Rivoluzione solare, “Salvaguardare il ruolo dei Comuni”
“Il solare è oggi il migliore investimento nel futuro". Parola di Edoardo Zanchini, responsabile Energia di Legambiente. Che sottolinea su zeroEmission il ruolo dei Comuni per "un cambiamento del modello energetico" che si risolve in numerosi benefici per i cittadini. Ambientali ma anche economici - da Zeroemission.tv del 22.09.2011
23 September, 2011
Grazie ai progressi nell’efficienza e al parallelo calo dei costi degli impianti a energia solare, diventa strategica l’azione dei Comuni per accelerare la loro diffusione e creare così benefici reali in bolletta alle famiglie e nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali. In occasione della pubblicazione dei risultati del Campionato solare 2011, Legambiente ha illustrato sotto forma di decalogo una serie di interventi possibili per valorizzare il loro ruolo: dall’obbligo del solare nei Regolamenti Edilizi, alle semplificazioni autorizzative per gli impianti solari, alla solarizzazione dei tetti degli edifici pubblici passando per la promozione dei gruppi solari d’acquisto, dei cosiddetti ‘orti solari’ (ovvero gli impianti solari in multiproprietà o collettivi), dell’integrazione del fv in aree dismesse o parcheggi. Fino alla realizzazione di una vera e propria mappa del solare in città, fondamentale per raccontare la rivoluzione solare in corso e informare i cittadini sullo sviluppo del solare nel proprio territorio.
“Il solare è oggi il migliore investimento nel futuro - sottolinea il responsabile Energia di Legambiente Edoardo Zanchini – Un cambiamento del modello energetico è infatti oggi possibile e a portata di mano, come dimostrano i dati del GSE, per cui l’Italia ha superato i 10.000 MW di fotovoltaico installato, ma ancora di più i Comuni vincitori del Campionato Solare. In questi territori – prosegue Zanchini – il contributo degli impianti termici e fotovoltaico ha già superato i fabbisogni delle famiglie, grazie anche ad attente politiche di risparmio energetico, che hanno permesso di spingere l’innovazione e aiutare in questa direzione cittadini, associazioni, imprese. In Italia, come nel resto d’Europa, le migliori esperienze sono infatti quelle dove gli enti locali hanno contribuito alla spinta delle energie pulite attraverso l’informazione dei cittadini, l’introduzione di regole semplici per i progetti, il coinvolgimento dei diversi attori imprenditoriali”.
Purtroppo questa funzione d’avanguardia dei Comuni nella rivoluzione verde rischia di essere mortificata dai tagli e dall’introduzione di rigidi vincoli di bilancio anche per i piccoli Comuni previsti dalla cosiddetta “manovra bis” approvata nei giorni scorsi dal Parlamento. Cambiato mille volte, il provvedimento rischia di gravare pesantemente sui cittadini che si vedranno inevitabilmente addossare il costo dei servizi essenziali, ma che saranno ulteriormente penalizzati dall'eventuale rinuncia a programmi di incentivi per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. “L’obiettivo della manovra bis è solo fare cassa. Ma è evidente – spiega Zanchini - che un simile approccio ai Comuni è un errore. Se è condivisibile il principio di ridurre i costi della politica, che in Italia hanno raggiunto livelli esponenziali, intervenire qui è a dir poco demagogico. Il Governo dovrebbe favorire una gestione efficiente delle risorse, accompagnandola a una politica più attenta alla valorizzazione delle esperienze locali. Con una politica mirante solo a fare cassa, il rischio è che anche le buone pratiche finiscano per essere vittime dei tagli”. Altro punto controverso della manovra è l'estensione delle regole del patto di stabilità interno ai centri con più di mille abitanti. “Il patto di stabilità – spiega Zanchini - è un’altra di quelle scelte di cassa che sta producendo effetti negativi nei Comuni in tutta Italia. Poiché non fa distinzione tra comuni che hanno dilapidato risorse con investimenti sbagliati e comuni virtuosi che stanno investendo nel futuro. L’errore è invece bloccare proprio col patto di stabilità tutta una serie di investimenti da parte degli enti locali che, attraverso le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, potrebbero permettere notevoli risparmi in bolletta e creare un’economia locale avviando un circuito virtuoso”. In generale, la manovra, che prevede tra l’altro anche l’estensione della Robin Tax alle imprese attive nell’energia verde, “è un segnale della schizofrenia del Governo – conclude Zanchini – che da un lato dà le risorse per le rinnovabili e dall’altro le taglia. E questo è il segnale peggiore sia per le aziende sia per i comuni”. (f.n.)