Il quartiere delle biciclette resta senza rastrelliere
San Salvario: ce ne sono solo quaranta e ottenerne di nuove è praticamente impossibile. Eppure sarebbe utilissimo per decongestionare il traffico: nel posto occupato da un’auto possono starci 10 biciclette - da La Stampa del 15.03.2012
15 March, 2012
Paola Italiano
Quando i titolari del locale Enò di via Galliari hanno posizionato una rastrelliera per le bici accanto al dehors, un vigile urbano ha detto loro che avrebbero dovuto toglierla, pena la multa. Anche Marco Giambra e Laura Comino, del negozio di borse Mnmur di via Belfiore, vorrebbero un posteggio per le bici, hanno fatto richiesta e stanno aspettando gli archi: da 6 mesi. Paradossi di San Salvario, dove la burocrazia e una macchina comunale contraddittoria sono il primo ostacolo alla buona volontà dei cittadini di avere un quartiere ecologico.
Nell’area tra corso Vittorio Emanuele II, corso Marconi, via Nizza e corso Massimo d’Azeglio, gli archi in acciaio sono 40. Li ha contati il coordinatore alla viabilità, Marco Addonisio. «Troppo pochi - osserva - e sono riservati anche ai motorini». Tra gli spazi censiti ci sono anche aree riservate, ma senza archi: strisce gialle in cui, il più delle volte, si trova parcheggiata un’auto. E che comunque sono inutili per i ciclisti che non si azzardano a lasciare le due ruote senza fissarle con un lucchetto. Il risultato sono decine di biciclette attaccate a pali, grondaie, dehors, addirittura alberi.
«Avremmo voluto mettere una rastrelliera originale progettata da un amico - spiega Marco Giambra, di Mnmur ma ci è stato detto che non era possibile per una questione di omogeneità degli arredi cittadini. A settembre abbiamo richiesto gli archi. A dicembre, dopo un sopralluogo, è stata tracciata la linea gialla e posizionata la segnaletica verticale. Ora aspettiamo gli archi, ma forse dovremo aspettare la fine dei lavori in via Belfiore».
La necessità di parcheggi per le bici era diventata anche oggetto di un concorso nell’ambito del progetto Ri.Nuovi, per la realizzazione di rastrelliere con materiali di recupero. Una delle tante iniziative «sostenibili» promosse dalla miriade di gruppi che da queste parti propongono idee e soluzioni per un quartiere a misura d’uomo. Il premio del concorso era la realizzazione della rastrelliera giudicata più bella ed ecologica in più esemplari, da posizionare all’esterno di alcuni locali del quartiere. Ma ancora oggi non ci sono: «Il Comune ha un protocollo a cui ci si deve attenere spiega Antonio Castagna dell’associazione ManaManà, una delle ideatrici del concorso - e l’iter è stato complicato. Siamo riusciti a ottenere l’autorizzazione per sei mesi, una sorta di sperimentazione. Il permesso dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e saranno posizionate in sei punti, tra i quali la Casa del Quartiere».
In via Sant’Anselmo angolo via Silvio Pellico ci sono le transenne e il divieto di sosta per realizzare un nuovo parcheggio per il Bike Sharing: sono lì da mesi, con i cartello di divieto continuamente rinnovato. «I ciclisti sono tanti - conferma Marco Bolle, dell’associazione Muovi Equilibri e titolare con altri due soci di una ciclofficina artigiana che aprirà i battenti venerdì in via Ormea - ma hanno vita dura. Peccato, perché nel posto occupato da un’auto possono starci 10 biciclette: 10 automobilisti in meno in circolazione».
«Il paradosso - aggiunge Addonisio - è che abbiamo tantissime richieste per parcheggi bici, e tanti gruppi o singoli disposti a realizzarli a proprie spese: perché non lasciare spazio alla creatività, magari sottoponendo l’approvazione a un’apposita commissione?».