Plastica: meno 15 kg in 7 mosse, la nuova campagna di Porta la Sporta
Arriva la campagna "Meno plastica per tutti", organizzata da Porta la Sporta. Ripensando le proprie abitudini di acquisto, si può arrivare a una riduzione di oltre 15 kg a persona nell'arco di un anno. Ecco come
09 September, 2011
Ridurre i rifiuti che generiamo presenta importanti vantaggi ambientali ed economici di cui non sempre si è consapevoli. Non produrre un rifiuto, infatti, significa, oltre a non dover pagare per il suo smaltimento non sprecare energia e risorse naturali preziose. Significa evitare emissioni di CO2 rilasciate dalle varie fasi del processo di produzione e di smaltimento dei beni. I nostri modelli di consumo danno luogo a una crescente produzione di rifiuti: un peso insostenibile per i sistemi naturali del pianeta sempre più indeboliti e incapaci di metabolizzarli.
Pur riconoscendo il ruolo che il legislatore ha nel determinare il successo di politiche di prevenzione efficaci ed estese, mediante provvedimenti atti a disincentivare la produzione di rifiuti all'origine, l'urgenza delle problematiche ambientali connesse alla produzione dei rifiuti ci deve spingere, anche come singoli cittadini, produttori, distributori, amministratori di enti locali ecc. a metterci in gioco: dimostrando con i fatti che ogni comportamento individuale è incisivo.
La campagna Meno plastica per tutti ha come principale obiettivo la riduzione dell'impatto ambientale dei prodotti usa e getta, in particolare di quelli di plastica. La plastica rappresenta il 40% dei rifiuti che produciamo in volume, e circa il 16% in peso del totale pari a 532 kg che ogni italiano produce annualmente (dato 2009).
Scopo di questa iniziativa è aumentare la consapevolezza di quale sia il peso ambientale degli imballaggi e sul ruolo che le nostre scelte di consumo individuali, moltiplicate per 60 milioni di italiani, possono avere nel creare o attenuare problematiche ambientali. I conteggi relativi al risparmio di plastica che ipotizziamo quantificano in 17,3 kg la plastica evitabile. Ognuno di noi può fare un conteggio accurato sulla base dei propri consumi anche in termini di flaconi utilizzati per vedere cosa succede se si prova a mettere in pratica le azioni descritte.
Ecco di quali imballaggi e oggetti monouso puoi fare a meno, (costituiti da una delle varietà di plastica fra le decine con cui abbiamo a che fare ogni giorno), affinché tu possa arrivare a superare il traguardo di “Meno 15 kg” e indicazioni su quali alternative ci sono a disposizione per sostituirli.
Buona parte di questi consigli e dati sono tratti del libro di Roberto Cavallo Meno 100 Chili, Edizioni Ambiente 2011.
Meno Plastica per Tutti, insieme a Mettila in rete e Sfida all'ultima Sporta sono le tre iniziative che ti permettono anche di partecipare alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti SERR 2011 che si terrà dal 19 al 27 novembre 2011.
1. Shopper monouso con manici e sacchetti ortofrutta senza manici: -3 kg
Cominciamo con il cavallo di battaglia di Porta la Sporta: lo shopper monouso di plastica! Nonostante un decreto ne abbia vietato la distribuzione dal gennaio 2011 questa tipologia di sacchetto continua ad essere l'opzione più gettonata nei negozi e nei mercati rionali. Nei supermercati invece, dove sono stati introdotti i sacchetti biodegradabili che costano circa il doppio di quelli di plastica, il consumo si è mediamente dimezzato a favore di borse riutilizzabili.
Quasi tutte le statistiche, al 2010, hanno convenuto sul fatto che ogni italiano consumasse in un anno almeno 300 sacchetti a testa. Calcolando che il peso medio degli shopper per la spesa alimentare corrisponde a 7 g circa, ma che i sacchetti distribuiti dal settore non alimentare pesino almeno il doppio possiamo ipotizzare, facendo a meno del monouso ovunque si acquisti, di risparmiare circa 3 kg di plastica. Qualora si riuscisse, con la collaborazione degli Enti Locali, a convincere i maggiori gruppi della Grande distribuzione a mettere a disposizione una soluzione riutilizzabile nel settore ortofrutta, come proponiamo con la nostra iniziativa Mettila in rete , si arriverebbe a ridurre anche questa tipologia di imballaggio che raramente viene riutilizzata.
2. Acqua minerale in bottiglia di plastica: -3,5 kg
L'Italia è il primo paese consumatore di acqua minerale in bottiglia di Europa e terzo nel mondo.
Dati del 2007 indicano il consumo in Italia pari a circa 204,8 litri che potrebbe essere però una stima per difetto. Partendo dal consumo annuo arrotondato a 205 l ricaviamo la quantità consumata in bottiglie di plastica che corrisponde all'80% del totale = 164 l. Tenendo conto che vengono consumate prevalentemente confezioni da un litro e mezzo e che le bottiglie pesano da 24 a 36 gr possiamo ipotizzare che bevendo acqua del rubinetto potremo eliminare almeno 3,50 kg di plastica all'anno.
3. Bevande varie e latte in bottiglia di plastica : - 3,5 kg
Sostituendo parte delle bevande gassate o lisce con bevande fatte in casa, anche con l'utilizzo di un gasatore e concentrati delle bibite più conosciute o sciroppi, possiamo ridurre altra plastica. Anche le bevande ricche di sali minerali che bevono gli sportivi possono essere preparate utilizzando composti in granuli.
Considerando che in Italia vengono consumati circa 23 litri a testa di bevande gassate, possiamo ipotizzare che, includendo le bibite non gassate, si possa arrivare a un consumo annuo pari a 40 litri a persona. Pertanto se il consumo avviene con bottigliette da circa 500 ml che pesano sui 33 g il peso totale dei contenitori di plastica sarà pari a 2640 g . Con bottiglie da 1 litro dal peso di 58 g circa avremo invece un totale di 2320 g.
Se poi consumi latte in bottiglie di plastica o in altri contenitori monouso puoi eliminare totalmente l'imballaggio consumando latte crudo alla spina.
Il consumo pro capite di latte in Italia si aggira sui 61 litri l'anno di cui 15 litri sono riferiti al consumo di latte fresco.
Secondo una valutazione compiuta da Federambiente e Osservatorio Nazionale sui Rifiuti ogni italiano in media getta nei rifiuti quasi 3,23 kg di contenitori per il latte. In realtà chi beve una bella tazza di latte fresco tutte le mattine può arrivare a consumare 72 litri di latte all'anno che se comprati in bottiglia di plastica (50 g) farebbero 3,6 kg. Considerando che una parte del latte fresco è consumato nel tetrapack possiamo conteggiare anche solamente un terzo del peso appena ricavato e cioè 1,2 kg.
Acquistare latte crudo alla spina inoltre rappresenta una soluzione economicamente premiante per il consumatore che risparmia anche il 30% e per il produttore che vende il prodotto a un prezzo fino a tre-quattro volte superiore rispetto alla vendita alla vendita alle centrali di acquisto. Sono molti i comuni italiani che ospitano distributori alla spina. Per localizzare i punti vendita più vicini si può consultare il sito Milkmaps.
Arrotondando a 2,3 kg la plastica che potremo risparmiare con le bevande fai da te e sommandoli agli 1,2 kg di plastica risparmiati bevendo latte alla spina possiamo raggiungere i 3,5 kg.
4. Stoviglie usa e getta: -1,9 kg
Secondo uno studio pubblicato nel 2008 ogni anno in Italia vengono vendute circa 114.200 tonnellate all’anno di stoviglie usa e getta, utilizzate sia per la gestione di grandi eventi sia per mense private e pubbliche che significherebbe un consumo pro capite pari a 1,9 kg.
Un set di stoviglie monouso costituito da piatto, bicchiere e due posate in plastica pesa circa 40 g e rappresenta circa il 16% del peso dei rifiuti complessivi generati da un pasto. Ad oggi le stoviglie “usa e getta” seppur costituite da plastiche riciclabili come il polipropilene e il polistirene non possono essere conferite nella raccolta differenziata della plastica poiché non considerate imballaggi e quindi esentate dal pagamento del Contributo Ambientale CONAI.
Le cose potrebbero però presto cambiare, almeno per piatti e bicchieri, come da accordi in corso tra Corepla e le aziende del settore. Resta da vedere come verrebbe affrontata la questione della necessaria pulizia prima del conferimento. La stessa Corepla indica che i materiali vanno conferiti se puliti, altrimenti vengono considerati materiali impuri. Percentuali importanti di stoviglie conferite sporche potrebbero quindi peggiorare la qualità delle raccolte differenziate della plastica azzerando i contributi che i comuni ricevono quando la differenziata è di qualità.
La soluzione meno impattante resta, alla fine, l'utilizzo di stoviglie durevoli e lavabili durante party domestici e feste ma anche in occasione di picnic e pranzi fuori casa. Per trasportare il cibo esiste una vasta gamma di stoviglie e contenitori lavabili e riutilizzabili in diverse misure e materiali. Potendo scegliere inoltre andrebbero preferiti quei locali pubblici che non utilizzano stoviglie usa e getta.
5. Detersivi e detergenti per la casa: - 4 kg
In media un flacone di detersivo, per piatti o per un altro uso domestico, che acquistiamo al supermercato, pesa circa 60-70 g, in pratica più del doppio di una bottiglia per bevande.
Il consumo di detergenti e detersivi per la casa, venduti allo stato liquido, è, in Italia, di poco superiore al milione e mezzo di tonnellate; in pratica ogni italiano, in media, consuma 25 litri di prodotto per la pulizia ogni anno come riporta la pubblicazione di Federambiente -ONR del 2010 Linee guida sulla prevenzione dei rifiuti urbani.
Moltiplicando il peso di un singolo flacone per questi dati di vendita possiamo stimare che ogni italiano si deve potenzialmente disfare di una settantina di contenitori ogni anno, cioè di circa 4 kg di plastica.
Per acquistare detersivi alla spina ci si può rivolgere nella propria città a supermercati o negozi che li trattino oppure aderire a Gruppi di Acquisto Solidale GAS . Digitando detersivi alla spina su google si trova anche un sito dedicato che riporta oltre 1100 punti vendita tra supermercati e negozi del circuito biologico, equo solidale o di prossimità.
Oltre alla necessità di usare preferibilmente detersivi ecocompatibili a base di tensioattivi vegetali e da sostanze naturali bisognerebbe farne come regola un uso limitato, anche riducendo le dosi consigliate. Ricorrendo inoltre a ingredienti naturali come aceto, bicarbonato, acido citrico si possono fare, risparmiando, dei validi detersivi e detergenti fai da te. Per chi vuole cimentarsi a fare il sapone in casa ancora una volta ci viene in aiuto internet.
6. Detergenti per la cura della persona -1 kg
I detergenti liquidi hanno sostituito le vecchie saponette a base naturale di gran lunga più ecocompatibili e a partire dall'imballaggio.
Per fare un calcolo grossolano sul consumo di bagnoschiuma possiamo ipotizzare un utilizzo giornaliero di 10 ml per la doccia (la quantità che riempie la parte concava del palmo della mano corrisponde a circa 7-10 ml) che significa 3,6 litri all'anno.
Considerando che i flaconi delle confezioni da 300 ml e 750 ml pesano in media rispettivamente 33 e 70 g possiamo ipotizzare un consumo di plastica nei due casi pari a 396 g con contenitori da 300 ml e 336 g con contenitori da 700 ml.
Se calcoliamo che la stessa quantità giornaliera si possa applicare al liquido lavamani e invece metà dosaggio per shampoo e detergente intimo avremo in peso, a seconda dei contenitori, da 1188 g a 1008 g di plastica.
Confezioni da 300 ml: bagnoschiuma 396 g + lavamani 396 g + shampoo & detergente intimo 396 g =1188 g
Confezioni da 700 ml: bagnoschiuma 336 g + lavamani 336 g + shampoo & detergente intimo 336 g =1008 g
Per ridurre i contenitori si può ricorrere all'utilizzo di saponi solidi disponibili in diverse formulazioni e fragranze. Esistono inoltre anche balsami e shampoo in forma solida e acquistabili anche online.
Volendo ricorrere a detergenti liquidi le possibilità consistono nell'aderire a Gruppi di Acquisto Solidale GAS e trovare aziende locali disponibili a vendere con contenitori a rendere. Oppure cercare negozi di prossimità che vendono prodotti sfusi che tengano anche questa linea di detergenza come ad esempio i Negozi leggeri di Torino, i punti vendita Effecorta.
In alternativa ci sono linee di prodotti di base per il corpo acquistabili in contenitori a ricarica realizzati con imballaggio flessibile che riducono dal 70 all' 82% il consumo di plastica, come la linea Coop.
7. Spazzolino e rasoio usa e getta - 0,400 g
Parlando di spazzolini da denti non è tanto il peso come singola unità, circa 25 grammi, quanto l'impatto complessivo che questi oggetti hanno sull'ambiente. Lo spazzolino non viene riciclato, se smaltito negli inceneritori produce, come tutta la plastica emissioni di diossine. Quando viene invece smaltito in discarica o disperso nell'ambiente lì permane, inquinando per oltre 1000 anni. I dentisti consigliano di cambiarlo ogni due mesi ed è così che una famiglia produce con questo articolo oltre mezzo chilo di plastica all'anno.
Una soluzione facile facile, purtroppo non così presente come dovrebbe in tutti i punti vendita della grande distribuzione e negozi consiste nell'adozione di uno spazzolino con testine intercambiabili. Sostituendo solamente le testine al bisogno si risparmia, ad ogni cambio, l'80% della plastica che serve per fare il prodotto e 34 g di emissioni di gas serra prodotte dal suo smaltimento in discarica.
Lo stesso commento iniziale fatto per lo spazzolino da denti è applicabile al rasoio usa-e-getta, non è riciclabile ed è uno spreco di dimensioni planetarie, se si considera che ogni giorno nel mondo ne vengono venduti 10 milioni, solo della BIC.
Considerando che pesano circa 6 grammi ciascuno stiamo parlando di 22 milioni di chili di plastica che ogni anno se ne vanno in discarica o negli inceneritori. Il basso costo unitario ha indotto i consumatori a preferirli rispetto ai rasoio elettrici o ai rasoi con lametta o testine intercambiabili.
Tappi di bottiglie ma anche spazzolini, accendini e tanti frammenti di plastica colorata parte di chissà quali oggetti si trovano nello stomaco delle centinaia di migliaia di piccoli di albatro che muoiono ogni anno alle isole Hawai poiché imboccati dai genitori con plastica scambiata per cibo. Sono diverse le specie marine che muoiono per ingestione di plastica o perché rimangono intrappolate in imballaggi di plastica, reti o altri attrezzi per la pesca abbandonati nei mari e sulle coste. Questo impatto sull'ambiente naturale con ripercussioni sulla salute dell'uomo, (diversi studi documentano che la plastica ingerita dai pesci risale la catena alimentare sino all'uomo) va affrontato tempestivamente con politiche mirate. Dal momento in cui si riuscirà ad evitare che la plastica arrivi nell'ambiente dovranno ancora passare centinaia e migliaia di anni prima che la plastica “scompaia” e almeno smetta di uccidere la fauna marina. Per non parlare del problema dell'inquinamento chimico che la plastica in mare contribuisce a veicolare. Come evidenzia uno studio di Charles Moore la plastica in acqua agisce infatti come una spugna concentrando in sé i contaminanti presenti in una percentuale sino a 1 milione di volte superiore a quella presente nelle acque.