Torino: il Comune mette all’asta le ramaglie. Fiper: "Necessario distinguere le due tipologie di materiali"
Le ramaglie del verde pubblico sono oggetto di dibattito per la loro classificazione. Un bando del Comune di Torino ne mette all’asta tremila tonnellate. Ma saremmo di fronte a due tipologie di materiali: le potature e abbattimenti effettuati nei viali sono rifiuto, nei terreni boschivi di proprietà della Città sono biomasse. La Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili: "Per rispettare i dettami del d.lgs.105, l’Amministrazione dovrebbe distinguere le 2 tipologie di materiali"
26 September, 2011
Il Comune di Torino mette all’asta tremila tonnellate di ramaglie del verde pubblico. Si tratta di ramaglie, tronchi e foglie derivanti da potature, abbattimenti, alberi danneggiati da temporali e nubifragi. L'asta è stata pubblicata il 9 settembre 2011 con scadenza 4 ottobre 2011, ore 10. Base d’asta 500 euro.
L’obiettivo del Comune è mettere i circa 10mila metri cubi di materiale, ad oggi ammassati nei magazzini comunali, a disposizione di aziende produttrici di biogas o di nuovi prodotti derivati da materiali legnosi di risulta.
“Un’enorme quantità di materiali solitamente trattati come rifiuti, quando invece possono rappresentare una risorsa se trattati come biomasse” si legge nel comunicato stampa del Comune di Torino dello scorso luglio. Visto il dibattito sulla classificazione di sfalci e potature del verde pubblico urbano e privato, Eco dalle Città ha chiesto un chiarimento a Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) sul bando del Comune di Torino. Ci ha risposto il presidente, Walter Righini:
Entrando nel merito della legittimità del Bando; al punto Caratteristiche del Bene - sopralluogo:
I beni oggetto dell’asta sono circa 10.000 mc. di residui legnosi di specie miste (acero, platano, ippocastano, tiglio, olmo, quercia, abete, ecc...) provenienti da potature e
abbattimenti effettuati nei viali cittadini e nei terreni boschivi di proprietà della Città di Torino.
Riteniamo che:
1) le potature e abbattimenti effettuati nei viali cittadini rientrino nella categoria di rifiuto biodegradabile secondo quanto definito dall’art. 10 punto d) del decreto legislativo 3 dicembre 2010, n.105 in recepimento della Direttiva 2008/98/CE art. 3 punto 4) in cui cita espressamente: "rifiuto organico" rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria alimentare raccolti in modo differenziato;
CODICE CER: 20 02 rifiuti urbani - prodotti da giardini e parchi (inclusi i rifiuti provenienti da cimiteri).
Pertanto non si tratta di “beni” ovvero di “biomasse” ma di rifiuti non impiegabili a fini di combustione o utilizzabili solo in impianti dedicati (termovalorizzatori);
2) le potature e abbattimenti effettuati nei terreni boschivi di proprietà della città di Torino rientrano nell’ambito di esclusione di applicazione art.13 punto f) del decreto legislativo 3 dicembre 2010, n.105 recita le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana.
Quindi utilizzabili a fini di combustione negli impianti di teleriscaldamento a biomassa.
A nostro avviso, per rispettare i dettami del Decreto legislativo n.105, l’Amministrazione torinese dovrebbe, allo stato dei fatti, distinguere le 2 tipologie di materiali secondo la provenienza di origine ed eventualmente indire 2 gare d’asta.
Quanto sopra premesso stiamo cercando di far riportare anche le potature del verde urbano (pubblico e privato) fuori dalla categoria di rifiuto.
Alienazione di materiale legnoso di risulta dalle operazioni di potatura e rimozione piante morte o pericolose nei boschi, depositato presso i magazzini comunali - Il bando pubblicato sul sito del Comune di Torino