Plastica: restringimento fasce di qualità. I rischi secondo la Provincia di Torino. Parla Paolo Foietta (ATOR Torino)
Dalla discussione sulla liberalizzazione alle conseguenze del restringimento delle fasce di qualità per la plastica. Il punto sulla gestione dei rifiuti da imballaggio con Paolo Foietta, presidente dell'ATO-Rifiuti Torino: “Il progressivo restringimento delle fasce di qualità per la plastica ha determinato in molti casi il ricorso a cicli di pre-pulizia del materiale raccolto”
19 March, 2012
Aggiornamento del 22.03.2012: Plastica, novità su RD e fasce di qualità. Dal 1° maggio piatti e bicchieri usa e getta nella raccolta differenziata
E' in corso alla Camera la discussione sulla norma del decreto liberalizzazioni che modifica la gestione dei rifiuti da imballaggio. Qual è il suo punto di vista?
La discussione sulla liberalizzazione dei Consorzi di filiera ha avuto il vantaggio di porre l’attenzione sul sistema consortile. Il lavoro svolto dai consorzi negli oltre 15 anni di vita è stato senz’altro egregio in particolare per il forte stimolo dato alla quantità di raccolta differenziata (per citare il dato del nostro territorio, si è passati dal 12% di RD nel 1998 al 50% raggiunto nel 2009 e confermato stabilmente nei due anni successivi); oggi però è necessario pensare a qualche aggiustamento.
Il 50% di RD per un territorio come la provincia di Torino è sufficiente?
Ovviamente no ma il punto è un altro. Oggi, come peraltro ci impone anche la Comunità Europea, dopo la riduzione della produzione di rifiuti, l’obiettivo su cui far convergere le politiche nazionali e locali deve divenire la massimizzazione del riciclo, la cui definizione passa attraverso:
1. una revisione complessiva del sistema industriale, quello della produzione (di beni ed imballaggi) e quello del riciclo;
2. la riorganizzazione del sistema consortile includendo (per i consorzi per i quali questo non è ancora accaduto) la gestione (raccolta e riciclo) anche dei rifiuti non imballo;
3. la riorganizzazione come conseguenza dei precedenti punti, della raccolta differenziata.
E le politiche da perseguire?
Le politiche da perseguire sono:
- la promozione di consumi sostenibili, privilegiando beni e imballaggi riciclabili e non solo “potenzialmente riciclabili”
- la raccolta differenziata dei soli rifiuti (poco importa se imballaggi o manufatti) riciclabili, tanto più che già oggi gli imballaggi (penso in particolare alla plastica) non riciclabili, pur raccolti in modo differenziato vengono avviati a recupero energetico.
In questo quadro appare evidente l’importanza della qualità della raccolta differenziata: nel nostro territorio (nel resto d’Italia i dati percentuali sono analoghi) la frazione estranea media che dagli impianti di selezione viene avviato a smaltimento sul totale della raccolta differenziata è pari ad almeno 100.000 tonnellate/anno (media di circa il 20%); a questa enorme quantità si devono aggiungere, nel caso della raccolta plastica, quasi 11.000 tonnellate/anno di imballaggi misti (il 30% della raccolta differenziata plastica!) avviati a recupero energetico e in tal senso sottratti al potenziale riciclo.
Cosa fare nel breve periodo?
La raccolta differenziata deve continuare a crescere e la sua qualità migliorare, anche attraverso una maggiore chiarezza verso i cittadini sul ciclo di vita dei beni acquistati e al contempo è necessario massimizzare i contributi CONAI.
Il territorio provinciale sta per avviare una campagna di comunicazione, a cui contribuisce anche ATOR, proprio sul miglioramento della qualità delle raccolte differenziate.
Pur essendo indispensabile, questo non basta: è necessario massimizzare i contributi CONAI, al momento unica risorsa che consente di coprire almeno parzialmente i maggiori oneri per la raccolta differenziata.
Negli ultimi mesi stiamo assistendo a prove di libero mercato, in particolare per la frazione carta i cui corrispettivi riconosciuti da COMIECO sono da tempo inadeguati.
Nel caso della plastica invece il progressivo restringimento delle fasce di qualità definito nell’ultimo Accordo ANCI-COREPLA ha determinato in molti casi il ricorso a cicli di pre-pulizia del materiale raccolto. In questo modo non si aiuta il sistema ad essere economicamente ed ambientalmente sostenibile (perché passare in due impianti quando le stesse operazioni possono essere svolte nel solo impianto di selezione?), oltre a non garantire la completa tracciabilità dei flussi assicurata invece dal conferimento diretto al consorzio nazionale.
Fra poche settimane per la raccolta multimateriale della plastica (modalità che sul nostro territorio interessa oltre un milione di abitanti) ci sarà un ulteriore restringimento della fascia di qualità (dall’attuale 22% al 19%); ciò potrebbe determinare solo sul nostro territorio una perdita di oltre 3.000.000 di euro in un anno e mezzo e il serio rischio che qualcuno decida di rivedere al ribasso la raccolta stessa. Credo sia davvero giunto il momento per dar seguito a accordi territoriali, come già da due anni stiamo chiedendo insieme alla Provincia di Torino.
E’ indispensabile migliorare la qualità dei rifiuti raccolti ma al tempo stesso non è corretto far ricadere tutto l’onere sui cittadini: sarebbe opportuno destinare quella quota di contributi non riconosciuti a iniziative mirate a miglioramento sul territorio poco virtuoso (campagne di comunicazione, modifica ai sistemi di raccolta, ….) piuttosto che essere semplicemente “risparmiate” dal consorzio, che trattiene comunque i materiali anche quando non li paga ai comuni.