Target rinnovabili al 2020? L’Ue ce la farà. L’Italia no
Secondo uno studio del JRC della Commissione Ue, la maggior parte degli stati membri otterranno un surplus di energia verde che serviranno a compensare i deficit di paesi meno virtuosi. Tra questi, fanalino di coda, l'Italia - da Zeroemission del 09.02.2012
09 February, 2012
Gli Stati membri dell’Unione europea ce la faranno nel complesso a raggiungere il target europeo del 20% di energia verde immesso al consumo entro il 2020. Almeno stando ai rispettivi Piani d’azione nazionale per le energie rinnovabili consegnati a Bruxelles, dalla cui analisi emerge che, anzi, l’obiettivo sarà addirittura superato dello 0,7%. Questo il risultato di uno studio condotto sui Pan dei 27 dal Joint Resarch Center (JRC) della Commissione europea: il rapporto evidenzia che la maggior parte degli stati membri hanno programmato di superare addirittura i propri target e saranno in grado, pertanto, di cedere i propri surplus di produzione agli altri paesi membri in maggiore difficoltà con i loro impegni. Purtroppo tra questi ci sarà quasi sicuramente l’Italia che anzi, stando al rapporto, farà registrare il deficit maggiore di energia verde.
Più nel dettaglio, le fonti rinnovabili copriranno al 2020, secondo il rapporto, il 34% della produzione di energia elettrica, l’11,7% dell’energia utilizzata nei trasporti, il 21,4% del riscaldamento e raffrescamento. Nelle rinnovabili elettriche il contributo maggiore sarà dell’eolico (41,3%, di cui 11,2% offshore), seguito da idroelettrico (29,3%) e biomasse (19,4%), fotovoltaico (7%) e concentrazione solare (1,7%). Per quanto riguarda invece le rinnovabili termiche, la fonte principale saranno le biomasse con ben l’81,08%, seguito dalle pompe di calore (10,89%), solare termico (5,68%) e geotermia (2,35%). Primato assoluto delle fonti rinnovabili di origine vegetale anche nei trasporti con una quota dell’88% (66% biodiesel e 22% etanolo).
Nel mix complessivo delle rinnovabili il peso maggiore spetterà a biomasse e biocarburanti (60%), seguiti da idroelettrico (12%) a pari merito con l’eolico onshore (12%), quello offshore (4,7%), il fotovoltaico (2,3%) e il solare termico (2.4%). Sette Stati membri – Finlandia, Estonia, Belgio, Irlanda, Lussemburgo, Italia e Regno Unito – mostrano un deficit rispetto agli obiettivi fissati al 2020: il più alto è proprio quello del nostro paese sia in termini di percentuale (-2,1%) che assoluti (-1,363 Mtep). Gli altri 20 programmano invece addirittura un surplus di energia verde rispetto agli obiettivi: Germania e Spagna presentano la percentuale più alta (+2,7%) e i più alti valori in termini assoluti: rispettivamente 3,06 Mtep e 2,65 Mtep. (Articolo originale)