La mobilità per tutti nella città di domani: 13 proposte di ACI e Legambiente per la mobilità sostenibile
Le due associazioni hanno presentato un documento congiunto con una serie di proposte per contrastare traffico e inquinamento. Si va dalla richiesta di varare una legge quadro sulla mobilità, a un nuovo programma di incentivi per la sostituzione del parco auto
22 September, 2011
“Stiamo perdendo di vista la mobilità per tutti, sicura e sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Pesa il flop delle politiche finora adottate dai sindaci. La gestione dell’attuale sistema di mobilità urbana è da azzerare: serve un coordinamento nazionale della mobilità che stabilisca provvedimenti omogenei e vincolanti per i Comuni”. Lo affermano il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi, e il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. In una inedita alleanza contro il luogo comune che vuole le due organizzazioni su fronti contrapposti, ACI e Legambiente esprimono un giudizio severo sulle misure adottate dai primi cittadini per rendere più efficiente il sistema dei trasporti e per offrire servizi migliori di mobilità sul territorio.
L’occasione è la presentazione del documento “La mobilità per tutti nella città di domani”: 13 proposte di ACI e Legambiente per la mobilità sostenibile (vedi allegato). Illustrato a Roma nella sede dell’ACI a conclusione della settimana europea dedicata alla mobilità sostenibile, il documento è stato discusso con i principali organismi di rappresentanza dei cittadini e delle categorie imprenditoriali e commerciali: da Confcommercio ad Asstra; da Anfia e Unrae a ANCE; da CGIL a INU e ISFORT, fino all'Associazione italiana familiari e vittime della strada e quelle per i diritti dei pedoni e dei ciclisti.
“Nel tentativo di diminuire i livelli di traffico e di inquinamento, i Comuni hanno messo in campo fino ad oggi una serie disorganizzata di provvedimenti - dicono Gelpi e Cogliati Dezza - che ha creato solo confusione tra i cittadini. Raramente si sono curati di verificare l’efficacia delle strategie intraprese in termini di riduzione degli inquinanti, di miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico - oggetto di continui tagli nei trasferimenti agli Enti locali - o di maggiore fluidità del traffico. Automobilisti, passeggeri del trasporto pubblico e gli altri utenti della strada sono sempre più penalizzati”.
Tra i Comuni c’è chi ha puntato sulle targhe alterne (Napoli e Palermo), sul blocco dei veicoli Euro0 ed Euro1 (Torino e Roma), sullo stop straordinario della circolazione (come Udine, Trento o Pordenone), sulle domeniche a piedi e sui giovedì senz’auto (i Comuni dell’Emilia Romagna); chi ha fermato i vecchi furgoni commerciali (Milano) e chi ha dichiarato guerra ai bus più inquinanti (Firenze), chi ha ridotto la velocità a 30 all’ora (Saronno) e chi ha offerto sconti sui mezzi pubblici (Vicenza).
Secondo ACI e Legambiente è ormai impossibile continuare così. Con una figura per il coordinamento nazionale sarebbe diverso. A proposito di livelli di smog nelle aree urbane, fanno notare come questi rispondano più alle variazioni meteorologiche che alle strategie amministrative. Quest’anno le concentrazioni di Pm10 si sono impennate dopo un lungo periodo di diminuzione. A Torino, dal primo gennaio a oggi, le polveri sottili hanno già superato i limiti di legge per 82 giorni (il massimo consentito è 35), mentre nello stesso periodo del 2010 gli sforamenti erano stati 62. A Milano siamo a quota 70 (20 in più dell’anno scorso), a Roma a 37 (contro i 28 di un anno fa). Adesso le condizioni meteo favoriscono il ristagno delle sostanze nocive, prima vento e pioggia ripulivano le città.
ACI e Legambiente sollecitano l’emanazione di una legge quadro che permetta di attuare un piano della mobilità di medio e lungo periodo che consenta finalmente un’efficace governance della mobilità urbana, superando la modalità dell’intervento d’emergenza. A questo scopo la norma quadro pensata dalle due associazioni dovrebbe prevedere una Valutazione di Impatto sulla Mobilità, una sorta di procedura preliminare a qualsiasi intervento urbanistico-territoriale che valuti l’opportunità della realizzazione sulla base dell’accesso ai servizi di mobilità. La norma quadro dovrebbe altresì stabilire criteri uniformi che guidino gli amministratori nella scelta dei provvedimenti da adottare per limitare il traffico. Non solo individuando le tipologie di veicoli in base alle dotazioni tecnologiche, ma anche alternative di trasporto, una segnaletica ad hoc per le limitazioni, e una metodologia di valutazione ex-post dei provvedimenti che misuri i risultati e permetta di comunicarli ai cittadini.
La priorità negli investimenti per la mobilità, secondo ACI e Legambiente, dovrebbe essere data alla flotta del trasporto pubblico locale, perché diventi meno inquinante e più adeguata all’estensione del centro urbano e al numero di abitanti. In questo modo verrebbe prima potenziata l’accessibilità ai centri urbani e poi si potrebbe eventualmente valutare l’introduzione nelle grandi aree del road pricing, definendo criteri uniformi per le politiche tariffarie. Nella ricetta delle associazioni per la mobilità sostenibile ci sono lo sviluppo di parcheggi di scambio e residenziali non su strada, l’ampliamento del numero e dell’estensione delle isole pedonali e delle “zone 30”, nonché la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario. Particolare attenzione è riservata agli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, disabili) per i quali si dovrebbero stanziare molte più risorse per la realizzazione di isole pedonali e reti di piste ciclabili. Per fluidificare la circolazione lungo le grandi arterie, invece, si dovrebbero realizzare vie verdi con sosta vietata.
Per favorire la diffusione di auto più moderne, sicure e a minore impatto ambientale, soprattutto in ambito urbano, sarebbe poi necessario un piano nazionale o territoriale di incentivi e facilitazioni economiche a vantaggio delle famiglie. Solo così si potrebbe svecchiare il parco circolante di città come Napoli (dove il 53% delle auto ha più di 10 anni di età), Palermo e Bari (43%), Roma e Torino (30%), Bologna e Milano (28%). Firenze è l’unica metropoli dove il numero delle auto con meno di due anni supera quello delle over10. Tra gli interventi legislativi, ACI e Legambiente suggeriscono anche la rimodulazione e la semplificazione del meccanismo del bollo auto, da rapportarsi non più alla potenza ma alle emissioni di CO2: un “bollo auto” che torni “bollo di circolazione”, ossia una tassazione proporzionale all’uso dell’auto. E per costruire una vera e propria cultura della mobilità sostenibile, le due associazioni raccomandano di promuovere con più convinzione meccanismi di incentivazione per il car-sharing (l’auto in multiproprietà), il car-pooling (l'utilizzo dell'auto in almeno tre persone) e la formazione per l’uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano.
ACI e Legambiente richiamano infine le componenti pubbliche e private della filiera della mobilità a non guardare al futuro concentrandosi solo sul contenimento delle emissioni inquinanti. Si rischia altrimenti di perdere di vista l’altra criticità della mobilità, che attanaglia soprattutto i centri urbani: il traffico. Se anche tutti i veicoli circolanti in città fossero a impatto ambientale nullo, l’aria sarebbe un po’ più pulita ma le strade rimarrebbero comunque congestionate.