Acqua. Marsiglia: presentato il 4° Rapporto Onu. Un miliardo di persone fatica ad approvvigionarsi. I rischi dei cambiamenti climatici
Ancora oggi un miliardo di persone al mondo ha un difficile accesso all'acqua, mentre 2,5 miliardi di uomini e donne non usufruiscono di servizi igienico-sanitari. E nel frattempo i cambiamenti climatici potrebbero aggravare la disponibilità di acqua nel mondo, colpendo Asia e Africa meridionale ma anche l'Europa. I numeri del World Water Development Report dell'Onu
13 March, 2012
Presentato ieri alla prima giornata di lavoro di Marsiglia il quarto rapporto dell'Onu "World Water Development Report", in sigla Wwdr. Si tratta di tre volumi ("Managing Water under Uncertainly and Risk") ricchi di dati e statistiche. Dallo studio emergono questi numeri. Un miliardo di persone al mondo ha un accesso difficoltoso e rischioso al bene acqua (il 40 per cento della popolazione vive nell'Africa sub-sahariana), 2,5 miliardi di uomini e donne non hanno ancora accesso a servizi igienico-sanitari e oltre 1,1 miliardi defeca all'aperto (950 milioni vivono in aree rurali e 626 in India). Il rapporto Wwdr, in precedenza predisposto da Unesco, oggi fa parte del sistema Onu, che ha anche creato un coordinamento denominato Un-Water. Sono in molti ad auspicare che tale coordinamento diventi un'autorità del settore, autonoma dal processo del Wwf (World Water Forum), che si crei presto un'Autorità pubblica mondiale sull'acqua e un piano globale delle Nazioni unite che sappia nel tempo garantire l'acqua minima vitale a tutti, impegni vincolanti contro la sete, la proprietà pubblica basata sul diritto umano e sul bene comune, principi pubblici di qualità, gestione e controllo, attenzione gli equilibri della specie e degli ecosistemi.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici
Rispetto a oggi, la disponibilità di acqua nel mondo potrebbe diminuire ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici. E' questa una delle conclusioni contenute nel 4° rapporto "World Water Development Report" (Wwdr) dell'Onu. Entro il 2030, l'Asia e l'Africa meridionali saranno le regioni più vulnerabili per la scarsità di cibo connessa al cambio del clima. Lo studio indica anche l'Europa centrale e meridionale come la regione con un aumento dello stress idrico. Il Rapporto Onu stima i costi legati all'adattamento dovuto all'incremento di 2° centigradi della temperatura media globale, che potrebbero variare da 70 a 100 miliardi di dollari l'anno tra il 2020 e il 2050. In base allo scenario considerato (clima più secco e clima umido), varierebbero anche i costi connessi al settore idrico: 13,7 miliardi di dollari nel primo caso e 19,2 nel secondo, dovuti alle necssità di approvvigionamento e alla gestione delle inondazioni.
4th United Nations World Water Development Report - Unesco