Fotovoltaico e incentivi: «Caro Clini, i miliardi sono sei o sette?»
Assosolare lancia l'allarme: fotovoltaico fermo, il nuovo governo deve fare chiarezza. Ad esempio sulla vera entità degli incentivi - da Virgilio Go Green del 27.01.2012
27 January, 2012
Non è uno “sfascista”, non vuole contribuire a deprimere l’umore di un mercato che ancora per lo più si promuove e viene dipinto sui media come in brillante fase espansiva ma è in palese crisi. Vuole fare il realista Gianni Chianetta. Si dice che in Italia siamo primi nel fotovoltaico e che gli orizzonti sono ancora scintillanti e invece il presidente di Assosolare sottolinea che da mesi oramai non è più così e che le prospettive sono incerte. Nell’anno appena conclusosi le nuove regole, il tetto agli incentivi per gli impianti medio-grandi ‘a terra’ e per quelli ‘grandi a tetto’, la scala di priorità del registro impianti e i criteri ancora in buona misura da chiarire del nuovo sistema premiale, non hanno certo stimolato il settore.
Il 2011, sull’inerzia degli effetti degli incentivi di precedente generazione in accelerato esaurimento, è stato ancora un anno di crescita complessiva importante. Ma a due velocità. «Fino ad agosto – racconta Chianetta - c’è stata la corsa alla realizzazione delle autorizzazioni più vecchie, anche del 2008, ed il problema è che sono stati ‘premiati’ anche progetti che magari avevano requisiti più dubbi d’imprenditorialità se fino a quel momento non erano ancora partiti. Ma già dalla seconda metà dell’anno scorso – racconta il presidente dell’associazione - c’è stata una grande frenata e da dicembre la situazione è quasi di fermo totale, anche per gli impianti medio piccoli, causa la difficoltà a finanziare gli investimenti produttivi. La realtà è che nel settore sono di attualità cassa integrazione, licenziamenti, liquidazioni».
Il nuovo governo e il neo ministro Corrado Clini che cosa dovrebbero fare? «Dare un taglio al periodo delle incertezze, dei dubbi, delle norme retroattive, che hanno finito per bloccare lo sviluppo. La prima cosa da chiarire, ad esempio, è se i miliardi a cui il settore, le banche e gli operatori possono fare riferimento sono 6 o 7». Fin qui non è stato chiarito e siccome si è già vicini all’avere raggiunto quota 6, il dubbio che la parte di incentivi eccedente questa soglia possa non essere mai elargita, ha paralizzato tutto.
Clini di recente ha messo l’accento sul fatto che il sistema d’incentivazione delle rinnovabili in genere e quello del fotovoltaico in particolare, di qui in avanti dovranno essere tarati per incoraggiare l’innovazione tecnologica. Chianetta tende a smitizzare l'idea che essere protagonisti anche nella produzione di pannelli solari sia così centrale per gli sviluppi del fotovoltaico e dell’economia green del nostro Paese.
«Il pannello rappresenta al massimo il 30-40 del valore complessivo di un impianto fotovoltaico ed è vero che molto spesso la produzione non è né nazionale né di area Ue. Ma per il resto, invece, entra in gioco lavoro europeo, con molte aziende italiane innovative che sono leader internazionali di comparti (cavi, installazione civile, manutenzione) che hanno ruolo e peso importanti nel mondo green».
Su questo versante rimane centrale, al di là degli incentivi sui pannelli, il raggiungimento della grid parity, di una situazione, cioè, in cui il costo della produzione di energia da rinnovabili pareggia quello da fonti tradizionali. Chianetta sottolinea quello che non è affatto un paradosso. L’obiettivo ora è raggiungerla prima del 2016, «ma si può davvero riuscire a fare molto prima se finisce la situazione d’incertezza, il mercato si espande e l’innovazione nei componenti e nelle applicazioni rende più efficienti i sistemi». (Per l'articolo originale clicca qui)