Il Comune vuole riaprire la discarica di Basse di Stura
Il sito può ancora ospitare 250mila metri cubi di rifiuti o assimilabili, che varrebbero dieci milioni di euro - da La Stampa Torino del 31.08.2011
31 August, 2011
Andrea Rossi
La richiesta ufficiale non è ancora arrivata. Però se ne parla da giorni. E il vicesindaco Tom Dealessandri spiega: «È una delle ipotesi che stiamo valutando, insieme a molte altre, nel contesto degli equilibri di finanza pubblica». La coperta è corta, gli ultimi tagli contenuti nella manovra minacciano di renderla troppo corta. Ecco perché il Comune, nelle ultime settimane, ha rispolverato un progetto che fu causa di tensioni tra Sergio Chiamparino e il presidente della Provincia Antonio Saitta. E forse non è un caso che a tornare alla carica sia Dealessandri, già vice dell’ex inquilino di Palazzo di Città e ora braccio destro di Piero Fassino. L’idea è sempre la stessa: sfruttare i 250 mila metri cubi ancora disponibili a Basse di Stura per fare un po’ di cassa e mettere una decina di milioni in pancia ad Amiat, cioè alla città, ammorbidendo l’impatto dei tagli.
Il Comune ha urgenza di racimolare risorse. Sul tavolo del sindaco, da poco più d’un mese, sono aperti i dossier Gtt e Amiat. Palazzo Civico sarebbe intenzionato a vendere una quota di minoranza, il 40 per cento. La manovra appena varata dal governo ha dato ulteriore impulso. Non solo perché porterà nelle casse della città 90 milioni di euro in meno nei prossimi due anni (stime di Ferragosto, prima che il vertice di ieri ad Arcore riducesse i tagli, anche se non si sa ancora di quanto) ma anche perché prevede «premi» per le amministrazioni che cederanno le proprie partecipazioni. Potranno avere accesso a un fondo che garantirà loro stanziamenti per investire in infrastrutture.
Il guaio, per il Comune, è che mentre Gtt è pronta per essere ceduta - e qualche acquirente interessato si è già fatto avanti - l’azienda che gestisce la raccolta rifiuti vive una fase di transizione, in attesa che entri in funzione l’inceneritore, che ha contribuito a deprimerne il valore. Riaprire la partita Basse di Stura potrebbe contribuire a restituire un po’ d’ossigeno alla società, al cento per cento di proprietà del Comune. L’ipotesi formulata a Palazzo di Città prevederebbe di conferire nell’impianto rifiuti assimilabili o gli inerti, cioè i materiali di scavo.
La discarica è chiusa dal 31 dicembre del 2009. Scelta della Provincia, sulla base di una decisione dell’Ato, a lungo contestata dal Comune. E sarà di nuovo la Provincia a doversi pronunciare sulla richiesta di Palazzo di Città. A giudicare dagli umori di Palazzo Cisterna non sembrano esserci grandi margini di manovra. È pur vero che il quadro complessivo è delicato. Attualmente, l’unico sito in cui vengono depositati i rifiuti di Torino è la discarica di Cassagna, a Pianezza, gestita da una società privata. I metri cubi autorizzati si esauriranno a metà dell’anno prossimo, prima che il termovalorizzatore del Gerbido entri in funzione. Ecco perché è allo studio un’altra ipotesi: ampliare Cassagna, che ha in pancia ancora molto spazio, così da ottimizzare la resa dell’impianto e garantire al meglio la fase di transizione che condurrà all’accensione dell’inceneritore.
Ipotesi alternativa a Basse di Stura? Probabile. Certo è che nella partita peseranno non poco anche le mosse dei sindaci della cintura. L’orizzonte temporale su cui ci si muove, in ogni caso, è di poche settimane. Anche perché al Gerbido i lavori procedono più rapidi del previsto, al punto che la fase di esercizio provvisorio potrebbe essere anticipata da gennaio 2013 a ottobre 2012. L’impianto comincerà a lavorare al 50-60 per cento delle sue possibilità a inizio del 2013, ma si va verso la decisione di anticipare di un paio di mesi l’avvio del termovalorizzatore. Durante le prove di fine 2012, quindi, comincerà già a bruciare rifiuti.