Sicurezza su due ruote. Sul web «Salviamo i ciclisti»
Una mobilitazione dei blog su due ruote, sulle orme di un'iniziativa del Times: otto punti per pedalare sicuri - dal Corriere.it dell'08.02.2012
09 February, 2012
di Simona De Santis
ROMA - E' anche così la protesta ai tempi dei social network. Questa volta a mobilitarsi, e non solo virtualmente, sono i ciclisti urbani, le associazioni dei ciclisti, i cicloamatori e i rispettivi blog: un “attacco” congiunto in nome "della sicurezza sulle due ruote ecologiche" sperando che il messaggio venga raccolto da quante più persone possibili. Contemporaneamente, organizzzazioni e blog del settore, tra cui il Coordinamento Di traffico si muore, postano sulla propria pagina lo stesso testo, inviandolo agli organi di informazione. L’obiettivo? Far leggere e conoscere a quante più persone l'irrimandabile tema della sicurezza dei ciclisti in città e non solo.
ATTACCO VIRTUALE - «La scorsa settimana - scrivono i ciclisti - il Times ha lanciato una campagna a sostegno della sicurezza dei ciclisti, che ha raccolto oltre 20 mila adesioni in soli 5 giorni. In Gran Bretagna hanno deciso di correre ai ripari e di chiedere un impegno alla politica per far fronte agli oltre 1.275 ciclisti uccisi sulle strade britanniche negli ultimi 10 anni. In 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime su due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito. Questa è una cifra vergognosa». Sono 8 i punti in cui i ciclisti hanno riassunto l'emergenza sicurezza: si passa da "città più a misura di bici" all'aumento delle piste ciclabili e alla cura di quelle esistenti, eliminazione dei cartelloni pericolosi, bike sharing veramente funzionale. «Chiediamo che anche in Italia vengano adottati gli 8 punti del manifesto del Times», aggiungono dal Coordinamento Di Traffico si muore.
VADEMECUM PER LA SICUREZZA - Ed eccolo, allora, il vademecum per la sicurezza sulle due ruote ecologiche: 1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote. 2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati , ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato. 3. Dovrà essere condotto un audit nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti. 4. Il 2% del budget dell'Anas dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione. 5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida. 6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili. 7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese. 8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
CICLISTI 2.0 - Insomma la mobilità sostenibile deve andare di pari passo con la sicurezza per gli utenti leggeri della strada. «Il manifesto del Times è stato dettato dal buon senso e da una forte dose di senso civico - concludono i promotori della campagna - È proprio perché queste tematiche non hanno colore politico che chiediamo un contributo da tutti voi affinché anche in Italia il senso civico e il buon senso prendano finalmente il sopravvento. Chiunque volesse contribuire al buon esito di questa campagna può condividere questa lettera attraverso facebook, il proprio blog o sito, Twitter utilizzando l'hashtag #salvaiciclisti. Tutti gli aderenti all'iniziativa saranno visibili sulla pagina facebook del gruppo "Salviamo i ciclisti"».