Non è una battaglia ideologica senz´auto in centro si vive meglio
da La Repubblica del 12 gennaio 2012
12 January, 2012
di Franco Bolelli
No, non è una battaglia ideologica, di quelle tutti-contro-tutti fra pedoni, ciclisti, automobilisti, taxisti. Non è neppure una crociata morale contro le auto che inquinano e dissipano benzina. È semplicemente che a Milano, in centro, si può tranquillamente stare senza auto. Anzi, senz´auto si può stare decisamente meglio. Provate a pensarci: niente code, niente ricerca ansiogena di parcheggio, niente patrimoni spesi in benzina, e da qui in poi nessun pedaggio da pagare quando a casa ci volete legittimamente tornare.
Immaginate di restituire alla vostra esistenza tutto quel tempo che avete sprecato negli estenuanti ingorghi, e immaginate di alleggerirla dalle tensioni che inesorabilmente affliggono chi sta alla guida: ecco, quando avrete accarezzato questa attitudine mentale e comportamentale, vi garantisco che certi indiscutibili vantaggi del muoversi in auto vi appariranno ogni giorno sempre più irrilevanti.
In fondo la stessa struttura urbanistica di Milano è relativamente piccola, nulla in comune con Los Angeles, dove muoversi senz´auto non è nemmeno pensabile. Qui le strade sono generalmente strette, e basta un intoppo per trasformare ineluttabilmente la comodità individuale in un enorme problema collettivo. A Milano il centro lo si attraversa facilmente a piedi. Metro e bus a nessuno verrebbe da associarli all´idea di comodità e di efficienza, ma il loro sporco lavoro alla fine lo fanno. Mai e poi mai mi sognerei di proporre me stesso come prototipo esemplare e tantomeno virtuoso, e vi assicuro anzi che sono agli antipodi di qualunque visione penitenziale. Se non ho mai rimpianto la scelta di non prendere nemmeno la patente e sono sempre rimasto immune alle lusinghe dell´auto, è non certo per presa di posizione morale ma per vera, quotidiana soddisfazione. È perché mettere in azione le gambe mi gratifica molto più che affidarmi a un motore. È perché mi sento più leggero, più comodo, più sorridente. È perché sento più mie le strade che percorro, e incontro più facce, più sguardi, più gesti vitali. Non pretendo che altri condividano la mia stessa vocazione, e non sto dicendo affatto di rinunciare all´auto.
Ma un suo uso selettivo – scegliere l´auto invece di dipendere da essa – ecco questo credo possa dare respiro tanto fisico quanto psicologico, non soltanto alla città ma innanzitutto a noi che ci viviamo.