C'è la crisi e i tagli colpiscono anche gli acquisti verdi dei Comuni
Carta riciclata, cartucce del toner, cibo biologico, arredi per gli uffici e le aule, ma le voci che incidono di più sono quelle per l’energia e per l’acquisto di veicoli puliti. "Acquisti verdi? Sì grazie, ma quanto ci costano?”, se ne parla in un seminario a Bologna - da E-Gazette.it del 02.02.2009
04 February, 2009
Energia elettrica, veicoli a metano, ma anche arredi e cancelleria: quanto costano gli acquisti “verdi” agli enti pubblici? La spesa per prodotti ecologici della Provincia di Bologna, per esempio, si aggira sui 4-5 milioni di euro all’anno. La voce più pesante è quella per l’energia elettrica “pulita”, introdotta dal novembre 2008, che da sola raggiunge un milione e mezzo di euro. “È il 2% in più di quanto spendevamo - spiega l’assessore provinciale all’Ambiente, Emanuele Burgin, - paghiamo un po’ di più, ma con il green public procurement risparmiamo in costi ambientali e soprattutto incentiviamo la crescita del mercato”. Ne vale la pena, quindi? È la domanda a cui tenta di rispondere il seminario bolognese “Acquisti verdi? Sì grazie, ma quanto ci costano?”.
Il tema, secondo gli organizzatori, è di stretta attualità. “Con la crisi economica il rischio è che questi progetti vengano abbandonati - spiega infatti l’assessore regionale all’Ambiente, Lino Zanichelli. - Nonostante la disponibilità dichiarata dal ministro Prestigiacomo mi sembra che per il governo i temi ambientali siano marginali”. Quali sono i segnali poco incoraggianti secondo Zanichelli? “In questi giorni il Governo sta discutendo se ammorbidire le norme in materia di ambiente, eliminando per esempio il principio di danno ambientale, per venire incontro alle imprese in difficoltà economica”, risponde l’assessore.
In attesa di sviluppi e di segnali a livello nazionale, il seminario ha presentato alcune esperienze di acquisto “verde” da parte di enti pubblici, dai Comuni di Reggio Emilia, Ferrara e Avigliana (in Piemonte) alle province di Cremona e Parma. Spulciando la lista della spesa si trova un po’ di tutto: la carta riciclata e le cartucce del toner, il cibo biologico per la mensa delle scuole, gli arredi per gli uffici e le aule, ma le voci che incidono di più sono quelle per l’energia e per l’acquisto di veicoli “puliti”. “Ma non si può guardare solo al prezzo di questi prodotti - interviene ancora Burgin - perché bisogna calcolare gli impatti ambientali del trasporto, il costo degli imballaggi, lo smaltimento dei rifiuti: tutta una serie di costi indiretti che comunque incidono”. La Provincia di Bologna ha anche svolto un’indagine di mercato per capire se davvero i prodotti verdi sono anche più cari. Dai risultati emerge che non è sempre vero. In definitiva, “per risparmiare davvero sarebbe necessario che questi prodotti non fossero più di nicchia”, chiosa l’assessore provinciale.