Atm, tutti i poteri a Rota lettera di addio a Catania
da La Repubblica del 14 ottobre 2011
14 October, 2011
di Oriana Liso
Presidente, con l’esplicita specifica che a lui farà capo «l’unicità della guida gestionale e manageriale del gruppo Atm»: in mattinata, l’assemblea dei soci ratifica la nomina di Bruno Rota a capo del nuovo consiglio di amministrazione dell’azienda. Finisce così l’era di Elio Catania: perché nel pomeriggio, poco prima che si riunisca il cda, all’ex group ceo della società viene consegnata la lettera di cessazione del rapporto dirigenziale. L’atto formale, in pratica, che spiega come il suo ruolo da dg si interrompa automaticamente, da contratto, nel momento in cui viene meno la carica di presidente.
Il divorzio tra il manager voluto da Letizia Moratti e la giunta di Giuliano Pisapia non è consensuale, e ha generato scintille fino a poche ore prima dell’assemblea. Catania sperava ancora in una struttura duale, con Rota presidente e lui direttore generale. Nell’assemblea presieduta dal dg del Comune, Davide Corritore, Catania aveva anche lodato la qualità del nuovo management: con Rota entrano Giulio Ballio, Massimo Ferrari, Elisabetta Oliveri e Alessandra Perrazzelli. Ma la decisione arrivata sul suo tavolo nel primo pomeriggio ha interrotto ogni speranza. E ora, anzi, si profila la possibilità che Catania impugni la revoca del suo mandato di amministratore.
Al nuovo board di Foro Buonaparte, Corritore ha letto le linee di indirizzo: punto chiave è l’assegnazione ad Atm spa della «responsabilità di assicurare
la coerenza complessiva dell’assetto di governo, la tutela dell’immagine e la reputazione dell’azienda, anche mediante la ristrutturazione del gruppo». Passaggio clou, perché tra le perplessità sulla passata gestione dell’azienda c’è proprio la filiazione di società (15), con relativi consigli.
Il sindaco Pisapia ha risposto a chi criticava le scelte del nuovo cda: «È finita la spartizione partitocratica, finalmente si è tornati alla logica del bene pubblico, in tutte queste scelte ho deciso in base a competenza, professionalità e parità di genere». Al nuovo cda — già oggi Rota sarà nella sede di viale Monterosa con Catania per il passaggio di consegne — il sindaco ha affidato anche altre missioni: rinnovare la flotta del metrò in vista di Expo, puntare più sulla sicurezza, sviluppare sinergie con i Comuni della futura Città metropolitana.
Solo oggi, quando legali e tecnici si metteranno attorno ad un tavolo, si capirà meglio se tra Catania e la sua ex azienda si profila una guerra di carte bollate. Sotto il microscopio il contratto firmato da Catania nel 2010, nella doppia veste di presidente e dg: l’ex manager vorrebbe vedersi riconoscere i compensi ordinari (280mila euro lordi annui) fino all’aprile 2013, mentre il nuovo consiglio sulla scorta di alcuni pareri legali è dell’opinione che nulla sia dovuto a Catania. Sui compensi del nuovo cda è già certa una netta riduzione, stabilita per legge. Ha spiegato ieri il nuovo presidente Rota: «Provo una grande soddisfazione a lavorare per un’azienda del Comune, soddisfazione che non si misura con gli emolumenti: sono orgoglioso di aver firmato il documento di accettazione dell’incarico senza che ci fosse scritta neppure una cifra».