DL Ambiente alla Camera: approvato anche un ordine del giorno "non compostabile" della Lega
Approvato dalla Camera il DL Ambiente, ma anche un ordine del giorno del leghista Claudio D'Amico, che impegna il Governo ad adottare iniziative per includere fra i sacchetti commercializzabili anche quelli "realizzati con qualunque altro materiale purché biodegradabile". Tutti i commenti in aggiornamento
15 March, 2012
La Camera, dopo la trattazione degli ordini del giorno, ha approvato il disegno di legge, con modificazioni, già approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale. Il provvedimento torna ora all'esame del Senato.
L'esecutivo aveva dato parere contrario, ma l'aula ha approvato ugualmente un ordine del giorno presentato da Claudio D'Amico (Lega Nord) che chiede al Governo un'apertura ai sacchetti biodegradabili, di qualunque materiale, e dunque non necessariamente compostabili ai sensi della Uni En 13:432.
Il testo è stato approvato con 211 sì, 201 no e 83 astenuti.
Ecco il testo dell'ODG:
La Camera,
premesso che:
L'articolo 2, comma 1, del decreto-legge proroga fino all'emanazione di un decreto di natura non regolamentare adottato dai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico, l'entrata in vigore del divieto di commercializzare i sacchetti per l'asporto delle merci non biodegradabili, limitando pertanto tale periodo di proroga solo agli imballaggi compostabili in quanto realizzati con polimeri conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002, secondo certificazioni rilasciate da organismi accreditati, ed a quelli riutilizzabili realizzati con altri polimeri che abbiano maniglia esterna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore a 200 micron se destinati all'uso alimentare e 100 micron se destinati ad altri usi, a quelli riutilizzabili realizzati con altri polimeri che abbiano maniglia interna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore ai 100 micron se destinati all'uso alimentate e 60 micron se destinati agli altri usi. Il predetto decreto interministeriale dovrà essere adottato entro il 31 dicembre 2012, sentite le competenti Commissioni parlamentari, notificato secondo il diritto dell'Unione europea; sembra in tal senso di poter evincere che a partire dalla data di emanazione del predetto decreto, cessando il periodo di proroga, debbano essere disposte nuove norme sulla tipologia dei sacchetti per l'asporto delle merci biodegradabili che potranno essere legalmente commercializzabili; anche per semplificare la disciplina che verrà a delinearsi e soprattutto per evitare spiacevoli ricorsi da parte dei produttori tradizionali di sacchetti per l'asporto delle merci che certamente adiranno ai vari tribunali amministrativi se non addirittura alla Corte di Giustizia dell'Unione europea per le discriminazioni ingiustificate che l'attuale decreto prevede soprattutto in materia di spessori e di tipologia di imballaggi biodegradabili che si possono commercializzare, appare corretto che il predetto decreto ministeriale fissi criteri più conformi alle normative europee sul commercio e sugli imballaggi riguardo alla composizione ed caratteristiche dei sacchetti biodegradabili che potranno essere commercializzati,
impegna il Governo
ad adottare con urgenza ulteriori iniziative normative volte a prevedere che il decreto ministeriale di cui all'articolo 2, comma del provvedimento, da emanare entro il 31 dicembre 2012, consenta, oltre la commercializzazione dei sacchi monouso per asporto merci conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002, secondo certificazioni rilevate da organismi accreditati e di quelli riutilizzabili realizzati con altri polimeri e dotati di determinati spessori ed accessori, anche di quelli realizzati con qualunque altro materiale purché biodegradabile.
I commenti:
Il commento del sentore PD Francesco Ferrante:
“L’ordine del giorno della Lega appena approvato dalla Camera sui bioshopper è assai curioso perché, se interpretato alla lettera, sembrerebbe vanificare la stessa norma contenuta nel decreto sulla quale ieri il governo ha incassato il voto di fiducia. Per questo è lecito avanzare dubbi persino sulla sua ammissibilità. Ad ogni modo, rimane un ordine del giorno e dunque un documento di puro orientamento, rispetto invece al testo del decreto che fa finalmente chiarezza sulla biodegradibilità dei sacchetti per gli acquisti, che è stato approvato dalla Camera e che sarà certamente licenziato in modo definitivo dal Senato la prossima settimana”.
Il commento di Claudio Maestrini (Assoecoplast)
Io sono convinto che nelle ultime settimane i parlamentari si siano resi conto che questa vicenda dei sacchetti è molto più complessa di come non appariva loro solo qualche mese fa. Assoecoplast ha fatto un grosso lavoro di informazione e sensibilizzazione. Siamo stati ascoltati con interesse e per questo desidero ringraziare soprattutto le Commissioni Ambiente della Camera e del Senato. Il Ministro dell’Ambiente sembra ancora su posizioni piuttosto intransigenti, ma essendo un tecnico competente sono convinto che prenderà in seria considerazione le evidenze che abbiamo portato. Ci tengo a ripeterlo: noi non siamo affatto contrari alla bioplastica, siamo però assolutamente contrari a che la bioplastica venga considerata come l’unica opzione ecocompatibile, perché OGGETTIVAMENTE non è così! La plastica biodegradabile è una realtà scientificamente indiscutibile e non ha senso che non venga favorita, al pari della bioplastica. Chi vuole un confronto pacato e sereno da noi lo troverà, anzi siamo noi a questo punto a sollecitarlo. Non accettiamo invece teoremi preconfezionati. Non vedo inoltre come il Decreto Interministeriale potrà ignorare la votazione di oggi. Un Parlamento che si esprime a maggioranza non mi sembra una cosa da prendere sottogamba. Per quanto ci riguarda offriamo sin d’ora ai Ministri competenti la nostra collaborazione per arrivare ad una soluzione di questa vicenda che sia finalmente ragionevole e che non abbia un impatto negativo sull’ambiente, sui consumatori e sulle imprese.
Il commento di Stefano Ciafani (Legambiente)
"Nuovo passo in avanti per la messa al bando anche dei sacchetti con additivi chimici. Se il Senato approverà definitivamente il testo approvato oggi dalla Camera, gli unici sacchetti che si potranno produrre al di sotto degli spessori decisi dal Ministero dell'Ambiente, dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma europea 13432. E' stato un grave errore posticipare l'adozione delle sanzioni a partire dalla fine del 2013, ma il testo è chiaro e inequivocabile nel dichiarare fuori legge, da subito, i sacchetti fintamente biodegradabili. Dal momento in cui il Senato avrà approvato definitivamente la legge di riconversione del decreto quindi, i sacchetti con additivi chimici diverranno illegali e a rischio sequestro da parte delle forze dell'ordine".
Il commento di Vincenzo Pepe e Marco Banini (Fare Ambiente)
"L'approvazione alla Camera dell'odg a firma Claudio D'Amico, sui sacchetti di plastica biodegradabili mette la parola fine a un maldestro tentativo di imporre una limitazione del mercato a danno di migliaia di aziende e lavoratori". Lo ha dichiarato Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente - Movimento ecologista europeo. "La Camera ha dato un'indicazione netta. Nel decreto ministeriale dovra' essere sancito che tutte le plastiche biodegradabili certificate potranno essere utilizzate", continua Pepe. "E' necessaria una razionalizzazione dell'intero sistema di produzione e commercializzazione degli shopper in plastica biodegradabile. La posizione chiara del relatore in Commissione Ambiente TommasoFoti del Pdl e dalla rappresentante del Pd in Commissione Carmen Motta, che nella discussione sul dl Ambiente hanno auspicato l'avvio di un'indagine conoscitiva volta alla verifica dell'intera normativa relativa ai bioshopper lascia sperare gli operatori del settore", ha aggiunto il vicepresidente del Comitato Nazionale Plastiche Biodegradabili di FareAmbiente Marco Banini nel sottolineare che l'indagine "dovra' meglio precisare i termini della vicenda, al fine di dare indicazioni ai competenti ministeri per la redazione del decreto interministeriale previsto dal dl". "I tempi previsti per l'emanazione del decreto ministeriale, che dira' l'ultima parola sulla vicenda, sono sufficienti per consentire all'Europa di pronunciarsi sul nostro esposto che comunque presenteremo al fine di valutare la compatibilita' della norma al Diritto Comunitario; una cosa e' certa, che prima del decreto ministeriale e prima del giudizio dell'Europa, di fatto, la normativa applicabile e' quella in vigore prima del decreto del 25 gennaio con l'aggiunta di un'indicazione politica della Camera grazie ai parlamentari Agostino Ghiglia, Paolo Russo, Foti e D'Amico e a tutti i parlamentari che hanno votato l'odg. Dunque sara' possibile produrre shopper comunque biodegradabili contenenti additivi certificati. Altre posizioni sono frutto di manovre di disinformazione", conclude Marco Banini.
In allegato il comunicato stampa di Assobioplastiche.
34 commenti
Scrivi un commentoClaudio Maestrini
20.03.2012 08:03
Egregi, seguo sempre con grande interesse il dibattito su questo sito. Non so se un mio commento diretto abbia senso, visto che la mia posizione è chiara ed ormai l'ho espressa in tutte le sedi possibili.
Mi limiterei a dire questo: ASSOBIOPLASTICHE nella sua citazione contro FAREAMBIENTE ed alcune aziende firmatarie di una pagina su IL GIORNALE lamenta che sulla vicenda non vi sia stato un confronto pacato e sereno.
La mia personalissima impressione è che la serenità e la pacatezza siano mancate anche (vorrei dire soprattutto) dalla loro parte...
A prescindere da questeb polemiche che ormai servono a poco, vorrei raccagliere invece il loro suggerimento ed affermare che a questo punto un confronto pacato e sereno è necessario! Tutti intorno ad un tavolo, con prove e risultati scientifici ed imparziali alla mano. Basta chiacchiere: è arrivata l'ora dei fatti.
Gli ODG approvati (perché sono più di uno!) impongono finalmente al Governo a fare questo confronto con tutte le parti in causa e noi faremo inn modo che a questa precisa volontà del Parlamento non ci si possa sottrarre perchè le aziende ed i consumatori a questo punto hanno diritto alla chiarezza, e la disinformazione DEVE FINIRE.
Dario
19.03.2012 19:03
Vedi "Sacchetto", io 4 giorni fà avevo consigliato a Gioel di andare a pescare. Ma come hai potuto notare non mi ha ascoltato, e soprattutto ha confermato in tutti i suoi commenti quello che avevo sospettato : lavora x la Novamont o qualcosa di simile....
P.s. Caro Maestrini se ci sei batti un colpo
Sacchetto
19.03.2012 17:03
Gioel, guarda che dice Francesco degli Innocenti
"Compostaggio industriale e compostaggio domestico
Lo scopo dichiarato dello standard EN 13432 è la compostabilità in impianti di compostaggio industriale. Quindi i materiali conformi alla EN 13432, posseggono caratteristiche di biodegradabilità e disintegrabilità adeguate per un impianto industriale, ma non necessariamente sono compostabili anche in un impianto domestico.
La compostabilità domestica si differenzia dalla compostabilità industriale per due principali ragioni: 1) le temperature raggiunte dal cumulo dei rifiuti nella compostiera domestica sono solitamente poco più alte della temperatura ambiente; nel compostaggio industriale le temperature raggiungono i 50°C- con picchi di 60-70°C- per alcuni mesi); 2) le compostiere domestiche non sono generalmente controllate e le relative condizioni possono non essere sempre ottimali (gli impianti di compostaggio industriale, invece, sono gestiti da personale qualificato e mantenuti in condizioni ottimali di lavorazione).
Non abbiamo esperienza riguardo al comportamento del Mater-bi nel tipo di compostatore che lei cita nell'articolo. Lo stiamo per ordinare per conoscerne le proprietà e le potenzialità. Le prove da noi fatte di home composting sono state fatte nei compostatori da "giardino", dove il materiale permane per mesi. In quelle condizioni i gradi Mater-Bi certificati come "home compostable", in quanto biodegradano a temperatura ambiente, sono in effetti spariti. Si trattava però di un periodo di mesi e non di una settimana. Conto di ritornare su questo punto non appena abbiamo fatto una sperimentazione con queste compostiere elettriche.
Detto questo, la raccolta differenziata dell'umido si basa sul conferimento del rifiuto ad impianti industriali dove il Mater-Bi è ben accettato, si composta senza problemi, e non crea quindi problematiche.
Cordiali saluti,
Francesco Degli Innocenti"
Ora, se ti ho insultato, ti chiedo scusa, ma pretendo delle scuse da parte tua, visto che hai insultato la mia intelligenza!
Per me, finisce qui il dibattito.Tanto la legge è fatta.
spero solo che con questa legge e le sue conseguenze daremo ai nostri figli un pianeta migliore...e non peggiore!
Legam-biente
19.03.2012 16:03
Molte belle parole, ma ragazzi state tutti discutendo di un prodotto oxo-degradabile (frammentabile). Sapete che in alcuni paesi hanno deciso di smettere di usare prodotti oxo visto che sono meno ecocompatibili, e in alcuni casi tossici, dove per tossici intendono, potenzialmente tossici visto che su quantità diverse di prodotto abbandonate test specifici non sono stati fatti. Io dico impegnamoci nell'ecologia ma non facciamoci trasportare da banalità che alcuni paesi hanno già analizzato, e hanno optato per altre alternative.
Gioel
19.03.2012 16:03
Caro Sacchetto,ti ripeto che non sono un dipendente di Novamont. Io la prova l'ho fatta,falla pure tu. Ripeto, io ho espresso una mia opinione, non sto cercando di convincere nessuno, nè devo provare nulla a nessuno. Questo è un blog, o dibattito e ognuno esprime liberamente il proprio parere. Io rispetto il parere di tutti e non cambio attitudine. Permettemi però di sottolineare, come davvero ultimo commento da parte mia, che non puoi pretendere che il prossimo abbia il tuo stesso parere e convinzioni, nè puoi pretendere di essere depositario di verità assolute. Io stesso mi pongo sempre domande e dubbi, ho la mia opinione e, come già ribadito, sono sempre pronto a cambiarla di fronte a fatti certi e documentati. Puoi sempre rimanere della tua opinione, ci mancherebbe altro, però sarebbe stato più di buon gusto farlo senza necesariamente dover insultare. Questo era un "optional" che si poteva evitare. Buon lavoro.
Sacchetto
19.03.2012 15:03
Mi dispiace Gioel ma dopo questo non ti risponderò più:
" Io personalmente ho fatto na prova mettendo un sacchetto shopper compostabile nel mio giardino. Dopo circa 30 giorni era totalmente sparito dalla vista dopo un processo di progressiva assimilizione. "
Dopo questa immensa balla non posso credere che sei imparziale...a meno che nel tuo giardino in quell'arco di tempo si sono verificate (ossigeno, umidità ecc..) delle condizioni tali da emulare un compostatore industriale, cosa alquanto improbabile, quello che hai scritto è IMPOSSIBILE. E questa volta non lo dico io o qualche sito contro-corrente, ma lo dice il sito Novamont!
Io di cazzate ne ho già sentite abbastanza e non voglio continuare.Torno a lavorare va che è meglio...
E io che ci perdo anche del tempo...
mostro
19.03.2012 14:03
per Gioel, nemmeno il misitro Clini avrebbe saputo scrivere meglio una risposta così competente, imparziale, educata, corretta e tatalmente condivisibile da chi non fa del qualunquismo la propria bandiera!!!
Gioel
19.03.2012 13:03
Caro Sacchetto,
sono riuscito a vedere il video sella Bio-On ed ho visto anche il sito. Effettivamente, lo ripeto, mi sembra molto interessante e spero di vedere presto manufatti realizzati con questo polimero. Riprendo brevemente il concetto di polimero da fonte fossile: il poliestere di BAF lo è ma è anche biodegradabile e compostabile. Come sai ci sono poi poliesteri ( primo fra tutti il PET )che non sono ovviamente biodegradabili e compostabili. A meno che non consideriamo tutto una bufala, non credo che società di certificazione europee certifichino il falso. D'altra parte anche il CIC conferma che solo i sacchetti compostabili sono idonei a raccogliere l'umido e ad essere utilizzati insieme all'umido per la produzione di fertilizzante organico. Io personalmente ho fatto na prova mettendo un sacchetto shopper compostabile nel mio giardino. Dopo circa 30 giorni era totalmente sparito dalla vista dopo un processo di progressiva assimilizione. Ovviamente non sono un ente certificatore. Ho intenzione di fare la stessa prova con un sacchetto in pe additivato. Vedremo. Per quanto riguarda la legge, scusa se non ti ho risposto prima ma, nella fretta e dovendo lavorare ho omesso di commentare. Personalmente, non sono contrario a nessun materiale nel senso che plastica e bioplastica secondo me sono plastiche che hanno differenti ma anche simili scopi. Diciamo che la plastica tradizionale la vedo per manufatti di lunga durata, la bioplastica per manufatti di breve durata. Se l'intenzione del legislatore era quella di ridurre il numero dei sacchetti mono uso, bè credo che tale effetto al di là della legge si stava già producendo ( uso maggiore delle riutilizzabili, spessori ridotti dei sacchetti causa maggiore competizione, anche scorretta, da fuori della EU). Se lo scopo era quello di avere un ridotto impatto ambientale, in parte credo che sia così perchè le bioplastiche provengono in varie percentuali da fonti rinnovabili. Non mi risulta che vengano utilizzati solventi chimici per produrle. Ad ogni modo, non me ne volere, ma penso che sia difficile per me come per chiunque altro rispondere con autorevolezza se questa legge abbia effettivamente dato risposte positive si quesiti che poni. Per quello che mi concerne, posso dare la mia opinione su un tema solo se vi è certezza di dati. La plastica tradizionale non ha controindicazioni, è una grande invenzione, si ricicla. L'unico problema secondo me è che nel medio-lungo termine il nostro manifatturiero rischia davvero di non reggere il confronto con quello proveniente sempre più da medio oriente e cina. Forse le bioplastiche possono aiutare in tal senso perchè è difficile , per ragioni logistiche, di qualità, di certificazioni, competere da quelle zone in Italia. In definitiva, io credo che la plastica tradizionale abbia un futuro in europa prevalentemente su applicazioni specifiche e ad alto contenuto tecnologico. Vedo un futuro per la bioplastica per applicazioni più di largo consumo e con innovazione ( vedi l'esempio di bio-on). La plastica additivata non la vedo proprio. Se poteva essere normata, mi chiedo perchè ciò non sia stato fatto prima. Giustamente tu citi Wikipedia, e anche su Wikipedia si parla di degradazione non di oxo-biodegradazione. Dire che se una plastica si frammenta in pezzettini è ovvio che poi questi pezzettini si biodegraderanno, perdonami, ma è una supposizione non una prova. Penso al danno che un sacchetto abbandonato in ambiente farebbe se si framentasse in pezzettini. Concludo, sono stato troppo lungo, dicendo che sono quindi a favore della plastica , perchè si ricicla, della bioplastica compostabile, perchè si smaltisce nella frazione umida e perchè ( a quanto pare) la percentuale di fonte rinnovabile utilizzta sarà sempre maggiore ( vedi il caso di bio-on). Continuo però a non vedere alcuna utilità, necessità nella plastica additivata. Non ho problemi di coscenza,esprimo solo la mia opinione. Magari tu sarai d'accordo, magari no, magari lo sei in parte o del tutto. Va bene così, tutto questo fa parte di una libera e corretta discussione. Un caro saluto.
Sacchetto
19.03.2012 11:03
Ciao Gioel,
peccato che non riesci a vedere il video che ho postato...parla proprio del BI-ON, una nuova bioplastica completamente biodegradabile e compostabile (questa si!)!!!
Ma comunque, non mi tangeva farti vedere il video della BI-ON, ma quello che dice l'imprenditore/ricercatore di questa nuova bioplastica, riguardo la bioplastica attuale e cioè la bioplastica prodotta da Novamont e le altre aziende.
Visto che non puoi vedere il video ti riporto un piccolo estratto per me molto significativo.
L'Intervistatrice chiede: "Esistono già bioplastiche...ma usano cereali per essere prodotte e usano solventi chimici!"
L'Imprenditore risponde: "Non solo solventi chimici per essere estratti ma modificano geneticamente i batteri delle piante per poterli ottenere, sopratutto consumano grandi quantità di energia per produrli e alla fine il prodotto NON è nemmeno completamente biodegradabile!!!"
Devo dire, che io sono totalmente in linea con ciò che dice il proprietario della BI-ON... L'attuale bioplastica NON E' COMPLETAMENTE BIODEGRADABILE, figuriamoci COMPOSTABILE.
Per quanto riguarda le certificazioni sugli additivi, non so risponderti ma so che stanno cercando di creare una EN anche per questi... ma potranno risponderti in maniera più precisa altri utenti che conoscono meglio la questione.
E poi, si è vero l'ecoflex è un POLIESTERE...ma (da Wikipedia)..."I poliesteri sono una classe di polimeri ottenuti per polimerizzazione a stadi via condensazione che...ecc"
Polimero?OPS! Non è PLASTICA? Non è un derivato del petrolio?OPS...Chimicamente viene modificato per decomporsi?
Caro Gioel, ma la domanda alla quale avevo proprio voglia che tu mi rispondessi era:
"Dimmi una cosa in tutta onestà, con questa legge abbattiamo il monouso, diminuiamo il consumo di plastica e salvaguardiamo l'ambiente?"
Ma forse la tua coscienza ha preferito non rispondere e tacere al posto di mentire?!
Gioel
19.03.2012 10:03
Buongiorno Sacchetto e buongiorno a tutti,
purtroppo non sono riuscito a vedere i link che mi hai suggerito (ma credo sia colpa mia..) e quindi non posso dare al momento la mia opinione. Posso però rispondere in merito alla questione Ecoflex. Questo prodotto non è un polietilene ( come erroneamente qualcuno crede) ma è un poliestere certificato come biodegradabile e compostabile anche se è totalmente da fonte fossile. La cosa non deve stupire ( se pensiamo che il fertilizzante più usato è l'urea sintetica che è anche essa totalmente di origine fossile). In effetti, ho avuto modo di comprendere che esistono polimeri di origine fossile che sono compostabili e ci sono anche polimeri di orgine da fonte rinnovabile i quali però non sono nè biodegradabili nè compostabili ( come , per esempio il polietilene verde definitio coì , mi dicono, perchè non deriva da petrolio ma da bioetanolo). Sono assolutamente d'accordo con te sul fatto che onestà e serietà non hanno prezzo, anzi, credo che , a prescindere dal settore dove si operi, siano le fondamenta insieme all'innovazione tecnologica, alla qualità ed alla sostenibilità ambientale sulle quali, nonostante la cresi che investe tutti, si possa fare ancora in Europa industria che possa prosperare. Io rimango sempre molto perplesso sia sull'utilità sia sulla sostenibilità ambientale degli additivi ( mentre plastica e bioplastica hanno entrambe queste caratteristiche per i loro settori applicativi). Ad oggi, non ho ancora visto nessuna certificazione sulla biodegradabilità degli additivi, indipendentemente dal tempo . Non ho visto alcun dato certo su tempi, condizioni e percentuale certa di biodegradazione della plastica additivata, nè tantomeno esiste nessuna norma che disciplini la biodegradabilità degli additivi. Almeno io non l'ho vista. Se davvero questi prodotti fossero biodegradabili non ci sarebbe tutta questa incertezza e mancanza di norme e dati da anni. Per ora e fino a prova contraria, io vedo soltanto che i sacchetti ai quali si aggiungono questi additivi si frammentano, si sbriciolano in un lasso di tempo che non è ben individuato ed in condizione altrettanto non ben individuate. La frammentazione per me non è biodegradzione, sono 2 cose diverse. Sia ben chiaro, non voglio convincere nessuno, che ognuno rimanga giustamente della propria opinione. La mia è questa e spero un giorno di avere la prova certa , la certificazione certa che questi prodotti effettivamente biodegradano in un tempo breve e totalmente.
Peraltro, mi è stato segnalato un sito che non conoscevo di una società Bolognese che starebbe per partire con una produzione di un poliestere biodegradabile e compostabile da fonte rinnovabile , certificato secondo EN 13432, e che renderebbe il manufatto realizzato addirittura idrosolubile in acqua. Se davvero fosse così, questa mi sembra una soluzione interessante ed innovativa.Vedremo.
Sacchetto
19.03.2012 08:03
Ecco cosa pensa il Ministro Clini sull'ODG votato dalla camera.
http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/clini-il-voto-sui-bioshopper-crea-imbarazzo-con-la-ue-1156717/
Quindi: " Per il ministro verra' comunque ''attuato rigorosamente ma in base a specifiche tecniche dei processi Ue affinche' un sacchetto sia considerato biodegradabile e compostabile''."
Cioè, l'ODG parla di biodegradabilità e lui aggiunge compostabilità...
Ancora: "'Odg sui bioshopper ''personalmente crea qualche imbarazzo perche' cerca di stabilire criteri di biodegradabilita' diversi da quelli Ue''"
E si... caro Ministro, l'ODG parla di biodegradabilità ovviamente secondo le normative italiane ed europee...
Sacchetto
16.03.2012 20:03
Gioel,
guarda questo:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?14151
E leggi qui:
http://www.centrosocialefuno.it/index.php?id=38,251,0,0,1,0
PS:
Io trasformo entrambi i prodotti e guadagno molto di più con la bioplastica. Ma l'onestà e la serietà non hanno prezzo.
Sacchetto
16.03.2012 19:03
Vedi Gioel,
la pensiamo molto similmente...ma con alcune differenze.
La bioplastica è formata da una parte bio e da un parte di polimeri. Le % di polimero cambiano da prodotto a prodotto ed in base alla resistenza richiesta dal manufatto. Per stessa ammissione dell'unica casa produttrice in Italia (vedasi l'intervista di striscia del 2010) nel suo materiale c'è una presenza di polimeri dal 10% al 50%. Questo polimero viene prodotto dalla Basf ed è chiamato ecoflex.Questo è un dato di fatto!(Domanda: la parte polimerica che finisce in compost, che fine fà?Non è nociva all'ambiente?)
Altro dato di fatto è che i sacchi in bioplastica sono utili per la raccolta della parte dell'umido.Però prima, dovremmo imporre in tutta Italia la raccolta dell'umido e che poi quest'umido non finisca in discarica ma diventi compost.Ad oggi in Italia non è così.Ma tralasciamo!
I sacchi di plastica di QUALSIASI spessore sono riciclabili ennemila volte.Produrre PEHD o PELD è meno dispendioso sia in termini economici che ambientali.Il fine vita con un'ottima raccolta differenziata si potrebbe teoricamente riciclare il 100% di plastica.
Aggiungere un additivo che in 1-5 anni biodegradi (la frammentazione è ovvia e serve alla degradazione!Come anche nella bioplastica.) un sacchetto significa che: fatta la raccolta differenziata a modo e forma, nel caso in cui un sacchetto venga disperso, esso in "breve" tempo si biodegrada nell'ambiente. Credo sia ovvio.
Andiamo oltre e vediamo lo scopo della legge.
Abbattere il monouso, consumare meno plastica e quindi salvaguardare l'ambiente.
1-La plastica è uno scarto della lavorazione del petrolio, quindi in ogni caso si produrrà.
2-l'ecoflex è un bio-polimero, sempre dal petrolio deriva.
3-OK, meno sacchetti= meno plastica.Più sacchetti in bioplastica (che comprendono una % di polimero)= più plastica.Più sacchetti per la raccolta dell'immondizia= più plastica.Più sacchetti di carta= più alberi abbattuti e carta consumata.
Tralasciamo la produzione e l'uso del mais, per il momento.
Dimmi una cosa in tutta onestà, con questa legge abbattiamo il monouso, diminuiamo il consumo di plastica e salvaguardiamo l'ambiente?
Gioel
16.03.2012 16:03
ho una formazione tecnica ma non sono di parte e nemmeno dell'azienda che viene citata. Conosco però la chimica e mi piace , da cittadino come voi, informarmi ed aggiornarmi. Magari avremo opinioni diverse ( e questo va bene altrimenti saremmo in una dittatura). Ho amici che producono sacchetti, sia in polietilene che in bioplastica compostabile. Una cosa è certa: le bioplastiche che usano non sono miscele di polietilene ed amido di mais, queste cose non esistono e non sono compatibili. Ho letto quanto scritto sul sito che mi è stato indicato gentilmente da Sacchetto e ho visto anche il filmato: si vede un campione di film che si frammenta, ma questa non è biodegradazione è frammentazione. Ho letto anche le evidenze , ma non vi è traccia di alcuna certificazione, vedo soltanto dichiarazioni del produttore che, credo, non abbiano alcun valore certificatorio. Ho visto i test, ed il campione che ha evidenziato la maggiore biodegradazione ( 58%) era quello sottoposto ad un invecchiamento di 300 ore sotto una lampada ed in presenza di un batterio....non mi sembra che ci siano in Italia filiere del rifiuto che abbiano tale sistema. Il campione invece non sottoposto ad invecchiamento non ha biodegradato ( vedo una curva piatta). Francamente, sono perplesso. Un manufatto in plastica a fine vita ve giustamente nel riciclo della plastica e d avalore aggiunto al prodotto. Uno in bioplastica compostabile nelllo scarto umido, ed anche questo secondo me è valore aggiunto. Ma questi additivi non mi convincono davvero. Poi ognuno altrettanto giustamente ha la sua opinione ( uguale o differente dalla mia). Un caro saluto a tutti coloro che hanno partecipato alla discussione.
wglishoppers
16.03.2012 15:03
Gioel sai almeno come si produce un sacchetto tradizionale e uno compostabile?
Se non sbaglio il sacchetto tradizionale si produce con il polietilene che a sua volta deriva dall'etilene.
L'etilene si ottiene dagli scarti di lavorazione del petrolio.
Quindi il polietilene vergine deriva da scarti di lavorazione!!!!!!!!!
Il sacchetto tradizionale puo essere usato decine di volte per poi essere rigenerato , con modesti costi, per ottenere il famoso sacco nero dove metti i tuoi rifiuti.
Il sacchetto compostabile è prodotto per il 70% di politilene e 30% amido di mais (cibo!!!!!!!!!!)
Sei gia fortunato se arrivi a casa prima che si rompe, poi lo butti nell'umido e infine il tuo 70% di polietilene va nel terreno sotto forma di compost.
In quale caso aiuti l'ambiente?
In quale caso aiuti la chimica verde?
ma cosa ha di verde questa chimica?
Il problema è che siamo certi che questo bando serve per l'ambiente?
disinformazione
16.03.2012 15:03
E dire che qualcuno parla di disinformazione.
La legge nella sua astrusità è chiara. Da quando verrà pubblicato in gazzetta ufficiale si potranno fare solo sacchetti rispondenti alla 13432 o borse riutilizzabili.
Tutto il resto è disinformazione le sanzioni e l'eventuale decreto sono stati posticipati ma questo non significa che si possa fare quello che si vuole.
Certe dichiarazioni sono quantomeno "singolari".
Il governo con la fiducia ha vinto la sua battaglia, purtroppo non ci possono essere solo vincitori.
Sacchetto
16.03.2012 15:03
Caro Gioel,
mi spiace ma "sai troppe cose" tra l'altro errate e di parte per considerarsi un cittadino "comune".
Comunque, è vero, ci sono circa 10 aziende (produttori di shoppers) in Italia che "stanno facendo i soldi" a palate...te lo posso garantire anche io.
Il bello è che ce ne sono alcune centinaia (te lo scrivo in numeri 100-200-500) che chiuderanno.
Ora spiegami il perchè delle licenze in un libero mercato.
Spiegami l'esclusività di poter produrre sacchetti solo ed esclusivamente con un unico materiale.
Poi spiegami dove è che hai letto la degradazione al 3,7% in 3 mesi.Io ti rispondo con documenti eccoli: http://www.kromabatch.com/d2wEVIDENZE.pdf
Per il momento ho finito.Ma tu continua pure a chiedere, più chiedi e più avvalorerai quello che in TUTTO IL MONDO è stato constatato: la bioplastica non è la cura ne tantomeno la soluzione.
Comunque, tu dici che può essere un volano per la crescità e lo sviluppo dell'economia.
Vero,almeno in parte, ma a discapito dell'ambiente!E si, perchè si faranno più sacchetti di carta come già sta succedendo, più sacchi di plastica per la raccolta dei rifiuti come già sta succedendo, e tutto ciò rispetto al pre-bando che benefici "ambientali" apporta?
Sacchettaro
16.03.2012 15:03
X Joel:
beh per essere un cittadino informato, mi sembra che conosce fin troppo bene l'argomento...ma lasciamo stare questo.
In italia non esiste alcuna norma, ma all'estero sì e soprattutto, in Italia c'è una forte opposizione a far sì che venga approvata una norma che attesti la biodegradabilità.
Ci sono varie tipologie di additivi, e non tutti funzionano alla stessa maniera, magari anche quì ci può essere una bufala, ormai viviamo in un mondo di bufale.... quindi a mio modesto parere, riprendo il discorso di prima ribadendo che mi sembra più correto ad essere il governo a sancire con dei test se effettivamente i vari additivi sul mercato funzionano oppure no, ma finchè non ci sarà una prova del genere, avremo speso fiumi di parole senza aver concluso nulla.
Mi auguro solo che in questi mesi si lavori per questo.
Gioel
16.03.2012 14:03
purtroppo non esiste nessuna norma, nessun certificato che attesti la biodegradabilità della plastica additivata. Questi additivi, da quanto leggo, sono solo miscele di altri prodotti di derivazione fossile. Mi ricordo tanti anni fa, al tempo della tassa sui sacchetti di 100 lire, che ci fu lo scandalo dei falsi sacchetti biodegradabili perchè contenenti un additivo. E' quindi storia vecchia. L'unico report tecnico che ho visto in internet su test di biodegradabilità di sacchetti in polietilene additivati all'1% è quello del C.S.I.: dopo 3 mesi di prove, i sacchetti avevano prodotto una biodegradazione media pari al 3,7% e la curva di biodegradazione era esaurita. Possiamo considerare biodegradabili prodotti così? Dove li mettiamo a fine vita? Nel riciclo della plastica? E allora a cosa servono? In Arabia Saudita si vendono plastiche additivate. E' vero, perchè lì non solo non c'è la raccolta dello scarto umido , ma c'è anche il deserto, forse l'unico posto al mondo dove una plastica che si frammenta non crea danno. In Italia c'è la raccolta dell'umido. Ho letto sul sito del C.I.C. che la capacità produttiva di compost organico e biomasse derivanti esclusivamente dalla raccolta dell'umido è superiore a 3 milioni di tonnellate ed è in crescita. Sembra che l'Italia sia l'unico paese al mondo che valorizzi lo scarto umido come materia prima invece che bruciarlo come avviene in altri paesi. Non è forse il caso di sostenere questa risorsa? Leggo poi che con le bioplastiche sarebbero a rischio 36.000 posti di lavoro e 2.000 aziende. Ci sono dati ufficiali in merito? Ma sopratutto, siamo sicuri che non ci stiano prendendo in giro? Ma quale interesse avrebbero, mi chiedo, i produttori di bioplastica se l'approvazione della legge facesse chiudere 2.000 aziende? A chi la venderebbero la bioplastica? Non vi sembra un controsenso? A questo punto sono d'accordo con chi ritiene che ci sia mala informazione, ma da quello che leggo e da come mi sono documentato ritengo che provenga da chi da queste "notizie". Un'ultima riflessione: i sacchetti provenienti dalla Cina se fossero dotati di marchio certificatorio senza essere compostabili possono essere facilmente e velocemente identificati ed isolati e la società di certificazione può togliere immediatamente il marchio rilasciato mentre chi ha in buona fede comprato può chiedere i danni a chi ha fornito. Io continuo a pensare che le bioplastiche possano essere una risorsa per il nostro manifatturiero, per le aziende che trasformano. Ho conosciuto un'azienda che produce sacchetti compostabili e mi ha confermato la stessa cosa. Forse è il caso di documentarsi meglio, di leggere e verificare prima di fasri un'idea sbagliata. Ad ogni modo, personalmente apprezzo quando c'è una discussione basata su opinioni anche diverse ma sempre espresse in maniera civile come avviene su questo sito .Un saluto a tutti
wglishoppers
16.03.2012 14:03
Infatti la novamont è talmente miope che non si rende conto che il suo prodotto è scadente.
Sacchettaro
16.03.2012 13:03
Mi spiace ma nono sono d'accordo con quello che state scrivendo, state deviando il discorso su argomenti di import dalla Cina, vendite in nero, di cui il sacchetto è l'ultimo articolo di una catena di centinaia di migliaia che tutt'oggi vengono importati, svenduti, a discapito di aziende italiane.
Il problema è ben altro e non si tratta nemmeno di aziende con macchinari uniti con il fil di ferro, ma di imporre per legge un prodotto, che altrimenti non avrebbe alcun mercato se non fossimo tutti obbligati a comprarlo ed a venderlo. Esistono soluzioni ecocompatibili alternative? Sembrerebbe di sì, quindi, perché ostacolarle e favorirne solo una? Mettiamole a confronto, deve essere il governo a prendere in considerazione, ad analizzarle e stabilire se sono veramente così o è solo fumo negli occhi. E' troppo semplice bandire senza avere realmente sperimentato, ma ditemi perché allora in Slovenia, Arabia e Medio Oriente ed altri paesi del mondo per legge obbligano al biodegradabile con additivi o in alternativa con bioplastiche, quindi perché gli altri lo fanno ed in Italia no? Certo là non hanno Novamont che spinge per vendere altrimenti chiuderebbe bottega se non ci fosse la legge ed alcuni senatori a sostenerla, mi fermo qui per entrare in altre polemiche. Io mi auguro che in questo periodo ci sia proprio un analisi attenta degli addetti al ministero e di laboratori commissionati proprio dal governo in grado di stabilire la verità.
Ma poi compostabile compostabile compostabile, ma dove lo buttiamo tutto sto compostabile che ne a Milano ne a Roma c'è la raccolta differenziata dell'umido?
Non si tratta di essere miopi, si tratta solo che qui ci stanno tutti prendendo in giro con la falsa idea ambientalista solo per business!
difetti
16.03.2012 12:03
Il difetto più grande per un imprenditore è la miopia...
Sacchetto
16.03.2012 11:03
Peccato che in questo splendido sito non ci sia il "I LIKE"... ne avrei messo sicuramente uno al commento di MOSTRO.
Nella sua asprezza ha scritto delle Sante verità.
Il mercato degli shoppers pullula di "malviventi" (come tutti i settori) che mescolano carbonato, che importano dalla cina, cambiano le scatole e vendo in Italia, che vendono in "nero"...
Però, passare alla bioplastica o ad altri materiali, non farebbe altro che modificare questi elementi e che ne so, vendere in nero bioplastica (su base kilo la convenienza sarebbe esponenziale rispetto alla plastica!) mischiare con materiali non a norma EN132432, produrre in Cina o con materiali cinesi ecc...
mostro
16.03.2012 09:03
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."
Albert Einstein
Nella vita, come nell'azienda, se un imprenditore non è capace di fare niente di più del sacchettino che produce allo stesso modo da 25/30 anni in hdpe con un po' di carbonato, stampato alla menopeggio prodotto con estrusori vecchi e saldatrici legate con il filo di ferro, l'azienda non ha futuro comunque ed è meglio che chiude senza prolungare l'agonia!
Chi vuole utilizzare dei "cimeli" per produrre non è sicuramente sulla buona strada, mentre chi vuol modificare le proprie macchine per produrre bioplastiche non deve spendere i milioni di euro (come dicono i malinformati), bastano poche migliaia di euro per la riconversione! Se un'azienda non è in grado di fronteggiare neanche questo investimento allora deve chiudere e lasciare spazio a chi nell'azienda ci lavora, ci crede e ci investe di tasca propria, senza distogliere i capitali (come fanno in tanti) dall'azienda per comprarci la casa e la macchina!
La selezione avviene perché è necessaria per la sopravvivenza della specie, ma se la specie che deve sopravvivere sono i parassiti che producono e vendono tonnellate di sacchetti in "nero" allora non è giusto e non mi sta bene!!!
Buon lavoro a tutti!
Sacchettaro
16.03.2012 06:03
Ehilà, dopo 1 anno e mezzo che si batte il chiodo qualche politico inizia a pensare che la bioplastica non sia la soluzione a tutti i mali del pianeta, però... finalmente non siamo più soli! E' giunta ora di fare chiarezza, chiediamo solo questo, nessuno è contro la bioplastica, però il mercato deve essere aperto anche ad altre alternative purchè biodegradabili, ciò non vuol dire esclusivamente compostabili!!! Concordo pienamente con Annalisa, il mondo gira al contrario, o meglio...siamo noi che giriamo al contrario del mondo solo per un motivo: Interessi economici! L'ambiente quì è l'ultimo dei pensieri!
Vedo quì qualche sostenitore di bioplastica che non comprende qual è il problema, di certo non è solo l'import dalla Cina, ma è la sopravvivenza delle piccole aziende che non possono permettersi la conversione per tanti motivi, un conversione forzata dove in tutta europa non esiste legge che impone una cosa del genere.
Sacchetto
15.03.2012 18:03
Scusate , ma cerchiamo di non fare confusione.
Tutti e dico tutti gli oggetti possono essere fatti bene o male, a norma di legge o meno comprese le buste.In Cina vengono prodotte buste giocattoli e altri oggetti con plastica riciclata (per approfondimenti cerca la puntata di report sul traffico di plastica) di tutti i tipi, anche cateteri, metalli pesanti ecc...
Ma non crediamo che in italia questo non succeda!sicuramente meno.
L'importazione di sacchetti in bioplastica è solo questione di tempo. Già se ne trovano in giro qualcuno come d'altronde si trovano in giro materia prima cinese. l'importante è avere il marchio EN13432...
Questa è la concorrenza e nessuno può fermarla.Siamo in una mondo globalizzato, non dimentichiamolo caro Gioel, e se arriveranno dalla Cina buste che rispettano le normative non possiamo farci nulla.
Ora però torniamo al succo del discorso e ti dico che qui dentro e anche fuori nessuno è contrario alla bioplastica, anzi, ma chiediamo che prima di sconvolgere un intero settore e le abitudini della gente sia almeno ACCERTATO che la bioplastica sia il sostituto migliore alla plastica tradizionale.
Infatti, e su questo sito se ne è parlato molto, ci sono varie tesi discordanti sul tema.
Iniziamo a chiarire ciò, e poi parliamo dei produttori di bioplastica, delle licenze, del mais , dei produttori di shoppers (in plastica e in carta), dei piatti e bicchieri di plastica (non sono dannosi anche questi?mah!)e di tante altre cose...
lorenzo
15.03.2012 18:03
Non ho la competenza per esprimere giudizi sulla "vexata quaestio". La tutela dell'ambiente è una problematica vasta e complessa e non si può oggi liquidare in una battaglia pro e contro materbi e additivi, pro e contro il monopolio di un'azienda. Ho visto uno shopper in "mater bi" made probabilmente in Cina o dintorni.
La "mano" della borsetta è identica al tatto. Altrettanto il resto compreso la stampa fasulla copiata ad arte. L'unica differenza è la tenuta (più resistente) ed il costo (un quarto di quelle originali) E' fatta con chissà quali porcherie ed è pronta ad invadere l'Italia. Manca il sigillo definitivo della legge e l'ambiente verrà invaso da un'ondata di veleni.
Gioel
15.03.2012 17:03
Dario, io sono come te un cittadino e preferisco documentarmi prima di esprimere opinioni. Mi risulta che ci sono diverse aziende in Italia che vendono bioplastica. Non comprendo quale sia allora il problema . Personalmente credo che il vero problema sia come difendersi semmai dalla concorrenza sleale da parte di produttori di sacchetti non Italiani.Vedo sempre più borse (riutilizzabili o meno) "made in China". Forse questo è il vero problema che tutti dovranno affrontare. Pensi che gli additivi possano aiutare i produttori Italiani a difendersi? Io credo di no, perchè realizzare un sacchetto in plastica + additivi in Cina o in Medio Oriente è sempre possibile e a costi molto più bassi. Per quanto riguarda i sacchetti in bioplastica ne ho visti alcuni che si rompono ed altri molto resistenti. Secondo me non dipende dal prodotto ma da come si fa il sacchetto ( plastica o bioplastica). Questa è la mia opinione. Non comprendo le battaglie contro le aziende ( e, per inciso, non sono un dipendente Novamont), preferirei invece vedere le aziende Italiane ( indipendentemente dal settore) unite nel combattere contro i prodotti importati e realizzati senza garanzie a costi molto più bassi fuori dall'Italia e dall'Europa. Sarebbe meglio concentrare i propri sforzi su questo tema. Almenom secondo me. Se poi non si può più esprimere la priopria opinione a meno che non si sia allineati a quella altrui allora si è davvero perso il senso della misura.
sara
15.03.2012 16:03
Concordo in pieno con Dario!
Dario
15.03.2012 16:03
Gioel, ma vai a pescare che è meglio.... da 2 anni stiamo combattendo una battaglia contro quelli come te e i tuoi compari.... x caso lavori alla Novamont ? Se invece sei neutrale occupati di altro, visto che qui sono in ballo migliaia di posti di lavoro. E l'ambiente non c'entra assolutamente nulla: sono solo interessi di parte. Il mais serve per mangiare non per farci borsette schifose che si rompono con lo sguardo....
Gioel
15.03.2012 16:03
c'è a questo punto da chiedersi quali siano gli altri polimeri biodegradabili oltre quelli compostabili. Sono curioso per natura ,e fino ad ora non ho visto alcuna bioplastica oltre quella compostabile che possa essere oggettivamente e senza alcun dubbio classificata come biodegradabile ( a meno che non consideriamo tutto come biodegradabile, ed in effetti è così, è solo una questione di tempo ma anche la plastica biodegraderà). Ho visto anche il sito web di un paio di produttori di additivi. Oltre alla loro dichiarazione individuale di biodegradabilità non vedo traccia di certificazioni da enti accreditati. A questo punto, mi chiedo come farà il Governo a normare entro dicembre 2012 qualcosa che attualmente non è disciplinato da alcuna normativa. Ho letto su questo sito che la plastica additivata a fine vita va nel riciclo della plastica. Allora mi chiedo a cosa serve. No, davvero non mi convince.Quello però che non comprendo è perchè ci sia astio nei confronti della bioplastica. Mi pare di leggere che ci sia a sufficienza per fornire il mercato da parte di più fornitori. Ma allora qual'è il problema?
Chiarezza
15.03.2012 15:03
La camera ieri ha votato la fiducia al decreto.
Questo è quello che conta per la legge.
Votare un ordine del giorno non vuol dire cambiare una legge approvata il giorno PRIma con la fiducia, ma chiedere che si tenga conto in futuro di questa posizione.
Quindi "fuffa"
Sacchetto
15.03.2012 15:03
Ringrazio la redazione per il lavoro di informazione preciso e puntuale che sta facendo sull'argomento in questione.Grazie!
Poi voglio chiari un paio di posizioni:
1. Il bando il 1° gennaio 2011 entrò in vigore (le spiegazioni visto che la legge era una legge quadro) con un "comunicato stampa" del ministero.Ripeto: un COMUNICATO STAMPA.
Ora Assobioplastiche insieme a Ferrante dice che :"L'ordine del giorno" APPROVATO a MAGGIORANZA dalla camera è di puro "orientamento"...
...ammazza... la CAMERA eletta dal popolo da un'indicazione CHIARA al Governo, si devono produrre e commercializzare tutti i sacchetti di plastica!Ma è solo un'indicazione...ma mi faccia il piacere!
2:Ciafani dice: " Dal momento in cui il Senato avrà approvato definitivamente la legge di riconversione del decreto quindi, i sacchetti con additivi chimici diverranno illegali e a rischio sequestro da parte delle forze dell'ordine."
Quindi oggi le leggi ce le inventiamo???Dove ed in quale norma è scritto che ci può essere il sequestro da parte delle forze dell'ordine dei sacchetti in plastica?
Ripeto: in quale norma è scritto ciò che lui afferma?IN NESSUNA.
Si continua con un'informazione errata.E questo mi fa capire giorno dopo giorno quanto questi signori tengo all'ambiente.
Annalisa
15.03.2012 12:03
Salve a tutti.
Vi scrivo dalla lontanissima Australia. Lontana non solo in quanto distanza, ma anche per quanto riguarda le politiche, la politica e I POLITICI.
Qui, uno come Ferrante, durerebbe mezza giornata.
Passiamo alle cose pratiche.
Nella "verdissima" Australia le buste di plastica non solo te le forniscono gratis, ma vengono utilizzate per qualsiasi cosa. La carne dal macellaio, il pesce, la frutta e così via viene TUTTO imbustato. Non esiste la carta.
Solo le boutique hanno le buste con il marchio, tutti gli altri negozi hanno o shopper bianchi o grigi (e dall'odore sembrerebbe materiale di riciclo) oppure sono prodotti con additivi. Il più utilizzato è l'EPI.
Nel riciclo della plastica è VIETATO introdurre i sacchetti e NON ESISTE la raccolta differenziata dell'umido. Qui va tutto in discarica o nei termovalorizzatori.
Se si acquistano 10 prodotti si riceveranno 3 shopper di uguale peso.
Esistono, ovviamente, i sacchi in juta, cotone o polipropilene, ma vengono utilizzati per portare in giro una sola busta invece di 5 o 6.
Mi sembra assurdo leggere, a distanza di così tanto tempo, che le cose non sono ancora chiare.
Ovviamente qui non esiste la Novamont e il mais lo mangiano come contorno, quindi non stupisce il fatto che non siano preoccupati di dover PER FORZA accontentare qualcuno con una legge ad hoc.
Spero vivamente che il governo Monti decida di rivedere il tutto e di rendersi conto del disastro economico e sociale che il governo berlusconi e i fautori delle "eco-bio"idiozie hanno provocato per primi.
Cordiali Saluti