Impianto Ama a via Salaria, inchiesta sui danni ambientali
Malori inspiegabili, disposta una perizia sulle emissioni. Il comitato Villa Spada: «Svenimenti e dermatiti» - da Ilmessaggero.it del 21.02.2012
21 February, 2012
di Giulio De Santis
ROMA - Conati di vomito, svenimenti, irritazioni della pelle e cattivi odori. A provocarli sarebbe l’impianto di smaltimento dei rifiuti dell’Ama di via Salaria 981. Sul quale, da qualche mese, la procura di Roma ha aperto un’inchiesta in cui sono ipotizzati reati ambientali e comportamenti dannosi per la salute.
Il pool dei magistrati romani esperti in reati ambientali, guidato dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, ha avviato le indagini per verificare se la struttura - considerata un fiore all’occhiello dell’azienda municipalizzata - è invece un pericoloso focolaio di inquinamento per via Salaria e le zone limitrofe, come denunciano da mesi i residenti. Secondo gli abitanti ed i dipendenti della aziende disseminate lungo la provinciale, all’origine di odori insopportabili, esalazioni sospette, persone affette da malori inspiegabili e cittadini barricati dentro casa intere giornate ci sarebbe infatti l’impianto di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti dell’Ama.
Un situazione insopportabile denunciata da duemilaseicentoventi persone firmatarie di un esposto contro la struttura di via Salaria 891. Ed è anche in seguito alle loro documentate proteste che il pm ha aperto un inchiesta sull’impianto per accertare se i reclami abbiano un fondamento reale. L’accusa contestata dal pubblico ministero Maria Bice Barborini è «getto pericoloso di cose». E la zona investita dalla presunta attività inquinante si estende tra via Salaria, Castel Giubileo e Fidene. Chi vive e lavora in questo spazio lamenta di essere costretto a tenere la finestra chiusa l’intera giornata per non incorrere i malanni e cattivi odori. Tutti lamentano malesseri intestinali, prurito alla pelle, svenimenti improvvisi.
L’inquinamento, secondo le denunce, sarebbe provocato dai gas emessi dalla struttura per lo smaltimento dei rifiuti. La procura ha disposto una consulenza per monitorare la qualità dell’aria nella zona e per verificare se le emissioni prodotte dalla struttura siano in regola con i regolamenti che tutelano la cura dell’ambiente. I tempi per conoscere i risultati della perizia sono incerti poiché la raccolta dei dati dipende anche dalla situazione climatica. Ed il cattivo tempo che si è abbattuto sulla Capitale nelle ultime settimane ha fatto slittare l’avvio delle operazioni peritali.
Lo scorso autunno la struttura venne chiusa per due giorni, che furono necessari a riparare un guasto meccanico che probabilmente provocava le emissioni inquinanti, anche se la municipalizzata sostiene che le rilevazioni effettuate attraverso i suoi studi non riscontrerebbero la presenza di elementi nocivi nell’aria circostante all’impianto. Tuttavia la denuncia presentata dai residenti del comitato via di Villa Spada attraverso l’avvocato Francesca Romano Fragale ha convinto la procura ad aprire un inchiesta. E proprio nella denuncia viene anche menzionato un sopralluogo effettuato dai tecnici dell’Arpa Lazio avvenuto lo scorso 13 ottobre e durato l’intera giornata.
Secondo i due operatori dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio si avvertiva «la presenza di un odore sgradevole con note acide riconducibile a processi fermentativi di sostanze organiche». Il sopralluogo si effettuò nelle immediate vicinanze dell’impianto Ama, per estendersi in un raggio di circa 1000 metri. «Speriamo di non dover attendere la sentenza di un giudice come è successo per l’Eternit per chiarire che l’impianto può essere dannoso» dichiara Adriano Travaglia, presidente pro tempore del Comitato spontaneo cittadini di via di Villa Spada. Che da anni sono costretti a convivere con questo impianto imponente nel quale vengono stoccate circa 750 tonnellate di rifiuti al giorno, solidi e organici.