anche una delle poche città italiane che ha aderito alla settimana della mobilità sostenibile. Più chiari di così».
In passato qual è stato l'errore più grande?
«Le deroghe. Fare un provvedimento e poi stravolgerlo».
Ci fa un esempio?
«Il Borgo Marinari era pedonale. Poi hanno cominciato a concedere deroghe ed era ridiventato un ammasso di lamiere. Ebbene, noi stiamo reggendo a tutte le pressioni possibili. Perché lì per lì tutti avevano accettato di buon grado la pedonalizzazione, pensando che dopo una settimana sarebbero partite le deroghe».
E invece picche.
«Ma non sarà l'unico caso».
Cioè?
«A settembre ridisegnerò le corsie preferenziali, ma che saranno riservate solo a taxi, mezzi pubblici, di soccorso e disabili. Già adesso sto dicendo parecchi no».
Cioè?
«Le ho detto nessuna deroga e così sarà anche per sindaco e assessori».
E presidenti e assessori regionali eccetera, eccetera.
«Nessuno. Un provvedimento rigoroso deve essere equo. Tra un cittadino e un'autorità non deve esserci differenza».
Saranno felici i tassisti.
«Certo, ma anche in questo caso saremo rigorosi sulla correttezza delle tariffe. Il costo iniziale delle corse è contenuto, tuttavia abbiamo centinaia di denunce di tariffe gonfiate, di taxi in sosta per ora. Stiamo pensando di mettere su un servizio di controllo a sorpresa, i mistery client, per verificare tutti i servizi al cittadino».
Resta il problema dei parcheggi. Chi viene da fuori Napoli dove mette l'auto? A che punto è il piano approvato nel '98?
«È una questione complicata. Partiamo dalle buone notizie: a metà settembre aprirà il parcheggio di interscambio del Frullone con 650 posti. Ma nel frattempo ho fatto fare dagli uffici una ricognizione: il piano parcheggi era pronto nel '98, ma poi la Iervolino nel 2002 divenne commissario e la strategia cambiò».
Cioè?
«Io credo che i privati siano utili alle città, ma è la pubblica amministrazione che deve decidere cosa serve alla città, non viceversa. Alcuni progetti diciamo che sono incoerenti e sbagliati. Pensiamo al Vomero, tre furono bloccati proprio dalla passata giunta. Insomma stiamo capendo cosa è successo».
Ma, secondo lei, cosa serve a Napoli?
«Parcheggi di interscambio a ridosso delle linee ferroviarie e parcheggi per residenti. Ma veri, non quelli che, ora, sono stati trasformati in megastrutture, in attrattori di traffico. Devono essere venduti o fittati ai residenti a prezzi contenuti. Insomma non ci saranno speculazioni».
Ztl, parcheggi, poi?
«Poi una pista ciclabile».
È il sogno di ogni amministratore ma non si realizza mai.
«Questa è un'eredità passata ed è già appaltata. Tempo sei mesi e si realizzerà da Bagnoli a San Giovanni, perché non serviranno opere infrastrutturali, verrà ridisegnato il percorso con segnaletica e protezioni».
Altra questione bruciante sono le partecipate in deficit. Come farete a renderle efficienti?
«Prima cosa accorpando Anm, Napolipark e Metronapoli, un'unica società, con un'unica sede e un unico consiglio di amministrazione. Ma non siamo strabici. I tagli nazionali e regionali nel settore trasporti ci tarpano le ali. Il paradosso che potrebbe verificarsi, per esempio, è che vengano aperte le stazioni nuove della metro ma non ci siano i treni e le corse. Con pochi soldi, dunque, dobbiamo efficientare l'intero sistema. L'altra questione è il personale, serve una mobilità interna: perché se ho molti inidonei in un'azienda li posso spostare ad altra mansione. Su questo stiamo lavorando in sintonia con i sindacati».
Perché Maria Antonietta Sannino è stata mandata via da Metronapoli?
«Semplice: era in Metronapoli e nel Consorzio unico. Io la stimo moltissimo, è una professionista eccellente, ma c'era un conflitto evidente. Tanto che è capitato che certe volte si scriveva le lettere e poi rispondeva. Infine con Realfonzo sono sorti problemi di interpretazione del bilancio evidente. Ma la stessa delibera sarà fatta per l'Anm e quindi anche per Anm avremmo una figura intermedia prima dell'accorpamento».
Quando è arrivata a Napoli ha detto che il suo pallino era piazza Garibaldi, non è che si sta distraendo?
«Macché, è un'ossessione. Ci passano ogni giorno 200-300 mila persone e quando si affacciano alla piazza cosa vedono: rifiuti, ambulanti, neanche un cartello. Da qui è nata la delibera con Narducci e D'Angelo».
Ma Narducci e D'Angelo per quella delibera hanno litigato: uno vuole la linea durissima, l'altro un occhio ai più deboli. Lei con chi sta?
«Trovo che si è aperto un dibattito interessante. Diciamo che per me la soluzione trovata sia giusta. Io sono un utente e sto dalla parte degli utenti: non posso essere assediato appena varcata la stazione. Altresì per la mia cultura sono solidale con i più deboli sempre, ma devono essere deboli davvero e se vogliono, come previsto dalla delibera, possono cominciare un percorso di legalizzazione».
Se lei fosse il sindaco quale sarebbe la sua priorità?
«Su questo non ho dubbi. La macchina comunale così com'è non funziona. Ogni volta che apro un cassetto ci trovo un progetto, un mezzo appalto, una quasi delibera. Serve una riorganizzazione maniacale. E più rigore da parte di tutti. A cominciare da me».