Roma, su post-Malagrotta nulla di fatto, Clini prende altro tempo
Servono approfondimenti tecnici sui vincoli che gravano sui siti di Riano e Corcolle. Escluso Monti dell'Ortaccio: l'area, oltre a essere contaminata, è anche ad altissima tensione sociale
22 March, 2012
Emergenza rifiuti nel Lazio, è fumata nera. O meglio, grigia: il governo si è preso infatti ulteriore tempo per decidere lo scenario del post-Malagrotta. Altro tempo per indicare quale, o quali siti sostituiranno temporaneamente la maxi discarica romana che il 30 giugno dovrà chiudere i battenti. È l'esito del secondo vertice, questa volta in Prefettura, tra il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, il prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro, il Campidoglio, la Provincia di Roma e la Regione Lazio.
Il tempo servirà per approfondimenti tecnici sui vincoli che gravano sui siti in pole position per ospitare il post Malagrotta, ovvero Corcolle e Riano. Vincoli che Clini continua a giudicare insormontabili, forte anche della posizione del Ministro dei Beni culturali Ornaghi, e che il prefetto vorrebbe superare in deroga, grazie ai poteri commissariali. Clini però non vuole compiere passi azzardati, vuole essere certo che sia possibile. Per questo serve tempo.
Il ministro dell'Ambiente, tanto per cominciare, deve fare i conti con le critiche al sito di Corcolle, non distante dagli scavi archeologici di Villa Adriana, espresse dal collega dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi. A quanto pare, poi, Clini avrebbe provato a suggerire la possibilità di far ricadere la scelta su Monti dell'Ortaccio, il terreno adiacente a Malagrotta e dello stesso proprietario, l'avvocato Manlio Cerroni. Ma dai partecipanti politici è arrivato un secco no: l'area, oltre a essere contaminata, è anche ad altissima tensione sociale. Una soluzione perciò insostenibile anche dal punto di vista politico, oltre che ambientale. Per cui non resta che continuare a lavorare sui vincoli dei siti già sul piatto. Anche perchè al di là dei sette dello studio preliminare della Regione non si andrà. Su questo Clini è netto: «Stiamo lavorando esattamente sui documenti predisposti dalla Regione Lazio».
Una corsa contro il tempo dunque per scongiurare l'ennesima proroga di Malagrotta. Clini tiene a precisare, al termine dell'incontro: «Siamo abituati prima a mettere in fila i numeri e poi a dire cosa pensiamo, diversamente da chi prima dice cosa vuole e poi trova i numeri per giustificarlo».
Intanto oggi è arrivato un primo tassello al via libera al termovalorizzatore di Albano da parte del Consiglio di Stato. Ma è stata anche una giornata di proteste: centinaia di persone si sono riunite nel pomeriggio con cartelli e striscioni lì dove si pensava che si sarebbe tenuto il vertice, poi spostato in Prefettura, cioè al ministero dell'Ambiente: "Fuori la Mafia dalla gestione dei rifiuti", "No alla discarica di Monti dell'Ortaccio", "Fuori il privato dalla gestione dei rifiuti" alcuni degli striscioni. In piazza anche la banda di Riano con il sindaco Marinella Ricceri.