Vincono i cittadini: niente palazzo accanto alla Mole
Il Comune getta la spugna e cancella il progetto di via Riberi. La svolta di fronte alle proteste: i finanziatori dell'opera rinunciano all'investimento. Il Municipio aveva già dato per scontato l’incasso di 2,7 milioni - da La Stampa del 16.11.2011
16 November, 2011
Letizia Tortello
Alla fine il Comune è rimasto con il cerino in mano. L'edificio di via Riberi, ai piedi della Mole Antonelliana, non verrà più costruito. Retromarcia, dietrofront. I finanziatori del progetto ci hanno ripensato: «Non ci interessa più aggiudicarci l'immobile». L'avevano comprato all'asta dal Comune, nel 2008. Oggi non ritengono opportuno andare avanti in una situazione di «caos istituzionale e normativo».
Ha pesato come un macigno il cambio di rotta della Soprintendenza dell’8 luglio scorso, con cui si poneva un vincolo indiretto sulla zona intorno al simbolo della città, vietando di fatto l'edificazione di un palazzo «incompatibile con la tutela dell'isolato», aveva detto la responsabile, Luisa Papotti. Un parere in contraddizione con quanto espresso solo l'estate prima, quando gli uffici di Palazzo Chiablese avevano dato il via libera alla variante del piano regolatore e dunque alla costruzione. La decisione della Papotti scatenò un putiferio e a ottobre il Comune ricorse al Tar contro lo stesso Ministero per contestare il vincolo.
Ma intanto, la pazienza dei neoproprietari dell’immobile si andava esaurendo. Seccati dalle prevedibili lungaggini che accompagnano ogni querelle giudiziaria, hanno deciso di far saltare il banco e ieri hanno comunicato al sindaco la retromarcia. «Avremmo auspicato un superamento dei toni da campagna "del terrore" e il raggiungimento di una soluzione condivisa, attraverso la concertazione tra enti pubblici», dicono amareggiati i progettisti del controverso palazzo, il «Negozio Blu Architetti Associati». I professionisti non riescono a digerire l’atteggiamento della Sovrintendenza: «Cambiando idea dopo tre anni di lavoro congiunto ha paralizzato tutto».
A Palazzo Civico incassano il colpo, ma non intendono lasciar cadere la cosa: «I progettisti sono vittime, come noi, di decisioni sbagliate - afferma l'assessore all'Urbanistica Ilda Curti -. Siamo molto dispiaciuti. Il tempo sanerà le ferite. Intanto, andiamo avanti col ricorso, la magistratura valuterà». A preoccupare l’assessore è il buco di 2,7 milioni di euro che sarebbero entrati nelle casse di Palazzo Civico - anzi, sono già stati inseriti nel bilancio 2008 - al momento della formalizzazione dell’acquisto. «Ecco perché chiederemo i danni a Soprintendenza, Ministero e Direzione regionale, come prevede la procedura: risarcimento patrimoniale, morale e d'immagine».
Con la rinuncia dei privati alla costruzione, il confronto davanti al Tribunale Amministrativo non mancherà di inasprirsi. Anche perché, a sentire la Soprintendenza, il vincolo era più che necessario: «Credo che non fosse giusto lasciare andare avanti un progetto così imponente in quella zona, non era compatibile con le caratteristiche storiche e ambientali del luogo», ribadisce Papotti. A scanso di equivoci, la Soprintendente lo scorso 25 ottobre, ha provveduto a dare l'avvio al procedimento di vincolo all'albo comunale.
Tra gli scontenti e gli arrabbiati, una bandierina di vittoria sventola da ieri in via Riberi. Sono i residenti e i cittadini del Comitato «Salviamo la Mole». Sia pur con toni sabaudi, cantano vittoria: «Ha trionfato la ragione. Era l'esito che ci aspettavamo. Non ce l'avevamo con i progettisti, che fanno il loro lavoro. Ma certo siamo contenti», dicono. Il fiele è tutto per il Comune: «Tutti hanno capito che lì non si può costruire un palazzo, tranne i nuovi assessori e i vecchi funzionari. Ringraziamo Fassino per l'impegno, ma Palazzo Civico ha perso l'occasione di fare una bella figura».