Sacchetti: Apibags Unionchimica risponde ad Assocarta
Il Gruppo Nazionale Produttori Borse in Plastica Riutilizzabili e Riciclabili API BAGS commenta le richieste di Assocarta sulle modifiche da apportare alla normativa sui sacchetti: "Le asserzioni formulate da Assocartasu spessori e tipologie di imballaggi non sono fondate su presupposti correlati alle caratteristiche tecniche dei materiali, né coerenti con la gerarchia delle azioni da introdurre nel trattamento dei rifiuti
14 March, 2012
Il Gruppo Nazionale Produttori Borse in Plastica Riutilizzabili e Riciclabili API BAGS, recentemente costituitosi all'interno della categoria UNIONCHIMICA di CONFAPI e che rappresenta le piccole medie industrie operanti nel settore dell'estrusione e trasformazione di film plastici destinati alla realizzazione di borse riutilizzabili, comunica quanto segue.
Spett.le Eco dalle Città,
nell’esprimere sincero apprezzamento per l’attività di informazione svolta dal vostro notiziario on-line in riferimento al dibattito intercorso sulle vicende normative inerenti la regolamentazione del settore di produzione dei sacchi per asporto merci, che ci ha anche visti recentemente coinvolti in interviste che hanno consentito di manifestare il punto di vista delle imprese associate, con la presente sentiamo di dovere al contempo esprimere un commento riguardo quanto apparso sul vostro sito nella giornata di lunedì 12 marzo in occasione della
pubblicazione dell’intervista dei rappresentanti del Gruppo Shopping Bags di Assografici e del Gruppo Carte da Involgere e Imballo Assocarta. (Ndr: l'articolo in questione, consultabile a questo link, non è un'intervista ma un comunicato stampa di Assocarta, come indicato nell'occhiello).
Nell’apprezzare l' introduzione nel dibattito in corso anche di punti di vista di operatori non direttamente interessati alla produzione di imballaggi derivanti da film plastici, non possiamo
fare a meno di rilevare che l’interessante punto di vista in questione sia stato espresso da rappresentanti di un settore almeno potenzialmente concorrente.
Rimarchiamo che le asserzioni formulate su spessori e tipologie di imballaggi non sono fondate su presupposti correlati alle caratteristiche tecniche dei materiali (ad esempio l’effettiva
resistenza meccanica dei film plastici utilizzati, presupposto per la concreta riutilizzabilità dei sacchi), nè coerenti con la gerarchia delle azioni da introdurre nel trattamento dei rifiuti, al fine di ridurne la quantità prodotta e massimizzare il recupero di materiali ed energie, così come definita nell' Articolo 4 della direttiva C.E. 17/6/2008.
Probabilmente la scarsa conoscenza del settore plastico e delle qualità e robustezza delle borse prodotte con polimeri plastici, porta a sottovalutare che spessori nell’ordine dei 40 – 60
micron, a seconda della tipologia di sacchetto prodotto, possano essere ritenuti ampiamente sufficienti al fine di garantire la possibilità di riutilizzo richiesta dalla norma in via di definizione, nonché dai principi comunitari richiamati.
Per contro risultano ampiamente condivisibili le argomentazione espresse riguardo il rischio di spreco di materia prima generato dall’impiego di spessori eccedenti i limiti tecnici richiesti, nel rispetto degli obiettivi di tutela dell’ambiente, del risparmio energetico e per il consumatore.
Suggeriamo di introdurre nel dibattito alcuni approfondimenti tratti dal documento elaborato dall’ISPRA ed allegato in stralcio alla presente ad oggetto “Relazione di sintesi sul divieto di commercializzazione dei sacchetti in plastica”, nel quale, partendo dallo studio commissionato in Francia da Carrefour ad Ecobilan PwC, sono stati comparati sacchetti prodotti con materiali diversi (compresi quelli in carta ed in biopolimero) per rilevarne l’effettivo impatto sull’ambiente.
I risultati di tali comparazioni non attribuiscono ai sacchi prodotti con film plastici l’impatto massimo sull’ambiente.
La terzietà delle valutazioni dovrebbe rappresentare a riguardo una sufficiente garanzia di oggettività delle stesse e potrebbero essere certamente interessanti ulteriori approfondimenti a riguardo.
Il tutto anche per evitare che interessi di parte, innanzitutto i nostri, possano portare ad attribuire patenti di tutela dell’ambiente a riflessioni che, in conclusione, non rappresentano altro che i propri interessi commerciali in gioco.
Grati per l’attenzione, porgiamo i nostri migliori saluti.
Apibags Unionchimica
6 commenti
Scrivi un commentoA volte si fa meglio a non dire niente
16.03.2012 12:03
Credo che qualcuno abbia perso una buona occasione per stare zitto......
senza parole
15.03.2012 22:03
La posizione di Apibags è l'unica ascoltata dai politici? Ma siamo sicuri?
Quello che fa arrabbiare nella posizione di APIBAGS, non me ne vogliano, è un certo cinismo che spiego subito: se la plastica è riutilizzabile e può e deve essere utilizzata (con o senza additivi), devono poterla utilizzare TUTTI: che cavolo centrano gli spessori, la foggia del sacco ed il contenuto?
Non è che per caso APIBAGS si è messa d'accordo con chi di dovere, dicendo: lasciateci stare a noi che facciamo borse da boutique, che in fondo alla bioplastica non interessano, e prendetevi invece il mercato degli shoppers?
A pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina, giusto?
Salvare se stessi, vendendo gli altri… sarà anche così che funziona la politica, ma che sia stato un bel gesto, beh, direi proprio di no!
Così era più facile ottenere il risultato? Certo, ma il punto non è combattere le battaglie che si possono vincere, ma combattere le battaglie GIUSTE!
Il punto è : fare capire a tutti che la soluzione che vuole esclusivamente la bioplastica non è una soluzione, ma un problema!
Per cui, secondo me, meglio una proroga per tutti, con i limiti del caso, che la salvezza per pochi. Poi si vedrà…
Sacchetto
15.03.2012 09:03
E' tutto uno schifo!
Ok, hanno preso 1 anno e mezzo di tempo, va bene, era dovuto.
Ma io non ci sto. Non ci sto alle prese in giro.
Qui ognuno tira l'acqua al suo mulino. Assobioplastiche spinge per la bioplastica, Assocarta per i sacchetti in carta, Altri per gli oxo degradabili... ecc...
Se davvero l'intenzione è quella di salvaguardare l'ambiente, io dico solo una cosa: in questo anno e mezzo si faccia chiarezza e se la bioplastica è sostenibile o meglio della plastica, che si cambi e stesso discorso vale anche per gli additivi e i sacchetti di carta.Senza dimenticare i veri oggetti monouso, quali i piatti, bicchieri e posate in plastica...
Ma lo so, purtroppo non è una guerra ambientalista, ma una guerra di business...
Che te lo dico a fare
14.03.2012 22:03
Anche se a qualcuno può non piacere mi sembra che la posizione sostenuta da Apibags sia l'unica posizione ascoltata dalla politica e che ha permesso a moltissime aziende e non solo ai loro associati, attraverso un compromesso, di poter sperare di continuare a lavorare. Forse nel balletto dei numeri bisognerebbe ricordare che il grosso dei posti di lavoro sono nelle piccole aziende che non vivono di soli shoppers e non è una fetta microscopica di mercato, ma certamente la fetta che sostiene più aziende e lavoratori, ma capisco che questo non piaccia ammetterlo.
I grossi produttori si stanno già convertendo all'uso delle bioplastiche, mentre strillano a favore degli additivi ....naturalmente non lo raccontano alle associazioni ma ai clienti si , e , forse bisognerebbe cominciare a dire le cose come stanno e come sono cambiate riguardo la conversione dei macchinari e la qualità dei prodotti.
I piccoli hanno come unica possibilità la produzione di borse riutilizzabili. Sugli spessori possiamo sicuramente discutere ma 60 è meglio di 100, e le leggi non le fanno le associazioni ma la politica.
Il merito di Apibags è stato quello di aver espresso delle posizioni coerenti e ambientalmente sostenibili spingendo da subito le borse riutilizzabili con spessori certamente più bassi di quelli usciti dal decreto.
Esprimere moderata soddisfazione per un testo che permette alle piccole aziende di potersi ritagliare ancora una fetta di mercato non equivale certo ad inchini e riverenze, ma un riconoscimento agli sforzi fatti da alcune persone per tutelare anche i piccoli produttori e buona parte della forza lavoro.
Raccontare agli associati come vittoria lo spostamento delle sanzioni interpretando che la legge può essere violata fino al 2014 mi sembra alquanto di cattivo gusto e ben più discutibile.
Naturalmente non tutti la pensano allo stesso modo ma almeno andrebbero rispettate le idee degli altri.
senza parole
14.03.2012 19:03
APIBAGS ha la responsabilità di avere accettato il concetto che la riutilizzabilità della plastica dipende dallo spessore: questo è palesemente falso. Il bello della plastica è proprio che è riutilizzabile anche a bassi spessori: che bisogno c'è di fare dei sacchi da 100 micron non lo capisce nessuno! O meglio lo capisce chi ha interesse a capirlo…
Che una sacchetto sia riutilizzabile se contiene del dentifricio e non lo sia più se contiene del pane, poi, è un'altra delle inammissibile assurdità (vorrei dire di peggio…) del Decreto, che invece APIBAGS, sfiorando il ridicolo, approva e condivide con inchini e reverenze!
Così, pensando di salvare una fetta microscopica della filiera, hanno fatto senza rendersene conto gli interessi dei cartari che godono di un'immeritata immagine "verde", mentre a tutti quelli che ci capiscono qualcosa è ben noto da tempo che la carta è un prodotto molto meno sostenibile della plastica.
Quindi APIBAGS, che adesso strilla perché si è accorta di avere fatto un clamoroso autogol, dovrebbe invece fare il mea culpa per avere sostenuto ed imposto la posizione assurda degli alti spessori, nella speranza di salvare le pochissime aziende sue associate, buttando a mare tutti gli altri.
Sacchetto
14.03.2012 12:03
Non avevo letto l'articolo (o meglio il comunicato stampa) di Assocarta.
Questa è la riprova di come il bando stia favorendo anche i sacchi di carta... per chi non crede che il bando stia favorendo i sacchi di carta, ora ci credete? Perchè mai Assocarta difende il bando? Solo ed esclusivamente per l'ambiente? Io non credo più alle favole da decenni...
Povero ambiente, in questa lunga e triste storia sicuramente è l'unico che ci rimette...insieme agli operai e agli imprenditori che producono sacchetti in plastica!