La crisi fa calare anche quelli speciali. Ispra: nel 2009 precipita la produzione di rifiuti speciali
L'Ispra ha presentato il Rapporto Rifiuti Speciali 2011 (dati 2009). Tra il 2008 e il 2009, si è vista una diminuzione del 7,3% (da 138,6 milioni di tonnellate a 128,5 milioni di tonnellate) nella produzione di rifiuti speciali. Gli esperti ritengono che la riduzione sia strettamente legata alla riduzione del Prodotto interno lordo italiano negli ultimi anni. Il comunicato stampa Ispra
07 March, 2012
Ridotta in maniera consistente la produzione di rifiuti speciali in Italia. Tra 2008 e 2009, infatti, si è vista una diminuzione del 7,3% (da 138,6 milioni di tonnellate a 128,5 milioni di tonnellate) nella produzione di questo tipo di rifiuti: sono dati contenuti nell’edizione 2011 del Rapporto sui rifiuti speciali dell’ISPRA. Gli esperti ritengono che la riduzione sia strettamente legata alla riduzione del Prodotto interno lordo italiano negli ultimi anni. Nel dettaglio, la riduzione dei rifiuti non pericolosi è stata di 9,1 milioni di tonnellate, pari a una percentuale del 7,1%, mentre è stato ancora maggiore il calo dei rifiuti speciali pericolosi, scesi in percentuale dell’8,6% (pari a 980mila tonnellate).
I settori che hanno maggiormente prodotto questa tipologia di rifiuto sono, per i non pericolosi, costruzioni e demolizioni e attività manifatturiere, con percentuali pari rispettivamente al 49,8% e 25,8% del totale, mentre i rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti “pesano” per il 16,9%. Per i rifiuti pericolosi il settore manifatturiero ha prodotto oltre la metà del totale, esattamente il 52,9%; il 22,7% è attribuibile al settore “servizi, commercio e trasporti”, che ricomprende un quantitativo pari a circa 1,6 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso radiati per demolizione dal PRA, mentre una percentuale del 16,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti. Il 71,4% (3,9 milioni di tonnellate) dei rifiuti pericolosi prodotti dal settore manifatturiero deriva dall’industria chimica della raffinazione e della fabbricazione di prodotti chimici, articoli in gomma e materie plastiche.
Nel 2009, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono stati oltre 135 milioni di tonnellate, di cui 125,5 milioni (il 93% del totale) non pericolosi e 9,5 milioni di tonnellate (7%) pericolosi. Il 57,5% è stato avviato al recupero di materia, il 15,6% al trattamento chimico, fisico e biologico e ricondizionamento dei rifiuti prima dello smaltimento, mentre dritti in discarica sono finiti “solo” il 9,6% dei rifiuti.
Tra i non pericolosi, 69,6 milioni di tonnellate sono stati avviati a recupero di materia, lo spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura e dell’ecologia ha interessato invece 6,5 milioni di tonnellate. L’operazione di messa in riserva dei rifiuti, prima dell’avvio ad operazioni di recupero, ha interessato circa 18 milioni di tonnellate, mentre allo smaltimento sono andate circa 29,4 milioni di tonnellate, di cui 12,4 milioni sono state smaltite in discarica.
Per i rifiuti pericolosi l’operazione più diffusa è il riciclo/recupero dei metalli, con circa 602 mila tonnellate (28,6% del totale) seguita da riciclo/recupero di sostanze organiche con 239 mila tonnellate (10,7% del totale) e dal “riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche” con 228mila tonnellate (10,8% del totale dei rifiuti pericolosi recuperati). Le operazioni di smaltimento hanno interessato, invece, 7,4 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi, circa il 78% del totale gestito. La forma maggiormente utilizzata è rappresentata dal trattamento chimico fisico, con oltre 5,3 milioni di tonnellate, il 72% del totale pericoloso smaltito, mentre l’8,2% dei rifiuti è stato smaltito in discarica (circa 605 mila tonnellate).
In crescita del 5%, rispetto al 2008, la quantità totale di rifiuti speciali esportata all’estero (in tutto 3,2 milioni di tonnellate), in particolare provenienti da processi termici e finiti anzitutto in Germania, mentre ne sono stati importati circa 3,4 milioni di tonnellate, di cui poco più di 9mila pericolosi.
Sullo smaltimento in discarica, si rileva che il numero delle discariche operative sui rifiuti speciali era nel 2009 di 506, 65 in meno del 2008: di queste, il 47% sono discariche per rifiuti inerti (239), il 51% discariche per rifiuti non pericolosi (257) e solo il 2% discariche per rifiuti pericolosi (10). Nel 2009 sono state smaltite in discarica circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti speciali con una riduzione, rispetto al 2008, di quasi il 25%, particolarmente rilevante al Sud (-45%), mentre al Nord la discesa è del 29% e al Centro si ha un incremento dell’8%, causato dai lavori per la nuova linea della metropolitana di Roma.
Nel 2009 erano 104 gli impianti di incenerimento di rifiuti speciali, di cui 34 per il trattamento principalmente di rifiuti urbani e quantità più modeste di rifiuti speciali. La maggior parte (65) localizzati al Nord, 24 impianti al Sud e 15 al Centro. Complessivamente, nel 2009, sono state avviate ad incenerimento oltre 939mila tonnellate di rifiuti speciali. Di questi 402mila tonnellate pericolosi tra cui 161mila tonnellate di rifiuti sanitari (il 17% del totale) e 537mila tonnellate di non pericolosi. Rispetto al 2008 si è registrata una flessione del 14% dei rifiuti inceneriti.
Riguardo al recupero energetico, nel 2009, gli impianti industriali in esercizio che utilizzavano i rifiuti speciali come fonte di energia erano 529. Il totale di rifiuti speciali recuperati sotto forma di energia è stato di circa 2,1 milioni di tonnellate con una flessione, rispetto al 2008, del 7%.
Per quanto riguarda, infine, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, l’ammontare complessivo gestito, nel 2009, è stato pari a 865 mila tonnellate, il 13% in più rispetto al 2008. Di queste, oltre 617mila tonnellate rientrano nella categoria RAEE domestici e circa 248mila in quella dei RAEE professionali.
Rapporto Rifiuti Speciali - Edizione 2011