Con "Pa.Di.Ve.R" si allarga il riciclo del vetro
Si chiama Pa.Di.Ve.R ed è un impasto unico in grado di far recuperare e riutilizzare, a secco, fino all’ultima scheggia anche il vetro di scarto. La scoperta è frutto della ricerca di EcoTecnoMat, "spin off" dell’Università di Reggio Emilia e Modena, finanziata dal fondo per le sperimentazioni Anci-Coreve
22 November, 2011
Che il vetro da raccolta differenziata venga riciclato per il 68,3% dei consumi nazionali è noto a molti. Che sia un materiale unico, perché riciclabile all’infinito e senza alcun decadimento qualitativo bensì senza aggiunta di materie prime vergini, altrettanto. Ma non tutti sanno che, grazie alla ricerca in un ateneo d’eccellenza italiano, per il Consorzio del Recupero del Vetro sarà forse presto possibile andare oltre gli importanti traguardi già raggiunti e riciclare al 100% anche quella quantità di scarti vetrosi che, fino ad oggi, erano destinati per ragioni qualitative allo smaltimento in discarica, soprattutto per la presenza d’inquinanti purtroppo non compatibili con le attività di riciclo tradizionali, principali (settore vetrario) o secondarie (settore ceramico, laterizi).
Come? Grazie a Pa.Di.Ve.R: un materiale innovativo, brevettato, capace di contenere, in peso, dal 70% al 90% di vetro di scarto (fino ad oggi non riciclabile) e di essere lavorato a secco per la realizzazione di rivestimenti ed elementi ecosostenibili d’arredo e di design, come piastrelle, top per cucine, sanitari e altri manufatti per l’edilizia. Alla base della scoperta, anche l’ingegnerizzazione delle formulazioni di questo impasto che necessita, durante fase di consolidamento a caldo, di temperature decisamente più basse (dai 200° ai 350° in meno) di quelle richieste dai tradizionali ceramici processi.
Pa.Di.Ve.R è frutto della “Ricerca Made in Italy” effettuata da EcoTecnoMat, “spin off” dell’Università di Reggio Emilia e Modena, finalizzato all’individuazione di materiali e tecnologie innovativi o di impieghi alternativi del vetro destinato alla discarica.
Nino Campani di EcoTecnoMat dichiara: “Non esiste al mondo un impasto costituito da una così alta percentuale di vetro di recupero e da processi e fasi di lavorazione così sostenibili e versatili”, conclude Campani: “Con questo impasto si apre ora un nuovo mercato, in grado di dare vita a un business interessante a livello industriale e di favorire e promuovere l'occupazione attraverso lo sviluppo di filiere innovative in termini di processo e di prodotto”.
Con Pa.Di.Ve.R le aziende che operano negli ambiti dell’ecodesign, della bioarchitettura, delle ceramiche o dei materiali da rivestimento e dell’arredamento, così come le imprese di costruzione e così via, hanno la possibilità di entrare in un nuovo scenario industriale e di ottenere una serie di vantaggi sia economici che di efficienza energetica. Questo impasto garantisce inoltre l’accesso alle certificazioni ECOLABEL (il marchio europeo di qualità ecologica) e LEED (il sistema statunitense di classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici).
Gianpaolo Caccini di CoReVe dichiara: “Pa.Di.Ve.R rappresenta una realtà molto promettente per l’impiego secondario del vetro di scarto, che potrebbe permettere a questo rottame –opportunamente bonificato e processato- di essere anch’esso riciclato in un nuovo ciclo produttivo e di ridiventare una risorsa”, continua Caccini: “Speriamo così di riuscire a riciclare efficacemente anche quelle frazioni di scarto che non trovano oggi una nuova vita in vetreria, a causa delle scarse caratteristiche qualitative di partenza o perché perse nelle operazioni di trattamento e rimozione delle impurità”
Molti i vantaggi che la ricerca di EcoTecnoMat, finanziata dal fondo per le sperimentazioni Anci-Coreve, può contribuire ad apportare. Tra questi, i principali sono:
- riduzione dell’estrazione di materie prime tradizionali per l’edilizia-attività notoriamente “energivora” - e dei relativi costi;
- risparmi energetici molto elevati per l'abbassamento delle temperature necessarie per la 'cottura';
- risparmio economico per gli investimenti industriali grazie all’impiego di macchine formatrici già esistenti nell'industria alimentare e della ceramica;
- promozione di una società del 'RICICLO', come chiede l’Europa, caratterizzata da mercati e consumatori più consapevoli, ma anche da cittadini e amministratori pubblici che sostengano il settore degli acquisiti verdi.
Più il vetro raccolto in modo differenziato in Italia sarà di buona qualità, migliori saranno i risultati di riciclo, minori gli scarti prodotti durante le fasi di trattamento e i costi da sostenere, maggiori al tempo stesso i vantaggi ambientali ed economici che ne derivano. Questo è il compito del CoReVe che, oltre a fare campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai cittadini che alle istituzioni, da anni si occupa insieme ad ANCI anche di finanziare (con un fondo a ciò dedicato) progetti sperimentali volti a diffondere le migliori pratiche nella raccolta differenziata e individuare impieghi alternativi del vetro destinato alla discarica.