"Stop del traffico e nuovi mezzi troppi ritardi contro le Pm 10"
Ci sono due tipi di polveri: quelle prodotte dal motore e quelle che derivano dall´usura dei pneumatici. Il guaio è che non sono mai stati intersecati i dati sull´inquinamento per arrivare ad una strategia efficace - da La Repubblica del 24.02.2012
24 February, 2012
Federica CraveroSono decenni che si affronta il problema dell´inquinamento in città, ma l´impressione è che non si sia ancora messa a fuoco la questione per risolverla in maniera drastica. Un´impressione condivisa da Giuseppe Genon, docente al dipartimento di Ingegneria dell´ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino. «Ci sono studi e dati sullo smog che non sono stati mai intersecati per arrivare a una conclusione», denuncia.
Qual è il nodo da affrontare secondo lei?
«Ormai è indubbio che l´origine dello smog nell´area torinese sia il traffico, visto che né il riscaldamento né le attività industriali qui hanno un tale peso. Quindi è giusto che si adottino politiche che vanno in questa direzione, ma bisogna capire quali misure siano incisive e quali no».
Da cosa lo si può capire?
«Le polveri sottili non sono tutte uguali, ma si dividono sostanzialmente in due gruppi: quelle prodotte dal motore e quelle che derivano dall´usura dei pneumatici. Se prevalgono le prime ha senso incentivare il rinnovo del parco mezzi per avere motori più ecologici, se invece sono maggiori le altre hanno senso le politiche di limitazione del traffico. Queste informazioni esistono e le istituzioni ne sono a conoscenza, perché di studi ne sono stati fatti in abbondanza. Ma occorre che si incrocino i dati ai fini di una programmazione di interventi, altrimenti si rischia di adottare strategie poco efficienti».
Dunque sono anni che si affronta un problema senza conoscerlo a fondo?
«Certe cose sono state fatte: in questo periodo il tipo di inquinamento è cambiato, per esempio si è ridotta notevolmente l´anidride solforosa, ma sulle polveri sottili si può fare di più».
Quali margini di manovra ci sono?
«Soprattutto se si scopre che le responsabili dello smog sono le polveri dei motori, si deve puntare sui veicoli ibridi, elettrici e a idrogeno. Non a metano perché è un elemento sempre più scarso. Però il problema è il modo in cui si producono queste energie: a sua volta è origine di inquinamento e si rischia di spostare il problema dal centro a fuori città, visto che non esiste un piano energetico nazionale».
Esiste una terza via contro le Pm10, oltre al rinnovo del parco auto e alla Ztl?
«Non credo esista nient´altro di efficace. Soprattutto c´è il problema dei cosiddetti canyon urbani, come via Valperga Caluso e via Cigna: vie strette, palazzi alti e traffico lento. Questo fa sì che ci siano dati sullo smog molto diversi a distanza di pochi metri. Vanno bene gli interventi per rendere il traffico più fluido, come ha fatto 5T, ma per il resto la conformazione della città non permette grossi spazi di manovra».