Meno incentivi alle rinnovabili, più efficienza, idrocarburi e rigassificatori: ecco la ricetta energetica del ministro Passera
Il responsabile del ministero dello Sviluppo Economico annuncia una riforma in materia di incentivi per le fonti rinnovabili, per modificare le politiche troppo generose attuate finora. Passera annuncia una ricetta centrata su efficienza, rigassificatori e aumento della produzione petrolifera nazionale
12 March, 2012
Gli incentivi alle rinnovabili pesano in bolletta circa 200 miliardi di euro. Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera intervenendo a un convegno organizzato presso la Camera dei deputati. «Abbiamo definito incentivi molto generosi – ha precisato il ministro - non abbiamo previsto adeguati meccanismi di contenimento dei volumi». Il sistema delle sovvenzioni statali per l'energia pulita, in altri termini, andrebbe riformato. Almeno secondo il ministro Passera, che è apparso preoccupato dei costi degli incentivi per il sistema Paese.
«Abbiamo già maturato 9 miliardi di euro l'anno di incentivi da pagare in bolletta dalle famiglie e dalle imprese e poiché gli incentivi durano per 15-20 anni, questo “debito” vale tra i 150 e i 200 miliardi – ha dichiarato - E tali costi crescono di mese in mese, circa 200 milioni all'anno in più ogni mese che passa». Passera sembra avere già la ricetta pronta per correre ai ripari: «A breve emaneremo tre decreti ministeriali – ha dichiarato - che ridefiniranno il modello di sviluppo in questo campo». Il riferimento, probabilmente, è ai provvedimenti attuativi del decreto Romani sulle rinnovabili, che gli operatori del settore attendono dal settembre 2011.
Non solo. Il responsabile del dicastero dello Sviluppo punta forte anche sull'efficienza energetica, definendola «la prima delle leve, perché coglie tutti gli obiettivi di politica energetica». Via libera, dunque, a norme come la detrazione d'imposta del 55%, ma anche, nelle intenzioni di Passera, a un programma nazionale «ampio e articolato» in questo settore.
Ma il piano del ministro passa anche dal rilancio della produzione nazionale di idrocarburi, che «potrebbe consentire di attivare 15 miliardi di euro di investimenti e 25mila posti di lavoro stabili e addizionali, ridurre la nostra bolletta energetica di importazione di oltre 6 miliardi l'anno, aumentando quindi il Pil di quasi mezzo punto percentuale e ricavare 2,5 miliardi di euro di entrate fiscali, sia nazionali che locali». Una promessa (o una minaccia) che Passera intende perseguire attraverso una riforma della normativa nazionale in materia di autorizzazione e concessione, che secondo lui «richiede passaggi autorizzativi lunghissimi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee».
Passera, infine, ha sottolineato il ruolo dei rigassificatori e, pur senza citare esplicitamente il caso di Brindisi, ha fatto riferimento ai «troppi episodi dove aziende decidono di rinunciare agli investimenti avviati da anni a causa di continue lungaggini, intoppi e resistenze burocratiche che non possono più far parte dell'Italia che vogliamo costruire».