Treni notturni. Intervista ad uno dei ferrovieri che occupavano il grattacielo Intesa San Paolo
Eco dalle città ha incontrato Antonio, giovane ferroviere ex Wagon-Lits che fino a questa mattina occupava insieme ad altri due colleghi il grattacielo in costruzione di Intesa San Paolo. I tre sono scesi dopo che il sindaco di Torino Piero Fassino li ha raggiunti, promettendo loro di impegnarsi affinché la promessa di reintegro al lavoro fatta da Trenitalia venga mantenuta
23 December, 2011
Torino- L’occupazione del grattacielo in costruzione Intesa San Paolo da parte dei ferrovieri ex Wagon-Lits è terminata da poche ore. Presso il presidio dei lavoratori licenziati, situato all’entrata della stazione di Porta Nuova, Eco dalle città incontra Antonio, uno dei tre protagonisti dell’occupazione. Dopo due notti passate al freddo a 50 metri d’altezza, dentro una tenda da campeggio, Antonio questa mattina è tornato a terra insieme ai suoi due colleghi Nicola e Matteo. Decisivo l’intervento del sindaco di Torino Piero Fassino, recatosi direttamente sul posto e “arrampicatosi” sul grattacielo in costruzione.
Ecco le parole del giovane ferroviere.
Ciao Antonio, intanto come stai?
Bene grazie. A parte il freddo patito soprattutto questa notte e un po’ di stanchezza direi che sto bene.
Cosa è successo esattamente stamattina e che cosa vi ha convinto a scendere dal grattacielo?
Ci hanno avvisato che era arrivato il sindaco Fassino, il quale è entrato nel cantiere e con nostro grande stupore ha iniziato a salire verso il piano del grattacielo che avevamo occupato. Gli siamo andati incontro e ci siamo trovati più o meno a metà strada, su un piano in costruzione poco più giù di quello su cui ci eravamo sistemati noi. È stato un gesto che ci ha colpito e che abbiamo molto apprezzato, perché non è una cosa che capita spesso.
A quel punto cosa vi siete detti?
Noi gli abbiamo chiesto espressamente che ci tuteli; che cerchi di far rispettare nelle sedi opportune il comunicato emesso ieri sera da Trenitalia, in cui viene promessa a tutti noi lavoratori licenziati una ricollocazione entro i prossimi 24 mesi. La sua risposta è stata che si impegnerà con tutti i mezzi a sua disposizione affinché venga rispettato quanto scritto nel comunicato. Questo ci ha convinto a scendere.
Se, come si spera, doveste recuperare il lavoro in ferrovia ma i treni notte - come è probabile che avvenga - non dovessero essere ripristinati, come vi porreste?
Noi ovviamente dobbiamo pensare prima di tutto al nostro posto di lavoro. Però ci tengo a dire che con l’occupazione del grattacielo non abbiamo solo lottato per riavere il lavoro indietro; ci siamo fatti anche promotori di una protesta molto sentita per un servizio pubblico importantissimo che è stato cancellato. Quindi se si verificasse l’ipotesi che prospetti, noi comunque appoggeremmo sicuramente eventuali iniziative di protesta. D’altra parte il servizio sui treni notturni è stato il nostro lavoro fino a pochissimo tempo fa.
Ritieni dunque che i treni notturni siano un servizio ancora utile e non qualcosa di superato, come si dice da più parti, anche da parte dello stesso a.d. di Trenitalia Moretti?
Non solo penso che sia ancora utile, basta vedere quanta gente utilizzava i treni notte per le esigenze più diverse, ma ritengo che sia un servizio indispensabile. E lo è per due motivi fondamentali: primo, e parlo da siciliano, perché l’alta velocità ad esempio non collega ancora la Sicilia al nord Italia e non so né quando né se effettivamente lo farà; in questo modo non solo non si può più andare da nord a sud e viceversa con un unico treno, ma l’Italia viene spaccata in due, con viaggiatori di serie A, quelli che dal nord arrivano al massimo fino a Roma con i Frecciarossa e i Frecciargento e viaggiatori di serie B, che devono raggiungere le regioni più a sud. Il secondo motivo è che i treni ad alta velocità costano un sacco di soldi, quasi il doppio rispetto alle tariffe per le tratte precedenti e tante persone non si possono permettere di spendere quelle cifre per viaggiare.