«Referendum, Comune fuorilegge». I promotori : «non rispetta le scadenze»
da Il Corriere della Sera del 1 dicembre 2011
01 December, 2011
di Armando Stella
Il Comune è latitante? Diffidato. «Non risulta che il consiglio abbia pienamente provveduto o deliberato per quanto di competenza sul contenuto dei singoli quesiti referendari». S'è limitato a votare un ordine del giorno, il vago impegno a pressare il sindaco. Poco altro. «Sono ancora carenti le indicazioni prescrittive, programmatiche e finanziarie». E la squadra di governo? Ha approvato la congestion charge sui Bastioni (il super Ecopass da 5 euro partirà il 16 gennaio), ma ha depennato dal progetto Expo proprio quel parco agroalimentare che le urne avevano ordinato di «conservare». In sintesi: né il consiglio né l'amministrazione Pisapia hanno raccolto «in modo adeguato» gli indirizzi dei milanesi. I primi termini di legge sono scaduti in ottobre. Il comitato referendario, mercoledì, ha depositato una diffida legale a Palazzo Marino. Il senso: o il Comune rispetta la volontà degli elettori o dichiara pubblicamente che non vuole obbedire alla legge, assumendosene pienamente la responsabilità.
LA DIFFIDA - È l'emergenza smog di quest'autunno nero, l'approccio «pasticciato» con cui la giunta ha gestito la crisi delle polveri sottili, a riempire di senso la diffida. «Annunci velleitari, retromarce, mancano regia e strategia», attacca il presidente del comitato Milanosìmuove , il prof bocconiano ed ex assessore morattiano Edoardo Croci. L'«insoddisfazione» per le politiche contro l'inquinamento costituiscono «un campanello d'allarme» e «una ragione in più» per richiamare la politica al rispetto dei referendum: «La diffida è un'azione di pressione - dice Croci -. Confidiamo che l'amministrazione lavori, presto, al processo di attuazione dei progetti. La strada tracciata dai cittadini è l'unica a consentire un vero salto di qualità ambientale. Se il Comune tardasse nella pianificazione degli interventi, beh, potremmo ricorrere al Collegio dei garanti».
I REFERENDUM - Oltre 489 mila cittadini hanno partecipato, nel giugno scorso, alla pentaconsultazione ecologista. Il quorum oltre l'ostacolo dell'astensione. E un plebiscito. Cinque sì per una rivoluzione verde: sì al pedaggio di congestione antitraffico con più isole pedonali e piste ciclabili (quasi l'80 per cento di consensi) e sì al raddoppio degli alberi, all'Expo sostenibile, alla promozione delle energie rinnovabili e alla riscoperta della Darsena e dei Navigli. Da allora, sostengono i promotori della «svolta green», consiglio comunale e giunta hanno tradito una «eccessiva timidezza» (sabato se ne parlerà in un convegno a Palazzo Reale). Marco Cappato, segretario di Milanosìmuove e consigliere radicale nella maggioranza arancione, lo denuncia seduta dopo seduta con lo «sciopero del voto» in aula: «La precaria risposta dell'amministrazione all'emergenza smog dimostra l'assoluta necessità d'interventi efficaci per migliorare la qualità della vita dei milanesi». Aggiunge il portavoce del movimento, Enrico Fedrighini: «La strategia indicata dai referendum colma il vuoto tra il nulla e le misure di emergenza. Sul tavolo mettiamo proposte di breve, medio e lungo periodo su traporto pubblico, ciclabilità, vie d'acqua, risparmio energetico». L'intero pacchetto richiederebbe un maxi investimento di 150 milioni di euro spalmato in tre anni.
LA GIUNTA - Il sindaco Giuliano Pisapia ha motivato l'introduzione dell'Area C con la «necessità di rispettare l'indicazione dei referendum». L'assessore all'Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris, ha chiesto e ottenuto dal consiglio la revoca della delibera sul Pgt «alla luce dell'esito dei predetti referendum». E poi? «Poco o nulla. I cittadini s'aspettano che venga dato seguito all'esito del voto», dice Marco Parini, avvocato-presidente di Italia Nostra. Se venissero presi alla lettera, seriamente, i referendum fisserebbero tempi e scadenze già nel 2012: il raddoppio delle zone a traffico zero e delle rastrelliere per le bici, il completamento della rete di bike sharing, l'attivazione di mille auto elettriche, l'adozione d'un piano per l'energia sostenibile e le conversione di tutti gli edifici comunali ancora riscaldati dal gasolio.