In bici nel traffico 2 volte meno esposti allo smog che in auto
Nel traffico cittadino chi va in bici respira almeno due volte meno smog rispetto di chi sceglie la macchina. Ancora più protetti i polmoni dei pedoni, con un’esposizione ridotta da due a cinque volte rispetto agli automobilisti. Un traguardo che, però, può essere raggiunto anche su due ruote, scegliendo i percorsi giusti - da La Stampa.it del 23.02.2009
24 February, 2009
Nel traffico cittadino chi va in bici respira almeno due volte meno smog rispetto di chi sceglie la macchina. Ancora più protetti i polmoni dei pedoni, con un’esposizione ridotta da due a cinque volte rispetto agli automobilisti. Un traguardo che, però, può essere raggiunto anche su due ruote, scegliendo i percorsi giusti. Non si tratta di uno scherzo ma di dati serissimi, rilevati da uno studio firmato dalla rete di sorveglianza della qualità dell’aria dell’Ile de France (Airparif), Francia. Secondo i ricercatori, infatti, a “salvare” chi rinuncia alle quattro ruote è la possibilità di spostamenti che consentono di allontanarsi, anche se temporaneamente, dagli ingorghi e dalle zone più inquinate. Una possibilità che gli automobilisti non hanno.
Per raccogliere i dati, l’Airparif ha messo a punto una bicicletta equipaggiata con una presa d’aria all’altezza del naso del ciclista e apparecchiature per misurare l’ossido di azoto e le polveri sottili. Hanno scoperto così che i ciclisti spostandosi su aree vietate alle auto - piste ciclabili, corsie preferenziali degli autobus, marciapiedi - evitano di respirare le concentrazioni più elevate di smog. Imboccando, per esempio, una pista ciclabile su un tratto del Lungosenna l’esposizione all’inquinamento del ciclista è ridotta dal 30% a 45% rispetto allo stesso ciclista che resta nel normale flusso del traffico.
«Già si pensava - spiegano i ricercatori dell’Airparif - che il fatto di allontanarsi dal traffico portasse benefici al ciclista. Ma non ci aspettavamo dati così evidenti». Per gli automobilisti il problema è lo smog che si accumula nell’abitacolo: si concentra più lentamente ma ristagna a lungo, e costringe guidatori e passeggeri a respirare “aria malata”.