Colombo (Ianomi): “A Marsiglia un buon clima. Applausi alla delegazione italiana al Fame 2012”
Roberto Colombo, presidente di Infrastrutture acque nord Milano, segue da anni gli appuntamenti internazionali di settore. E del 6° World water forum dice: “Attenta la regia francese, nonostante le multinazionali d'Oltralpe”. Gli italiani i più applauditi al summit dei movimenti.
18 March, 2012
Che giudizio si può dare della settimana mondiale dell'acqua appena conclusa?
“I francesi si sono dimostrati molto abili nell'organizzare il forum di Marsiglia - afferma Roberto Colombo, presidente di Ianomi - Sono riusciti, nonostante il peso delle multinazionali dell'acqua, a valorizzare il loro ruolo nella cooperazione internazionale. Rispetto all'appuntamento di Istanbul di tre anni fa, il clima generale era disteso e collaborativo nei confronti dei movimenti del Fame 2012. In Turchia, la tensione tra i due appuntamenti era palpabile e accentuata. A Marsiglia le due delegazioni si sono pure confrontate”.
Il documento finale però traccia un confine netto tra due concezioni del bene acqua...
“E' vero. Il documento del 6° Wwf parla di diritto all'acqua, ma afferma anche il ruolo dei privati. Un tema molto caro ai francesi, che hanno un'impostazione che predilige il rapporto “pubblico-privato”. La nostra idea, quella italiana, preferisce ancora il rapporto “pubblico-pubblico”. Una concezione che ha trovato una sua concreta applicazione anche nelle presenze del padiglione Italia, gestito dal governo. Con una buona presenza delle società pubbliche e spazio alla cooperazione internazionale.
E il Fame 2012, come le è sembrato?
“La partecipazione è stata alta, il clima buono, segno dell'esistenza di un movimento per l'acqua forte e determinato. Scarsa, come temevo, l'organizzazione della quattro giorni. Nonostante i molti aspetti positivi e i contenuti del documento finale, mi pare che ancora manchi una “testa pensante”.
E i movimenti italiani?
“La presenza italiana è stata importante. Al punto che, all'apertura dei lavori, i più applauditi sono stati i tre giovani che hanno letto il documento dei movimenti italiani per l'acqua pubblica”.