Emissioni, ai grandi inquinatori europei non conviene ridurle
Il Parlamento Ue ha accettato la proposta di una moratoria sui crediti di emissione Ets. Quelli già emessi sarebbero infatti in sovrannumero e quindi troppo economici, tanto che alle aziende europee conviene acquistarli e continuare a inquinare piuttosto che ridurre le emissioni
02 March, 2012
Acquistare permessi per emettere Co2 costa meno che attuare misure per ridurre le emissioni stesse. Una contraddizione che rischia di alterare il funzionamento del sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (Emissions trading scheme, Ets) e che richiede al più presto una moratoria nella concessione dei crediti stessi. L'allarme arriva dalle medesime istituzioni Ue (Commissione e Parlamento) e deriva dal fatto che, come sostengono gli analisti, la Commissione avrebbe emesso finora troppi certificati di emissione per l'anidride carbonica. Si tratta dei “permessi” che devono possedere, in numero proporzionale alla quantità di gas serra prodotti, i cosiddetti grandi inquinatori industriali presenti sul territorio dell'Unione.
I crediti di emissione Ets vengono distribuiti dall'Ue ai governi nazionali, e da questi rilasciati alle singole aziende, in base alla propria attività, ma possono essere messi in vendita dalle imprese le più virtuose, che riescono cioè a produrre una quota di gas serra inferiore a quella prevista dai propri certificati. Viceversa, va da sé che le aziende che inquinano più del dovuto possono, entro certi limiti, acquistare crediti di emissione per rimettersi in regola.
Il problema è che il numero di certificati Ets in circolazione è troppo elevato, e questo ha fatto crollare il loro prezzo di mercato, che viene fissato in seno alla Borsa della Co2 con criteri in qualche modo paragonabili a quelli del mercato azionario. Le aziende che inquinano troppo, quindi, possono acquistare a un prezzo troppo conveniente la “licenza” per continuare a farlo, mentre investire nella riduzione delle emissioni sarebbe più impegnativo dal punto di vista finanziario. Secondo alcune stime, in particolare, l'eccesso di certificati andrebbe dai 500 agli 1,4 miliardi di euro.
Per questo il Parlamento europeo ha accettato la proposta della Commissione di una moratoria sulla concessione di crediti Ets a partire dal 2013. A questo punto i Commissari dovranno elaborare una proposta formale che dovrà essere approvata anche dal Consiglio Ue dei 27 ministri dell'ambiente. Un percorso che potrebbe rivelarsi tutt'altro che facile, viste le divisioni esistenti in seno allo stesso organo esecutivo dell'Unione. Se il Commissario per il clima, Connie Hedegaard, si è dichiarata favorevole all'ipotesi di una moratoria, secondo Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea, sarebbe meglio non intervenire sul prezzo di mercato dei crediti Ets. Anche dagli Stati membri potrebbe giungere qualche problema: il governo polacco, ad esempio, ha già fatto sapere di non essere d'accordo, temendo che la moratoria possa determinare un aumento dei prezzi del carbone.