Freddo siberiano ed emergenza gas: quanto ci costano?
Si abbassano le temperature e crescono i consumi di metano. Inevitabilmente, aumenta anche la bolletta del gas, che potrebbe risentire ulteriormente a causa del ricorso all'olio combustibile e alle importazioni “di emergenza” di gas dall'estero. Proviamo a fare una stima del costo extra per le famiglie
09 February, 2012
Questa ondata di freddo intenso ci costerà cara, soprattutto sul fronte dell'aumento dei consumi per il riscaldamento domestico. Con la colonnina di mercurio ferma da giorni in “zona zero”, molti italiani si difendono aumentando il tempo di accensione dei termosifoni (anche in virtù delle deroghe alla normativa nazionale concesse in diversi comuni, dove a causa del gran freddo il numero massimo di ore di accensione è stato aumentato con apposite ordinanze).
La stangata sulle famiglie
Ma quanto spenderemo per restare al caldo? Secondo il Codacons, la famiglia media sborserà almeno 80 euro per l'uso extra dei termosifoni, che rappresentano la più consistente tra le voci di spesa legate all'ondata di freddo siberiano. Ma il bilancio potrebbe ulteriormente appesantirsi, soprattutto se il gelo dovesse insistere sulla Penisola anche per le prossime settimane. Mauro Zanini, vicepresidente di Federconsumatori, stima che se le condizioni meteorologiche rimarranno invariate ancora per diversi giorni la spesa annua per il gas potrebbe aumentare di circa 135 euro a famiglia. Una cifra simile viene calcolata da Antonio Longo, presidente del Movimento difesa del cittadino, secondo il quale il freddo record «incrementerà il costo della bolletta del gas di circa 100 euro annui a famiglia». Nei giorni scorsi, del resto, il consumo di metano nelle case degli italiani è già cresciuto del 30% rispetto al mese di gennaio, contribuendo ad innalzare la domanda nazionale fino alla media impressionante di 440 milioni di metri cubi al giorno. Continuando di questo passo, il 2012 potrebbe far segnare il record dei consumi di metano a partire dal dopoguerra.
Caro come l'olio
Ad aggravare il salasso si aggiunge poi la diminuzione delle importazioni dalla Russia e la conseguente decisione di autorizzare, per far fronte all'emergenza, l'uso dell'olio combustibile in alcune centrali termoelettriche. Una scelta che non ha solo conseguenze sul piano ambientale (l'olio è più inquinante del metano), ma anche dal punto di vista economico. Nel 2006, quando la crisi in Ucraina limitò la disponibilità di gas, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas dovette riconoscere all'Enel 66 milioni di euro extra per i maggiori costi di gestione delle centrali a olio, ai quali si aggiunsero contributi di minore entità alle altre società del settore energetico. Sulle famiglie italiane, in totale, solo la riaccensione delle centrali a olio pesò per oltre 100 milioni di euro.
Il rischio di speculazioni
Restano da considerare, infine, le possibili speculazioni sul prezzo del gas, inevitabili quando la domanda sul mercato internazionale sale tanto quanto in questi giorni. «Quando c'è molto freddo e si deve ricorrere all'acquisto di prodotti petroliferi in quantità extra rispetto ai normali accordi contrattuali, il prezzo delle quote eccedenti tende ad aumentare», spiega l'ingegnere Claudio Di Macco, esperto del settore gas, che abbiamo raggiunto al telefono. Il rischio, evidentemente, è che i rincari si traducano poi in una “stangata” per i cittadini, anche se l'ad dell'Eni Paolo Scaroni ha garantito che non ci saranno rincari in bolletta e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha promesso di vigilare sulle possibili speculazioni. Le associazioni dei consumatori, in ogni caso, avevano stimato, già prima della crisi degli ultimi giorni, un possibile aumento del 10,2% della bolletta media, anche a causa del rincaro delle tariffe.
Un bilancio non facile
Difficile, comunque, azzardare una stima precisa dell'impatto economico che il grande freddo e la carenza di gas avranno sulle famiglie italiane. «In questa fase non è possibile fare una valutazione complessiva – spiega ancora Di Macco – Molto dipenderà dalla durata dell'ondata di freddo, ma anche da altri fattori, come gli accordi con gli esportatori stranieri e la ripresa dei rigassificatori, che potrebbero tornare a funzionare dalla prossima settimana». Quel che è certo, per il momento, è che gli Italiani dovranno mettere mano al portafogli. Non resta che sperare, a questo punto, che arrivi presto la primavera.